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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Reparto Maternità

Dopo la conferenza stampa di “è il Momento” e Gianni Zen sulla riqualificazione della Scuola Mazzini, Paolo Retinò con Bassano per tutti rivendica la primogenitura del progetto. “Ripreso il nostro Masterplan Mazzini 3.0, presentato settimane fa”

Pubblicato il 28-04-2024
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C’era una volta la paternità.
La paternità di un progetto, di uno scritto, di un’iniziativa. E cioè l’appartenenza dell’idea originaria di qualcosa a una determinata persona.
Oggi il capolista di Bassano per tutti-Europa Verde Paolo Retinò interviene sulla proposta di riqualificazione della Scuola Mazzini, presentata ieri in conferenza stampa dalla lista civica “è il Momento” con il candidato sindaco Gianni Zen, e ne rivendica la maternità. E siccome di mamma ce n’è una sola, non c’è spazio per altri pretendenti.

24 giugno 2021: Paolo Retinò e la consigliera comunale Erica Fontana annunciano la raccolta firme per salvare la Mazzini (archivio Bassanonet)

Così è se vi pare: l’intervento di Zen e della sua lista ha generato un lungo ed articolato comunicato stampa di replica nel quale Retinò ricorda tutte le battaglie svolte in questi anni con Bassano per tutti, unitamente a Europa Verde, per il salvataggio della Mazzini, culminate con la proposta del Masterplan Mazzini 3.0, presentata nelle scorse settimane, che delinea il ripensamento della scuola primaria del centro storico ad uso promiscuo, scolastico, formativo e sociale.
“Siamo felici che oggi ancora una volta si usino in modo massiccio le nostre proposte alla città, come è stato poco tempo fa per il Parco a sud - afferma il capolista -, solo vorremmo che ne fosse riconosciuta la maternità.”
Retinò contesta a Zen di avere girato la frittata (le parole sono mie, ma il senso è questo) rispetto a quanto da lui stesso dichiarato sulla Mazzini nel confronto tra candidati sindaci di qualche giorno fa organizzato dal consiglio di quartiere Centro Storico.
Inoltre, circa la proposta di spostare alla Mazzini gli studenti della media Vittorelli, fa presente che Zen non si è mai confrontato preventivamente al riguardo con il Consiglio di istituto, di cui Retinò e ancora il presidente.
Alla replica di Retinò si associa anche l’esponente di Europa Verde Renzo Masolo, che in un suo post pubblicato oggi su Facebook esprime pure il proprio rammarico sulla proposta di Zen “nella quale non c’è nessuna novità se non un patchwork di proposte già conosciute e uscite dai due gruppi politici, Bassano per tutti e il circolo cittadino di Europa Verde, che negli ultimi anni si sono maggiormente impegnati per difendere la scuola Mazzini dalla chiusura (prima); e una volta chiusa per dimostrare alla città che questa scuola dev’essere riaperta rinnovandola, rivalorizzandola e ripensandola anche da un punto di vista urbanistico, del verde, viabilistico e culturale.”
Benvenuti, egregi lettori, al Reparto Maternità.

COMUNICATO

Spett.li redazioni,

chiedo una replica agli articoli usciti tra il 27 e il 28 aprile su varie testate locali.
Si parla ancora una volta, l’ennesima, di scuola Mazzini. La lista civica “È il momento“ e il suo candidato sindaco Gianni Zen sostengono che, sul tema, “in questi anni ne hanno pensate di tutti i colori“: in effetti è proprio così, e ora - lo dico con rispetto ma con fermezza - si è aggiunto un altro colore.
Parto da un punto: nessuno che, disquisendo di Mazzini, parli mai dei bambini.
Nel 2021, nel silenzio generale sulle sorti dell’edificio, ho contribuito insieme alla lista Bassano per tutti ed Europa Verde a tenere alta l’attenzione sull’edificio e sui suoi bambini, mentre l’amministrazione Pavan e l’assessore Scotton li trattavano come pacchetti postali. Anni in cui anche il prof. Zen (marzo 2022) sosteneva sul GdV che la scuola non era adatta, che c’erano pochi bambini e si doveva aprire lì un polo della formazione, cosa che ha ripetuto pochi giorni fa all’incontro per candidati sindaci organizzato dal Consiglio di quartiere Centro Storico, sostenendo - in buona compagnia devo dire con altri candidati ad eccezione di Roberto Campagnolo - che la scuola Mazzini debba diventare luogo della formazione e addirittura ospitare un ITS. Insomma: un edificio inadatto a ospitare dei bambini ma adatto ad una trasformazione per ospitare l’alta formazione. Interessante.

