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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Robe da matti

I commenti della politica all’accoltellamento del docente del Brocchi a Bassano. C’è chi interviene per sottolineare l’esigenza di prevenire il disagio sociale e mentale, chi per rievocare vecchie storie e chi per tornaconto elettorale

Pubblicato il 27-08-2025
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Questa seconda parte di agosto 2025 è stata caratterizzata, per quanto ci riguarda, da due notizie di cronaca legate da un invisibile filo rosso, anche se ovviamente distinte per dinamica e conseguenze e benché la seconda sia molto più grave della prima.
La prima notizia è stata l’aggressione con pestaggio ai danni del direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana Carlo Bramezza, avvenuta in pieno centro storico a Treviso e compiuta da uno squilibrato senza una motivazione esplicitamente dichiarata.
La seconda è stata l’aggressione con accoltellamento di un docente del Liceo Brocchi, avvenuta in viale XI Febbraio a Bassano ad opera di un dissennato che avrebbe reagito col tentato omicidio al rifiuto di una sigaretta.

La stazione di Bassano, il luogo del “fine corsa” per il presunto accoltellatore del docente del Brocchi (foto Alessandro Tich)

L’invisibile filo rosso che collega i due episodi di violenza è che si tratta di robe da matti, non riconducibili ai canoni della cosiddetta microcriminalità urbana: singoli individui che chiunque può incrociare per strada e che per qualsiasi motivo, anche il più futile o persino senza una evidente causa effettiva, possono andare all’improvviso via di testa a scapito dell’incolumità altrui.
Gli sviluppi di cronaca delle due separate vicende sono già noti perché dati costantemente in pasto agli organi di informazione.
Ma faccio comunque un po’ di rewind del nastro per farvi comprendere meglio le dichiarazioni che seguiranno.

L’aggressore di Bramezza, un 37enne di Treviso che era sottoposto agli arresti domiciliari con la prescrizione del braccialetto elettronico per una storia di atti persecutori verso i suoi ex datori di lavoro, è tornato in libertà.
Lo scorso maggio la condanna per stalking e danneggiamenti che lo ha riguardato è infatti passata in giudicato, senza ricorso di appello in secondo grado, cancellando di fatto tutte le misure cautelari. Compreso l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, che peraltro gli è stato disattivato subito dopo la sentenza ma senza che nessuno si prendesse la briga di toglierlo dalla caviglia del diretto interessato.
Per questo motivo, al momento dell’aggressione ai danni del Dg dell’Ulss 7 Pedemontana, l’apparecchio non ha “suonato”.
Dopo aver picchiato il manager sanitario, l’uomo era stato nuovamente arrestato dai Carabinieri, ma per aver trasgredito al divieto di avvicinarsi al pubblico esercizio dei suoi ex titolari, ubicato sempre in centro a Treviso.
È stato il giudice del processo per direttissima ad accorgersi dell’improprio mantenimento del braccialetto elettronico, e in conseguenza dell’invalidità dell’arresto, in ragione delle misure cautelari scadute.
In merito all’aggressione ai danni di Bramezza, si attendono ora la conclusione degli accertamenti e le decisioni della Procura di Treviso che non escludono un nuovo provvedimento cautelare nei confronti del 37enne: ma questa è un’altra storia.
Per quanto riguarda invece il presunto accoltellatore (un 33enne originario del Trevigiano, senza fissa dimora, con precedenti) del docente del liceo Brocchi sarò molto più breve perché il suo arresto è avvenuto nelle scorse ore e i primi sviluppi sono ancora in corso.
Fermato ieri attorno a mezzogiorno da Carabinieri e Polizia davanti alla stazione ferroviaria di Bassano del Grappa e interrogato poi dal Pm che in serata ha convalidato il fermo in arresto, l’uomo si trova attualmente rinchiuso in carcere a Vicenza, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Dovrà rispondere dell’accusa di tentato omicidio.

Fin qui la cronaca. Perché adesso, egregi lettori, arriva la politica.
Quella politica che non manca mai a cavallo dell’onda emotiva suscitata da fatti di questo genere e nella fattispecie, trattandosi della notizia del momento, dall’accoltellamento di Bassano.
Già ieri vi avevo riferito del commento a caldo del governatore Luca Zaia.
Il quale, tra le altre cose, ha affermato:
“Rischiare la vita perché un balordo violento ti accoltella alla schiena per il rifiuto di una sigaretta, o senza alcun motivo come è accaduto al direttore generale dell’Ulss Pedemontana Bramezza nella sua città di residenza, non è ammissibile in una terra civile e pacifica come il Veneto.”
Per non parlare del comunicato dell’europarlamentare Elena Donazzan che in una fase di estasi da “Top Crime” ha riferito di avere assistito per pura casualità all’arresto del presunto accoltellatore del professore del Brocchi mentre lei stava transitando in macchina davanti alla stazione di Bassano, dichiarando nei riguardi delle forze dell’ordine:
“Avrei voluto scendere dall’auto e applaudire: dovremmo sempre dimostrare affetto e vicinanza a chi rischia quotidianamente per la nostra sicurezza.”
Sempre ieri, ma non me ne sono occupato per motivi di spazio, è pervenuto in redazione anche un intervento della consigliera regionale del Partito Democratico
Chiara Luisetto, secondo la quale fatti come l’accoltellamento di Bassano “ci scuotono e ci interrogano come società”.
È stato il preannuncio di una diversa chiave di lettura del problema.

