Ultimora
14 Jul 2025 21:05
Dolomiti in musica,concerti Estate Tizianesca per Milano-Cortina
14 Jul 2025 18:19
Musumeci,Cdm delibera stato emergenza per maltempo nel Vicentino
14 Jul 2025 16:18
Figlia due madri,Corte Appello boccia ricorso Procura e Viminale
14 Jul 2025 16:11
'Mi dia almeno 18...', universitario bocciato scrive al prof
14 Jul 2025 15:14
Abbronzatura prudente, gli italiani preferiscono protezioni alte
14 Jul 2025 14:58
Gallarati Scotti Bonaldi nuovo presidente Confagri Veneto
14 Jul 2025 20:35
Garlasco: il test conferma un nuovo Dna, caccia a 'ignoto 3'
14 Jul 2025 20:32
Tregua armata sui dazi, nuove misure Ue per 72 miliardi
14 Jul 2025 20:02
Ucraina: Trump minaccia Putin, 'Pace in 50 giorni o dazi al 100%'
14 Jul 2025 20:08
Rimpasto a Kiev, una nuova premier amica degli Usa
14 Jul 2025 19:55
Braccio di ferro Italia-Ue sul golden power Unicredit
14 Jul 2025 19:27
Tredicenne adescata sui social e violentata a Monza
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
L'umanità ferita di Ligabue
Operaestate Festival ha portato in scena al Teatro al Castello Un bès - Antonio Ligabue, di Mario Perrotta
Pubblicato il 27-07-2020
Visto 1.265 volte
Il quinto appuntamento con Operaestate Festival ha portato in scena al Teatro al Castello Un bès - Antonio Ligabue. Sul palco Mario Perrotta, artefice di un progetto suddiviso in tre parti intitolato “Progetto Ligabue”, dedicato all’artista e all’uomo, alla sofferenza di Toni e al genio di Ligabue. Lo spettacolo, prodotto da Teatro dell’Argine — realizzato in collaborazione con Paola Roscioli per la regia e con Riccardo Paterlini per la ricerca — attore e progetto sono stati premiati in più occasioni, la prima al debutto nel 2013 con il Premio Ubu a Perrotta, come migliore attore.
Qualche timore per le nuvole scure che hanno portato un po’ di pioggia attorno all’orario dell’appuntamento, ma asciugate le sedie il pubblico ha potuto assistere senza disagi allo spettacolo, il disagio vero di un uomo speciale tutto rappresentato sul palcoscenico.
Perrotta-Ligabue entra in scena dalla platea, dal basso, e chiede implorando un bès, un bacio, negli occhi e nei gesti oltre che nelle parole i marchi a fuoco di una sofferenza di quelle che non guariscono certo con un bacio, ma che una qualsiasi dimostrazione d’affetto potrebbe almeno lenire. Il monologo prosegue in una scena nera, dove si distinguono tre pannelli/tele muniti di rotelle che li faranno anche danzare in un valzer e che aiuteranno a raccontare la parabola di Ligabue dalla nascita alla morte, nel mezzo un’esistenza minata dal rifiuto e dalla frustrazione.

Mario Perrotta al Castello degli Ezzelini per Operaestate
La drammaturgia dà voce soprattutto all’ossessione, ai tratti stranianti, al dolore e al desiderio di amore di Antonio, la sua genialità è incarnata dai disegni che Perrotta esegue con maestria col carboncino sui fogli bianchi. Per prima si anima la giovane madre che l’ha abbandonato, in Svizzera dove Ligabue nacque tredici giorni prima dell’inizio del ‘900, con una manciata di ore che lo tirano per i capelli in un secolo ormai raffermo, invece di accoglierlo sulle ali del vento nuovo, nel nuovo secolo. Neanche un bacio, già da lì. Tra le montagne appuntite, è custodito da una mutter, Elisa, che non dà baci per non affezionarsi troppo ma vuole bene al bambino difficile, che la adora. È il momento anche dei primi segnali di comportamenti che deviano dalla norma e che da subito lo porteranno a conoscere la solitudine e il dileggio. Perrotta parla d’amore alla Elisa tratteggiata alle sue spalle accasciato a terra, un Cristo sdraiato tra le braccia della Pietà, ma non c’è pietà nella comunità di finzione che si vede minata dall’approdo di un diverso.
L’interprete cerca di restituire lo strazio di una mente vacillante e di un corpo sradicato con un periodare ossessivo, ripetitivo, con un andamento a tratti inceppato a tratti impetuoso, fluviale. Il fiume, il Po, Antonio ribattezzato Laccabue lo conoscerà quando sarà trasferito a Gualtieri paese d’origine del padre che decide di riconoscerlo formalmente, non per amore. Dovrà lasciare le sue montagne, picchi e abissi torneranno vividi anche sulle rive piane del Po e tra i suoi pioppeti, soli testimoni per tanto tempo della produzione di gran parte dell’opera per cui Ligabue sarà celebrato. Italiano, Tedesco e dialetto raccontano come in un caleidoscopio rotto Toni, lo scemo del paese (“al matt, al todesch”), oggetto di scherno e cattiverie ma così bravo a disegnare. Perrotta lo fa agitare senza tregua in una gabbia di sofferenza e di solitudine, dove il solo conforto sembra essere l’idea delle donne che potrebbero lenire tanto dolore — magari Ines — sono le uniche che potrebbero donarlo, quel bacio che non sarà dato. Ma l’isolamento gli consentirà di dare forma alla sua arte, che Ligabue si rende conto essere speciale, seppure solo quando avrà sessant’anni sarà conosciuta e riconosciuta e lo eleverà da quel sistema che l’aveva confinato ai margini, che aveva stigmatizzato la sua estraneità — nessuna immagine a evocare come un marchio i suoi dipinti nello spettacolo bassanese.
Perrotta si spende senza riserve, il suo monologo assillante dove il dolore e l’instabilità sono un basso continuo riesce a farlo sentire, quel fastidio che non si vorrebbe/dovrebbe sentire. A fine spettacolo ringrazia il pubblico, perché recitare dal vivo è un’altra cosa e solo da pochi giorni ha ripreso a farlo.
Caldi applausi, dal pubblico di Operaestate.
Il 15 luglio
- 14-07-2023Si scontra con un’altra auto e poi sfonda la vetrina del bar
- 14-07-2022Ciao Presidente
- 14-07-2021I Fantastici 4
- 14-07-2017Frankenstein Junior
- 14-07-2017Fatture false, Guardia di Finanza sequestra la somma di 150.000 euro
- 14-07-2016Cantiamogliene quattro
- 14-07-2015La querela cade in acqua
- 14-07-2015Bassano, potenziamento del servizio dei vigili di quartiere
- 14-07-2015Mister Kalashnikov
- 14-07-2014Filippin...alla Mario Götze
- 14-07-2014Il Ponte delle “Bugie”
- 14-07-2014Quant'è complessa la semplificazione
- 14-07-2012La scomparsa del “conte volante”
- 14-07-2011Meningite: “Caso ragionevolmente concluso”
- 14-07-2011Ma la notte...Sì
- 14-07-2009Primo sciopero dei blog
- 14-07-2009L’Orchestra del teatro La Fenice a Bassano per l’Abruzzo