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Interviste

A tu per tu con Michel Baù

Incontro con il giovane ingegnere di Marostica vincitore del "Premio Castello" con una poesia dedicata a Cima Grappa

Pubblicato il 20-02-2010
Visto 5.320 volte

Michel Baù, giovane ingegnere di Marostica, ha vinto recentemente un concorso nazionale di Poesia, il "Premio Castello", promosso dal Comune di Villafranca Veronese. La lirica di Baù che ha meritato l’ambito riconoscimento si intitola "Cima Grappa". Il tema ci dà l’occasione per parlare di poesia, di attualità e del territorio,

Il tuo incontro con la poesia

Michel Baù


E’ sempre stata una delle mie passioni e una forma di espressione in cui mi ritrovo. Scrivo poesie soprattutto per me, non partecipo spesso ai concorsi letterari. Mi era già capitato di ricevere dei riconoscimenti le poche volte che l’ho fatto, ricordo per esempio un altro primo premio al concorso bandito dal Circolo Maranise e una volta che sono arrivato tra i finalisti ad un concorso internazionale. Sono comunque apprezzamenti che fanno molto piacere.

Quali sono i temi principali dei tuoi scritti?

Non c’è un tema che prediligo, molte poesie che ho scritto sono autobiografiche, non sono state scritte per “uscire dal cassetto”. L’ispirazione per scrivere può scaturire da qualunque occasione, spesso gli stimoli del contatto con la natura, dell’osservazione del paesaggio facilitano questo momento di rielaborazione di sensazioni, di intuizioni, è successo così per “Cima Grappa”. In generale penso che il linguaggio poetico consenta un rilettura della realtà che può arrivare ad assumere anche una funzione sociale, un valore civile, come è accaduto ad esempio di recente con molti autori sudamericani, o dell’Europa dell’Est.

La motivazione al premio che hai ricevuto recita: «Il componimento descrive con allucinato realismo il paesaggio scabro di Cima Grappa al cui interno i tragici segni deposti dall'uomo sembrano coinvolti anch'essi nella fissità petrosa delle cose o nell'inesorabile e insensato meccanismo delle stagioni». E’ questo il messaggio che volevi trasmettere?

Credo nel valore sociale del linguaggio poetico, anche attraverso la poesia si può riportare all’attenzione, e alla memoria, quanto è accaduto in un tempo storico non lontano, eventi che nei passaggi generazionali corrono il rischio di essere rimossi, dimenticati. La scelta di dedicare la mia poesia al Monte Grappa riflette questa intenzione e la motivazione l’ha messo in evidenza, è proprio l’ “inesorabile e insensato meccanismo delle stagioni” il tema centrale. Nella poesia racconto le sensazioni che ho provato un giorno in cui facendo una camminata in montagna ho perduto per qualche attimo l’orientamento e il sentiero. Nei versi amplifico la sensazione che ho avvertito di avere attorno a me una montagna ed una natura non “nemiche”, ma comunque impassibili, impermeabili rispetto a ciò che mi stava accadendo. Guardando le trincee infestate dai rovi, passando accanto ad una cavità scavata dai soldati, un rifugio che deve essere diventato la tana per qualche animale, ho pensato a ciò che deve aver provato, mille volte più intensamente e ormai quasi un secolo fa, chi stava lassù a combattere, ed ho avvertito la consapevolezza della piccolezza dell’uomo e delle sue questioni, la caducità nel tempo degli eventi.

La tua poesia è in parte quasi narrata, poteva anche assumere la forma di un racconto

Sì, ma preferisco esprimermi attraverso i versi poetici, hanno un’asciuttezza e una compostezza che mi sono più congeniali rispetto alla scrittura di un racconto.

In passato hai lavorato in biblioteca a Marostica per qualche tempo, un luogo di lavoro privilegiato per un ragazzo a cui piace scrivere

Sì, ho fatto questa breve esperienza e senz’altro ne ho approfittato anch’io per leggere e per allargare "sul campo" la mia formazione. Purtroppo ho anche avuto l’occasione di notare che in genere i libri di poesia erano quelli che quasi nessuno cercava mai. E’ un peccato perché la poesia è una forma artistica, un mezzo di espressione molto forte che può contribuire, come ha già fatto spesso in passato, a dare stimolo, a rinnovare una società.

Forse mancano un po’ sul territorio le occasioni di incontro per i giovani scrittori e poeti

Sì, non appartengo ad associazioni o a gruppi letterari, attualmente lavoro peraltro in tutt’altro settore, comunque sento intorno poche occasioni interessanti di incontro, di confronto e di scambio di esperienze. Non ho ancora progetti ben definiti per la pubblicazione, per il momento continuo a scrivere perché piace a me.

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