“Non sono sufficienti più telecamere, più agenti e pattuglie e più strumenti - ha affermato infatti l’esponente Dem -. Servono, certo, ed è fondamentale che la politica intervenga con investimenti e risorse, ma non risolvono il problema.”
“Tornare a parlare di sicurezza quando ci si confronta con fatti violenti è inevitabile, ma l'escalation di atti di assurda efferatezza a cui assistiamo anche in realtà locali che pensiamo sicure, rende necessaria una lettura in profondità di questi episodi, come quello accaduto a Treviso ai danni del Dg dell’Ulss7 nei giorni scorsi”, ha aggiunto.
“Siamo ancora sicuri - ha chiesto Luisetto - che basti la repressione? Non è arrivato il momento di discutere e attuare una prevenzione su diversi fronti? Dall'esclusione sociale alla salute mentale, temi sottovalutati e lasciati in fondo alle priorità della politica. Considerare gli aspetti sociali come scollegati dalla violenza a cui assistiamo allontana dalle soluzioni.”
“Se vogliamo davvero costruire comunità sicure, dobbiamo investire in prevenzione e sostegno: operatori formati, rafforzamento dell'alleanza scuola-famiglia per agire in maniera efficace a sostegno della crescita dei ragazzi, servizi territoriali capillari e capaci di intercettare il disagio prima che diventi dramma - ha puntualizzato la consigliera PD -. È più difficile e meno immediato che installare una telecamera, me ne rendo conto, ma è una strada che diventa sempre più importante percorrere se vogliamo vivere in un Veneto più sicuro, che si non si limiti a rincorrere le emergenze.”
“Un pensiero di vicinanza - ha concluso - va alle persone aggredite, a chi vive il disorientamento e la paura per fatti che lasciano sgomenti: il modo migliore per manifestare vicinanza credo sia impegnarci oltre gli slogan per costruire le basi di una sicurezza sociale che riguarda tutti noi.”
Così la Luisetto, in modalità Mission: Impossible.

Non è mancato ieri anche il commento sull’aggressione di Bassano del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Joe Formaggio, già in trance agonistica per l’imminente voto regionale.
“Voglio esprimere la mia più totale solidarietà al professore bassanese aggredito e pugnalato a tradimento per una sigaretta negata e inviare un augurio di pronta guarigione. Bassano del Grappa non diventerà, come Vicenza, ostaggio di criminali: c’è piena fiducia nell’amministrazione di centro destra di Nicola Finco e dell’assessore, già funzionario di Polizia, Alessandro Campagnolo, che sono già al lavoro per trovare il responsabile. Bassano non sarà ostaggio di questi delinquenti”, ha dichiarato Formaggio quando ancora non si era diffusa la notizia dell’arresto del presunto accoltellatore.
“Apprendo inoltre - ha continuato l’esponente FdI - che il balordo che ha pestato a sangue il Dg Bramezza è già a piede libero nonostante sia stato denunciato: addirittura, gli sono stati revocati gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico, pare per un errore burocratico.”
È a questo punto che Joe da Albettone è partito in quarta con la propaganda mascherata da dichiarazione politica:
“È evidente che occorre al più presto la riforma della magistratura anche sotto questo aspetto, tanto voluta dal Governo Meloni. La Regione del Veneto ha sempre fatto la propria parte per dotare gli enti locali di maggiori strumenti atti a prevenire il contrasto alla criminalità: lo dimostrano i fondi messi a disposizione in questi anni. Sarà fatto anche con la prossima legislatura a guida centro destra.”
Una affermazione di puro tornaconto elettorale: Formaggio, ma non solo lui, è già in mezzo alla campagna.

Ma non è tutto, perché l’accoltellamento del docente del Brocchi fa rievocare anche una vecchia storia di cronaca e di politica bassanese, risalente ad alcuni anni fa.
E per la precisione al 2017 - durante l’amministrazione del sindaco Poletto -, quando le pagine dei media locali vennero riempite dal caso di un noto cantante originario di questo territorio, che denunciò di essere stato aggredito a scopo di rapina e ferito con un’arma da taglio in quartiere Firenze da parte di “tre maghrebini armati di coltello che volevano soldi”.
Una notizia che destò inevitabilmente un forte allarme sociale e un senso generale di insicurezza in città, con aspre polemiche sul piano politico.
Salvo poi appurare ben presto, grazie alle indagini dei Carabinieri che inchiodarono il denunciante alle proprie responsabilità, che il cantante si era inventato tutto, con conseguente denuncia nei suoi confronti per simulazione di reato, calunnia e procurato allarme.
All’epoca di quella denuncia per tentata rapina, poi dimostratasi una clamorosa bufala, l’assessore comunale alla Sicurezza era Angelo Vernillo.
E oggi Bassano Passione Comune, la lista civica di Poletto e di Vernillo, ha trasmesso per il tramite della portavoce Anna Taras un suo “commento politico al fatto di cronaca di questi giorni”, esprimendo anche ed ovviamente la “massima solidarietà” al professore vittima dell’aggressione.
Il comunicato della lista civica, che rimanda ad un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, ripropone la dichiarazione di otto anni fa di Nicola Finco, allora consigliere regionale, su quella notizia che tanto aveva scosso l’opinione pubblica locale, prima che i Carabinieri scoprissero l’inghippo.
“Non ci si può più nascondere come sta facendo da mesi questa amministrazione - dichiarava Finco -. Bassano non è sicura, è una città allo sbando. La vicenda (…) è solo la punta di un iceberg. Baby gang, rapine, furti e piccola criminalità sono all’ordine del giorno ma c’è chi preferisce girare la testa dall’altra parte dicendo che va tutto bene.”
“Nicola Finco, il 12 settembre 2017, commentava così la notizia di un’aggressione in città, rivelatasi nel giro di 24 ore un’invenzione della vittima - rimarca Bassano Passione Comune -. Cosa dice, ora che è sindaco, a fronte dell’ennesima aggressione reale e ben più grave?”.
The answer, my friend, is blowin’ in the wind

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