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E io pago

Cittadella della Giustizia: a seguito di contenzioso giudiziario, il Comune di Bassano determina la liquidazione di 508mila euro a favore dell'appaltatore Consorzio Consta per lo stato finale dei lavori della “scatola vuota” di via Marinali

Pubblicato il 13-01-2016
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Elena Pavan

508 mila euro. Oppure, se preferite, più di mezzo milione di euro, pari a circa un miliardino delle vecchie lire. Perché, detta così, fa senz'altro più effetto.
E' la cifra di cui il Comune di Bassano del Grappa - come da determina dirigenziale firmata dal dirigente dell'Area Lavori Pubblici - ha disposto la liquidazione e il pagamento a favore del Consorzio Stabile Consta Società Consortile per Azioni, la società - attualmente in stato di concordato preventivo - appaltatrice dei lavori di ristrutturazione dell'ex Casa Circondariale e di completamento della nuova Cittadella della Giustizia di via Marinali.
La somma trova copertura finanziaria nell'apposito capitolo del bilancio 2015 “finanziato con mutuo della Cassa Depositi e Prestiti a carico del Ministero della Giustizia”. Ovvero: le risorse, attinte dai depositi dei risparmiatori postali, provengono a monte da quello stesso Ministero che ha decretato la soppressione e l'accorpamento a Vicenza del Tribunale di Bassano del Grappa.

Foto: archivio Bassanonet

Sotto il profilo della logica politica e amministrativa, praticamente un capolavoro. Così è, se vi pare: anche se scrivere che lo Stato ha impegnato soldi per finanziare tramite l'ente locale un'opera da esso stesso abolita, dopo i fiumi di parole dedicati alla questione, equivale alla scoperta dell'acqua calda. Ma non fa male, ogni tanto, ricordarselo.
E' solo l'ultima puntata del bagno di sangue relativo al pagamento dello stato finale dei lavori - contabilizzato, complessivamente, in oltre 5 milioni e 587mila euro - di quella che oggi è una grande e mesta “scatola vuota” nel cuore della città, in attesa ancora di conoscere i suoi destini.
La liquidazione dell'ultima tranche da parte degli uffici comunali è conseguente al contenzioso giudiziario intentato dallo stesso Consorzio Consta, che vantava ancora dei crediti dall'ente pubblico.
Il Comune non aveva infatti ancora provveduto al pagamenti dell'11° e del 12° stato di avanzamento dei lavori - per complessivi 727.678 euro - a norma di un articolo di legge che giustifica la sospensione dei pagamenti all'appaltatore “ove ricorrano condizioni di crisi di liquidità finanziaria dell'affidatario, comprovate da reiterati ritardi nei pagamenti dei subappaltatori”.
Come appurato difatti dall'ente comunale, il Consorzio Stabile Consta non aveva completamente pagato le fatture quietanziate delle ditte subappaltatrici afferenti al 10° stato di avanzamento lavori, per un totale di 179.695 euro.
Somma che, come previsto dallo stesso articolo di legge, è stata sborsata quest'anno ai subappaltatori direttamente dal Comune, ovvero dall'ente appaltatore, “nell'ambito della procedura di concordato preventivo e sotto la vigilanza degli Organi di Procedura, confermando di fatto lo stato di insolvenza dell'appaltatore nei confronti dei subappaltatori”.
Morale della favola: al credito residuo nei confronti di Consta Soc. Cons. P.A., il Comune di Bassano ha detratto la cifra già liquidata “per subappalti non pagati” e ha determinato il pagamento di quanto restante “come indicato dai Commissari Giudiziali”.
Un atto che, almeno sulla carta, scrive la parola “fine” a una telenovela burocratico-giudiziario-amministrativa che si trascinava da fin troppo tempo.
Ora che la Cittadella della Giustizia è completata e la società appaltatrice liquidata, si apre formalmente un nuovo scenario: quello della definitiva destinazione d'uso del complesso edilizio di via Marinali. Ma questa, ovviamente, è un'altra storia.
Intanto gli avvocati bassanesi - riuniti nel nuovo Circolo Giuridico Bassanese dopo l'abolizione dell'Ordine cittadino a seguito della cancellazione per decreto governativo del Circondario Giudiziario di Bassano - martedì prossimo, 19 gennaio, riceveranno il premio “San Bassiano”.
Ma finché l'ipotesi del nuovo Tribunale della Pedemontana - caldeggiata da Zaia ma ancora lettera morta nei Palazzi romani - non comincerà a dare segni di vita, altro non è che un premio di consolazione.

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