Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Primo piano

Teatro

L'umanità ferita di Ligabue

Operaestate Festival ha portato in scena al Teatro al Castello Un bès - Antonio Ligabue, di Mario Perrotta

Pubblicato il 27-07-2020
Visto 1.291 volte

Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Il quinto appuntamento con Operaestate Festival ha portato in scena al Teatro al Castello Un bès - Antonio Ligabue. Sul palco Mario Perrotta, artefice di un progetto suddiviso in tre parti intitolato “Progetto Ligabue”, dedicato all’artista e all’uomo, alla sofferenza di Toni e al genio di Ligabue. Lo spettacolo, prodotto da Teatro dell’Argine — realizzato in collaborazione con Paola Roscioli per la regia e con Riccardo Paterlini per la ricerca — attore e progetto sono stati premiati in più occasioni, la prima al debutto nel 2013 con il Premio Ubu a Perrotta, come migliore attore.
Qualche timore per le nuvole scure che hanno portato un po’ di pioggia attorno all’orario dell’appuntamento, ma asciugate le sedie il pubblico ha potuto assistere senza disagi allo spettacolo, il disagio vero di un uomo speciale tutto rappresentato sul palcoscenico.
Perrotta-Ligabue entra in scena dalla platea, dal basso, e chiede implorando un bès, un bacio, negli occhi e nei gesti oltre che nelle parole i marchi a fuoco di una sofferenza di quelle che non guariscono certo con un bacio, ma che una qualsiasi dimostrazione d’affetto potrebbe almeno lenire. Il monologo prosegue in una scena nera, dove si distinguono tre pannelli/tele muniti di rotelle che li faranno anche danzare in un valzer e che aiuteranno a raccontare la parabola di Ligabue dalla nascita alla morte, nel mezzo un’esistenza minata dal rifiuto e dalla frustrazione.

Mario Perrotta al Castello degli Ezzelini per Operaestate

La drammaturgia dà voce soprattutto all’ossessione, ai tratti stranianti, al dolore e al desiderio di amore di Antonio, la sua genialità è incarnata dai disegni che Perrotta esegue con maestria col carboncino sui fogli bianchi. Per prima si anima la giovane madre che l’ha abbandonato, in Svizzera dove Ligabue nacque tredici giorni prima dell’inizio del ‘900, con una manciata di ore che lo tirano per i capelli in un secolo ormai raffermo, invece di accoglierlo sulle ali del vento nuovo, nel nuovo secolo. Neanche un bacio, già da lì. Tra le montagne appuntite, è custodito da una mutter, Elisa, che non dà baci per non affezionarsi troppo ma vuole bene al bambino difficile, che la adora. È il momento anche dei primi segnali di comportamenti che deviano dalla norma e che da subito lo porteranno a conoscere la solitudine e il dileggio. Perrotta parla d’amore alla Elisa tratteggiata alle sue spalle accasciato a terra, un Cristo sdraiato tra le braccia della Pietà, ma non c’è pietà nella comunità di finzione che si vede minata dall’approdo di un diverso.
L’interprete cerca di restituire lo strazio di una mente vacillante e di un corpo sradicato con un periodare ossessivo, ripetitivo, con un andamento a tratti inceppato a tratti impetuoso, fluviale. Il fiume, il Po, Antonio ribattezzato Laccabue lo conoscerà quando sarà trasferito a Gualtieri paese d’origine del padre che decide di riconoscerlo formalmente, non per amore. Dovrà lasciare le sue montagne, picchi e abissi torneranno vividi anche sulle rive piane del Po e tra i suoi pioppeti, soli testimoni per tanto tempo della produzione di gran parte dell’opera per cui Ligabue sarà celebrato. Italiano, Tedesco e dialetto raccontano come in un caleidoscopio rotto Toni, lo scemo del paese (“al matt, al todesch”), oggetto di scherno e cattiverie ma così bravo a disegnare. Perrotta lo fa agitare senza tregua in una gabbia di sofferenza e di solitudine, dove il solo conforto sembra essere l’idea delle donne che potrebbero lenire tanto dolore — magari Ines — sono le uniche che potrebbero donarlo, quel bacio che non sarà dato. Ma l’isolamento gli consentirà di dare forma alla sua arte, che Ligabue si rende conto essere speciale, seppure solo quando avrà sessant’anni sarà conosciuta e riconosciuta e lo eleverà da quel sistema che l’aveva confinato ai margini, che aveva stigmatizzato la sua estraneità — nessuna immagine a evocare come un marchio i suoi dipinti nello spettacolo bassanese.
Perrotta si spende senza riserve, il suo monologo assillante dove il dolore e l’instabilità sono un basso continuo riesce a farlo sentire, quel fastidio che non si vorrebbe/dovrebbe sentire. A fine spettacolo ringrazia il pubblico, perché recitare dal vivo è un’altra cosa e solo da pochi giorni ha ripreso a farlo.
Caldi applausi, dal pubblico di Operaestate.

Pubblicità

Connessioni Contemporanee

Più visti

1

Cronaca

26-08-2025

Fermo restando

Visto 9.700 volte

2

Politica

27-08-2025

Robe da matti

Visto 9.616 volte

3

Attualità

28-08-2025

Codice Rosà

Visto 9.243 volte

4

Attualità

28-08-2025

Gli sphigati

Visto 9.198 volte

5

Politica

27-08-2025

Paolo…Rossi

Visto 8.965 volte

6

Politica

29-08-2025

Fuga di Gaz

Visto 8.540 volte

7

Attualità

29-08-2025

Syncro System: l’eccellenza negli allestimenti per furgoni

Visto 7.637 volte

8

Imprese

28-08-2025

Oro, ma non benon

Visto 5.943 volte

9

Interviste

25-08-2025

Bene o male, il mondo in serie dei nuovi detective

Visto 3.705 volte

10

Musica

26-08-2025

All'AMA, brilla il sole nero dei Prodigy

Visto 3.624 volte

1

Attualità

06-08-2025

Gran Dinale

Visto 18.136 volte

2

Politica

11-08-2025

Castellexit

Visto 17.129 volte

3

Attualità

07-08-2025

L’Ultimo Imperatore

Visto 16.070 volte

4

Attualità

08-08-2025

Pieve del 5Grappa

Visto 15.090 volte

5

Politica

18-08-2025

Scuola di polizzia

Visto 13.789 volte

6

Cronaca

06-08-2025

Attenzione: fragile

Visto 13.577 volte

7

Attualità

13-08-2025

Casino Municipale

Visto 11.661 volte

8

Attualità

22-08-2025

Odore di rivolta

Visto 11.314 volte

9

Attualità

07-08-2025

Via col veto

Visto 11.301 volte

10

Attualità

06-08-2025

Applausi a cena aperta

Visto 11.047 volte

Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente

4-11-18 Settembre 2025

3 appuntamenti in sala Martinovich a Bassano per parlare di Serie TV, Intelligenza Artificiale e dinamiche giovanili