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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Il "Tich" nervoso

Sturmtruppen

Giochi senza frontiere. Ovvero il caso Salvini-Mara Bizzotto-Borghezio: Lega Nord vs Napolitano, Martin Schulz vs Lega Nord. E l'Europa ci guarda

Pubblicato il 05-02-2014
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Metti un posto dove non ti vedono proprio in quattro gatti, come il Parlamento Europeo in seduta plenaria solenne; i riflettori accesi sulla visita del Presidente della Repubblica Italiana e la possibilità di fare un po' di casino che piace tanto a televisioni e giornali: e l'“esposizione mediatica” è servita.
Nei pochi secondi di contestazione a Giorgio Napolitano nell'aula di Strasburgo, l'onorevole Mara Bizzotto - con tanto di maglietta griffata “Napolitano non è il mio presidente” - è riuscita ad ottenere quello che non ha ottenuto in cinque anni di mandato in Europa: la visibilità sulle testate giornalistiche italiane ed europee.
In altre parole: si sono accorti di lei. Eppure l'esponente bassanese del Carroccio avrebbe meritato maggiore attenzione da parte dei media (mi riferisco ai media nazionali) per le cose che fa tra Strasburgo e Bruxelles: anche nel 2013 infatti - e per il terzo anno consecutivo - ha vinto la medaglia di “miglior europarlamentare italiano” per numero di atti effettuati (interrogazioni, interventi, dichiarazioni di voto, risoluzioni) secondo la classifica di mepranking.eu.

Il presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz (da europarl.europa.eu)

Un curriculum che tuttavia impallidisce - sotto il profilo della notiziabilità - di fronte al colpo di teatro messo in scena ieri assieme a Matteo Salvini e Mario Borghezio, reso ancora più teatrale dalle rimostranze del resto dell'assemblea e dalla trafelata corsa degli impeccabili commessi dell'Europarlamento per sequestrare i volantini e cartelli anti-Euro sciorinati dai tre leghisti per l'occasione.
Non è stata la protesta “No Euro” in sé a suscitare i fischi e i “buu” dell'emiciclo, quanto il contesto nel quale si è verificata e la modalità con la quale è stata manifestata. Col risultato che il presidente del Parlamento Europeo, il tedesco Martin Schulz, si è arrabbiato di nuovo, e di brutto.
Schulz non è nuovo a provocazioni made in Italy: in passato, quando era ancora il capogruppo degli eurosocialisti, era stato definito un “kapò” nel leggendario intervento in aula di Berlusconi, che tentò di irriderlo quasi che Schulz fosse un ufficiale delle Sturmtruppen, i soldati tedeschi dei fumetti noti per non essere propriamente dei fulmini di guerra.
E anche adesso, come allora, Herr President non le manda a dire: incalzato ieri dagli eurocronisti dopo la bagarre anti-Napolitano, ha dichiarato che la contestazione della Lega è stata un episodio “semplicemente deplorevole” fatto “per puro scopo elettorale”, cosa che “rappresenta un abuso”.
Una vicenda controproducente, secondo Schulz, tanto più che gli esponenti del Carroccio sono “totalmente isolati” nell'Europarlamento. “Il comportamento di una parte della delegazione leghista - ha concluso - non rende onore al Parlamento Europeo.”
Ancora più drastico e velenoso David Sassoli (Pd), ex volto noto del Tg1 e oggi europarlamentare del gruppo Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici: “La sceneggiata di sei clown leghisti è stata la patetica e triste esibizione di chi è continuamente alla ricerca di un circo.”
Tutti contro tutti, insomma, neanche fosse un'edizione speciale di Giochi senza frontiere.
Nel frattempo Mara Bizzotto ha emesso sull'episodio il suo puntuale comunicato stampa, che altrettanto puntualmente - secondo una sua radicata euroconsuetudine - non è stato trasmesso alla redazione di Bassanonet.
“Degli attacchi di Schulz, Sassoli e dei loro amici comunisti e socialisti ce ne importa ben poco - afferma l’eurodeputata -. Come Napolitano, diventato ormai il vero padrone della politica italiana, ha tutto il diritto di dire e fare ciò che vuole, così noi abbiamo lo stesso sacrosanto diritto di contestare le sue posizioni “filo euro” che hanno portato il Paese nel baratro.”
“Napolitano - incalza la euroMara - non è il mio Presidente! E anche oggi, qui a Strasburgo, abbiamo sentito la solita vuota retorica europeista e le solite chiacchiere di chi è da annoverare, politicamente, tra i maggiori responsabili della deriva del nostro Paese.” “Abbiamo tutto il diritto - continua - di non sentirci rappresentati da Napolitano, che ha svenduto il Paese ai poteri forti di Bruxelles e che è stato il vero regista dei Governi Monti e Letta: governi nati da un ‘furto di democrazia’, che gli italiani non hanno mai votato e che hanno affamato il popolo e distrutto la nostra economia con il record mondiale di tasse.”
“Mentre Napolitano - si chiede ancora la Bizzotto - ci ricorda ogni giorno quanto belli sono l’Europa e l’euro, chi pensa a tutelare i diritti di milioni di italiani disoccupati e delle loro famiglie distrutte dall’euro e dalle folli politiche d’austerità imposte dalla UE?”.
Domande che, come fatto chiaramente intendere dallo stesso segretario Salvini (“Il voto di maggio spazzerà via queste Euro Follie”), per il Carroccio dovrebbero trovare risposta nell'urna elettorale.
Intanto si consegna agli archivi il piccolo grande show nell'aula di Strasburgo che ad alcuni dei suoi protagonisti ha garantito il quarto d'ora di notorietà profetizzato da Andy Warhol. Suscitando le ire, risentite e imbarazzate, del presidente tedesco: ma questa volta, a giudicare dalle reazioni sollevate dall'accaduto, le Sturmtruppen siedono dall'altra parte.

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