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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Il "Tich" nervoso

La figura del baccalà

Il grottesco episodio riferito all'assemblea di Confcommercio dal presidente Chenet getta luce sul più grande ostacolo per il decollo del turismo nel nostro territorio: la mentalità statale

Pubblicato il 26-09-2012
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Elena Pavan

“Il turismo è il petrolio sotto i nostri piedi” - sostiene Luca Maria Chenet, presidente di Confcommercio Bassano, la categoria che rappresenta le imprese del commercio, turismo e servizi.
Peccato che ogni tanto spunti qualche falla, e alcune gocce di petrolio si disperdano nel nulla. E' quanto emerge dal bizzarro episodio raccontato dallo stesso Chenet nel corso della sua relazione all'Assemblea Sociale di Confcommercio Bassano, di cui riferiamo ampiamente in un altro articolo.
Di cosa stiamo parlando? Della “Via Querinissima”: la manifestazione in onore del baccalà e del suo “scopritore” - il capitano della Serenissima Pietro Querini - che la scorsa estate, grazie a una sinergia vicentino-norvegese, ha messo in moto una vera e propria “spedizione” di 60 stoccafissi, trasportati a rimorchio di una Fiat 500 dalla località di Røst, sulle Isole Lofoten, a Venezia.

Foto Alessandro Tich

Tra le tappe del lungo itinerario dal Circolo Polare Artico alla Laguna c'era anche la città di Bassano del Grappa, che domenica 2 settembre ha accolto la delegazione dello stoccafisso organizzando due momenti speciali: il trasporto sotto il Ponte Vecchio dei 60 stoccafissi su una zattera multipla costruita e condotta dagli Zattieri del Brenta e il “Menù Querinissimo”, degustazione di specialità a base del pesce nordico a cura di quattro chef del “Gruppo Ristoratori del Bacalà alla Vicentina” nella spettacolare sede di Palazzo Sturm.
Ma l'intero evento turistico-gastronomico, a quanto pare, ha fatto i conti senza l'oste.
“Qualche domenica fa - ha riferito Chenet nel suo intervento - ho partecipato a una bella manifestazione a Bassano, dedicata al baccalà e che ha visto protagonista anche Valstagna, coinvolgendo quindi il comprensorio. Nella stupenda cornice di Palazzo Sturm è stata realizzata una degustazione di ricette a base di baccalà. Pagando 10 euro si potevano assaggiare quattro pietanze: il baccalà alla Fiamminga, alla Trentina, la zuppa di baccalà e il baccalà alla Vicentina. C'erano molte persone, anche dei norvegesi.
Ma alle ore 13, quando la gente stava ancora continuando ad arrivare, il custode di Palazzo Sturm ci ha detto che doveva chiudere i cancelli perché altrimenti scattava l'allarme. Siamo stati costretti a rimborsare il biglietto perché bisognava liberare le sale. Incredibile! Mi chiedo: che ricordo porteranno a casa i turisti di quella giornata?”.
L'aneddoto reso pubblico in assemblea è stato additato dal presidente di Confcommercio come un esempio “della mancanza di lealtà verso il nostro territorio e di quelle sinergie che sono assenti anche nelle piccole cose”.
Inutile fare dunque discorsi e proclami sullo sviluppo turistico del nostro territorio - che avrebbe le carte in regola, come scrive Bruno Bernardi nello spazio del commenti di Bassanonet, per diventare le Cinque Terre o la Camargue del Veneto - se poi caschiamo come un pero cotto sui fondamentali.
Ed è inutile fare squadra e marketing territoriale sul richiamo turistico dell'area bassanese - come rilevato ancora da Chenet in assemblea - se nella stessa squadra non gioca “anche il burocrate”.
E non possiamo che dargli ragione: perché il grottesco episodio di Palazzo Sturm ha messo a fuoco due aspetti su cui non possiamo fare finta di niente.
Il primo è l'evidente mancanza di comunicazione interna tra gli uffici e le strutture del Comune. La tappa bassanese della “Via Querinissima” aveva il patrocinio del Comune di Bassano e Palazzo Sturm è sede dei musei della Ceramica e dei Remondini, e rientra quindi nel complesso del Musei Civici comunali.
Sembra impossibile che qualche dirigente o funzionario non si sia accorto che l'orario concordato per la degustazione aperta al pubblico strideva con le esigenze degli allarmi del Palazzo e con gli orari domenicali del personale di turno.
Ma il blackout di comunicazione, in questo caso, ha raggiunto anche le stanze “politiche” dei bottoni: lo stesso sindaco Cimatti, intervenuto all'assemblea dei commercianti, ha ammesso pubblicamente di non essere stato a conoscenza dell'accaduto.
Il secondo è un riscontro più generale. L'interruzione per “motivi tecnici” dell'appuntamento conviviale getta infatti luce sul più grande ostacolo per il decollo del turismo nel nostro territorio: la mentalità statale.
Il turismo è per sua definizione un'attività di iniziativa privata. Produce un notevole indotto per le imprese del commercio e dei servizi e dà da mangiare ad alberghi e ristoranti, che a loro volta danno da mangiare ai tanti ospiti italiani e in gran parte stranieri, affamati di specialità enogastronomiche tipiche ma anche e soprattutto, come sottolinea il presidente della categoria degli Albergatori Roberto Astuni, “di territorio”.
Ma il territorio non è solo rappresentato dalle splendide colline, dall'escursionismo sul Brenta, dalle manifestazioni locali o dalle ciclopiste.
Ci sono musei e altri luoghi e monumenti di attrazione turistica - di proprietà statale o comunale - da visitare. Il privato, in campo turistico, non può fare a meno del pubblico. Come dappertutto, del resto.
Ma quando i due mondi - che notoriamente funzionano a due diverse velocità - si incontrano nel nome del marketing territoriale può accadere il “corto circuito” tra le opposte mentalità. Cosa che, nel caso di Palazzo Sturm, si è purtroppo verificata.
Per carità: nulla da eccepire sulle regole di utilizzo delle sedi dell'Ente pubblico e sui diritti sindacali e i tetti di straordinario del personale comunale.
Ma intanto, con quello che è successo alla “Via Querinissima”, Bassano ha fatto la figura del baccalà.

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