Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 13-12-2009
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A Teatro Remondini la rassegna “I tanti volti del teatro” ha proposto in due serate ”Marlene”, una produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese Argot Produzioni, protagonisti in scena Pamela Villoresi nelle vesti a tratti succinte dell’Angelo Azzurro e David Sebasti, interprete bellissimo del giovane musicista ed amante Burt Bacharach, sul palco anche Silvia Budri e Cristina Sebastianelli. Nell’apertura in nero Orso Maria Guerrini ha dato corpo e voce a Joseph Von Sternberg, il mentore-Mefistofile cui la Dietrich si è offerta per tutta la vita come ad un seducente e pericoloso Faust. Nella messa in scena di Giuseppe Manfridi è poi scorso a tappe suddiviso in tre fermate il volo in discesa della protagonista, i dietro le quinte di tre momenti della carriera teatrale che la Dietrich intraprese da quando il cinema non la cercò più: la vediamo in tre interni, nel suo camerino al Café de Paris di Londra nel 1954, poi a Berlino nel 1960 e in una camera d’albergo di Toronto, dove nel ’75, ormai settantaquattrenne, alcoolizzata e dimessa, viene portata in carrozzella fino al palcoscenico dell’albergo in cui alloggia e fa i conti con il suo difficile ruolo di madre. La Villoresi è una brava attrice ed ha curato molto l’interpretazione di Marlene, in scena forse sono mancate ai nostalgici estimatori della diva e della sua storia il carisma magnetico, l’aura di mistero che la circondava e che creava l’incanto che l’ha resa famosa, la voce roca, il sex appeal e l’ambiguità di una donna che è diventata mito, la prima icona moderna, e che invece qui è vista a tratti impietosamente nella sua dimensione umana non sempre degna di racconto e di memoria.
David Sebasti e Pamela Villoresi