Credo che un conto sia riflettere su “dove fare un teatro”, altro è invece continuare il carosello Mazzini/Vittorelli sulla pelle dei tanti bambini che frequentano la scuola.
Si parla tanto di comunità, condivisione e partecipazione: è stato ascoltato a riguardo il Consiglio di istituto? Lo dico io: no! Perché ne sono ancora Presidente, per quanto in scadenza. Ma aggiungo: chi parla della Mazzini ne ha studiate a fondo le planimetrie? Ha studiato la relazione tecnica che ne ha sancito la chiusura temporanea? Ha valutato il numero di aule per le classi e i laboratori? Ha valutato gli spazi necessari per l’indirizzo musicale? Ha fatto un ragionamento su come migliorare la qualità della didattica? Si è confrontato con le persone che la vivono per capire se le proposte sono condivise?
Insomma: ci si è resi conto che parlare di Mazzini e Vittorelli significa parlare di una comunità? Una comunità nei fatti, non nelle parole.

Un appunto sulla demografia. L’ottimo annuario statistico del Comune di Bassano (shorturl.at/wJPX3), che dovrebbe essere la base scientifica di ogni ragionamento politico, mostra chiaramente che i quartieri di riferimento della scuola Mazzini non sono in sofferenza (anzi, è vero il contrario) rispetto ad altri quartieri di Bassano: eppure, quando si parla di chiusura di scuole, si prendono sempre ad esempio la scuola Mazzini e quella di Rondò, due scuole in quartieri con un numero di bambini - rispetto ai dati d’oggi - alto.
Sarà che l’accanimento con queste due scuole dipenda da altro e non dalla demografia?

E non si capisce il riferimento del prof. Zen al dimensionamento scolastico previsto da legge dello Stato: il dimensionamento riguarda prevalentemente le dirigenze scolastiche, non i singoli plessi. È verosimile, certo, che nel prossimo futuro a Bassano avremo due dirigenze anziché tre, ma l’apertura o meno dei plessi dipenderà dalla quantità di bambini, non dal numero degli istituti comprensivi. Il dimensionamento e la Mazzini non sono in stretta correlazione.

Da anni Bassano per tutti ed Europa Verde sono attivi su questi temi: abbiamo raccolto 500 firme (vere!) per la Mazzini, abbiamo fatto campagne con la città, organizzato un flash mob, ascoltato il quartiere e i genitori, abbiamo studiato (tanto!). E da tempo, anche nel nostro programma elettorale, abbiamo capito che è fondamentale rivedere la geografia scolastica per governare il calo demografico e non subirlo.

Arrivo alla pars construens. Qualche mese fa abbiamo presentato un masterplan sulla scuola Mazzini, perché siamo consapevoli che la ristrutturazione non è economicamente sostenibile per i soli bambini della primaria. Il masterplan, che riallego (shorturl.at/jtIQ6), si intitola Mazzini 3.0.
Prevede una riapertura della scuola a uso promiscuo: una parte per la scuola primaria, una parte per un’aula studio “come all’università”, una parte per casa delle associazioni. Proponiamo anche eventi culturali, summer school come il jazz festival che proprio lì si teneva anni addietro, summer school universitarie e molto altro.
Una proposta molto simile a quella presentata ieri urbi et orbi da Zen e la lista “È il momento”.
Noi siamo per la libera circolazione delle idee, quindi siamo felici che oggi - nonostante le parole di qualche giorno (e anche di qualche anno) fa del prof. Zen - ancora una volta si usino in modo massiccio le nostre proposte alla città, come è stato poco tempo fa per il Parco a sud.
Ne siamo felici, perché le nostre sono proposte che facciamo per il bene comune. Solo vorremmo che ne fosse riconosciuta la maternità: perché tre anni fa noi e altri, in difesa della Mazzini, c’eravamo e abbiamo dedicato il nostro tempo all’attivismo, facendo in modo che la Mazzini rimanesse un tema della città nonostante il silenzio dell’amministrazione e dei tanti che ora ne parlano.

Questo è per noi la politica: fare fatica, stare nei luoghi dove si generano i conflitti cercando di stemperarli e risolverli con la mediazione, con lo studio, con il dialogo. La politica per noi è mettersi, umilmente, al servizio della città, perché noi, pur avendo studiato, non ci sentiamo professori della politica. Ci sentiamo artigiani e artigiane, operai e operaie, in formazione permanente, in ascolto.

È vero che nell’era moderna spesso il flusso di parole offusca il fatto in sé, ma noi continuiamo a pensare a una politica che metta prima il dato oggettivo e poi la sua narrazione. Altrimenti si innova la forma, ma non si incide sulla sostanza.

Paolo Retinò
Capolista Bassano per tutti - Europa Verde per Roberto Campagnolo Sindaco.
A nome delle donne e degli uomini che su questo tema hanno qualcosa da dire.

Allego due link: il profilo Facebook del comitato La Mazzini futura
(www.facebook.com/LaMazziniFutura) e un mio video del 2022
(fb.watch/rJIjOruGro/) sull’argomento

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