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Rinascimento in bianco e nero

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Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Incontri

Sulle rotte dell'A.I.

La Libreria Palazzo Roberti ha ospitato Nello Cristianini, professore di Intelligenza artificiale all'Università di Bath, per la presentazione del suo libro

Pubblicato il 07-10-2023
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Rinascimento in bianco e nero

Si parla molto in questi tempi in vari campi, anche non strettamente connessi a quello della tecnologia, di intelligenza artificiale, di intelligenza generativa, più in generale di intelligenze, e il dibattito è come sempre più spesso accade uno di quelli che divide l’opinione pubblica.
Nella prospettiva dell’informazione e dell’arricchimento culturale, l’occasione di ascoltare un esperto in questo settore è un’opportunità da cogliere al volo.
Giovedì 28 settembre, la Libreria Palazzo Roberti ha ospitato Nello Cristianini, professore di Intelligenza artificiale all’Università di Bath, nel Regno Unito. Cristianini ha fatto tappa in città per la presentazione del suo nuovo libro, che porta il titolo La scorciatoia (Edizioni Il Mulino), e intervistato da Giovanni Cunico, già assessore alla Cultura di Bassano, ha illustrato con un linguaggio semplice e il più possibile divulgativo i fondamenti della sua ricerca e della pubblicazione, che è sottotitolata: “Come le macchine sono diventate intelligenti senza pensare in modo umano”.

Nello Cristianini a Palazzo Roberti

Il docente friulano nel suo lavoro appassionato si occupa da tempo di teoria statistica dell’apprendimento nelle macchine, della comprensione del linguaggio naturale, di analisi dei contenuti dei social media e dell’impatto etico e sociale delle tecnologie intelligenti.
Sfatato subito il mito creato tutto a nostro favore che l’intelligenza sia prerogativa umana — perché anche le meduse, tanto per citare un essere vivente di cui molto parliamo e poco niente conosciamo, sono prova tangibile che così non è — Cristianini nel chiarire cosa si intende per intelligenza ha ricordato che si parla della capacità di sviluppare strategie di sopravvivenza, prima di tutto, e nel contempo di articolare risposte nuove ed efficaci a bisogni e problemi che si incontrano nel corso dell’esistenza.
Se da un lato l’intelligenza non è puro nozionismo, come le scienze cognitive hanno sempre affermato (non c’è rilascio di patentini per aver “letto” migliaia di libri) la capacità di immagazzinare e di elaborare dati è diventata una prerogativa con una crescita esponenziale nella contemporaneità. In questi termini, le “macchine”, che assodato ci sono d’aiuto, hanno compiuto un balzo in avanti grazie agli studi degli ultimi vent’anni, e il ragionamento che si fa sulle intelligenze non solo artificiali ma generative comporta ora annessi che guardano ad aspetti di grande impatto sull’umanità, come la “vendemmia” di dati, la creazione di nuovi modelli di linguaggio, l’interazione con i social e i colossi dell’e-commerce, il riassetto di equilibri geopolitici e molti altri, ha spiegato Cristianini.
Più che alle immagini fantastiche che hanno consegnato alla nostra mente di lettori o di cinefili i grandi creatori di fantascienza, popolate da replicanti, androidi che contano pecore elettriche e simulacri, nel presente e nel prossimo futuro si guarderà soprattutto a discipline come la statistica, per lo sviluppo delle intelligenze che imitano la nostra ma che sono qualcosa di diverso che ci già ci vivono accanto. Parlare di “sovraumano”, ha affermato Cristianini, non è che una presa d’atto che l’intelligenza dell’uomo non è l’unica e non è la migliore del pianeta — e probabilmente dell’Universo in cui stiamo.
C’è molto interesse in questo campo da parte dei ragazzi e dei giovani studiosi, che iniziano ad affollare i corsi tematici nelle Università, e il professore ha ricordato che quello della scienza non è un mondo di uomini, come ancora in parte si descrive: Cristianini ha portato alla memoria del pubblico la figura di Ada Lovelace, britannica e figlia del celebre letterato Lord Byron, matematica nota per il suo contributo alla macchina analitica ideata da Charles Babbage, che da più parti è considerata la prima programmatrice.
Come accade per la stragrande maggioranza degli uomini di scienza, c’è ottimismo nella voce del professore, e le parole che corrono e si accavallano per spiegare, stimolate dalle domande a tutto campo dell’interlocutore, si sono dirette più che a prospettare minacce ad annunciare i progressi per le condizioni di vita umane che porteranno le AI, come quelli enormi in campo medico.
L’incontro è visibile per intero sul canale Youtube della Libreria: www.youtube.com/watch?v=UhgS5ChoHSs&cbrd=1.

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