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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Solo per i tuoi gnocchi

San Michele Arcangelo, la Via Francigena, i lunari dei Remondini e le patate di Rotzo. Alla festa patronale di San Michele, la cena-evento “Gnocchi et vino - L’arte del convivio” getterà luce su collegamenti culturali inattesi

Pubblicato il 19-09-2025
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Ma guarda un po’. Ci sono, tra gli altri, l’assessore comunale della Lega Giada Pontarollo ma anche il consigliere comunale di opposizione e capogruppo consiliare del PD Roberto Campagnolo.
Possiamo quindi dire che è un’alleanza bipartisan.
Tuttavia, visto l’argomento della conferenza stampa convocata presso l’azienda agricola Vignaioli Contrà Soarda, tra le colline della frazione di San Michele, direi che si tratta piuttosto di un’alleanza bi-parmisan: sugli gnocchi, infatti, un po’ di parmigiano grattugiato ci sta alla grande.

Foto Alessandro Tich

Perché è di gnocchi che stiamo parlando, egregi lettori, e Gnocchi con la “G” maiuscola: fatti a mano con le patate di Rotzo, riconosciuta eccellenza di nicchia dell’agricoltura di montagna.
Saranno i protagonisti della cena a tema su prenotazione ed evento culturale “Gnocchi et vino - L’arte del convivio”, in programma giovedì 25 settembre alle ore 20 presso il centro socio ricreativo di San Michele, nell’ambito della 30sima edizione della festa del patrono della frazione, San Michele Arcangelo.
L’evento gastronomico sarà accompagnato da racconti su questa antica tradizione legata al patrono, affidati al critico e storico dell’arte Mario Guderzo, al presidente della scuola di grafica Remondini Flavio Reffo e al presidente dell’associazione Merlin Cocai Otello Fabris.
La serata sarà inoltre allietata dalla musica dal vivo dei Maggie’s Mood.
Avviso preventivo ai naviganti buongustai: la cena, con 123 posti a sedere, è già “sold out”. Pertanto, se non siete tra i 123 commensali già previsti, questo argomento non è da pregustare ma soltanto da leggere.
L’iniziativa, patrocinata dall’amministrazione comunale, prende ispirazione da documenti storici: in primis dagli antichi lunari e calendari che venivano stampati dai Remondini. Vi si leggeva infatti che il 28 settembre, vigilia della ricorrenza di San Michele, era il giorno perfetto per impastare a mano “i gnocchi di San Michel di patate”, utilizzando rigorosamente le tipiche patate di Rotzo.
Una seconda curiosità è costituita dalle ricette di preparazione degli gnocchi descritte nel ‘500 dal frate benedettino e poeta maccheronico Teofilo Folengo, alias Merlin Cocai.
Tutte queste Breaking News culturali, ma non solo, saranno portate dai tre relatori all’attenzione degli ospiti che verranno a degustare tre diversi piatti di gnocchi fatti a mano, conditi con ragù di carne o pomodoro, con funghi e Asiago e con gorgonzola e noci.
Insomma: sarà una serata davvero…magna.

Il consigliere comunale Roberto Campagnolo, che a San Michele risiede e che è anche componente del comitato organizzatore, svolge il ruolo di cerimoniere della conferenza stampa.
“L’idea di questa cena - rivela - nasce da Mario Guderzo, che l’anno scorso prima di Natale ha tenuto una conferenza a San Michele per conoscere la storia di San Michele Arcangelo e della chiesa parrocchiale a lui dedicata.”
Non solo gnocchi, dunque: come sottolinea Sabrina Pellanda, coordinatrice della festa patronale di San Michele, sarà una serata che “unisce cultura, tradizione e convivialità”.
“L’anno scorso abbiamo già organizzato un evento a sostegno del restauro della cappella della chiesa - riferisce Enrico Feltrin, presidente del consiglio di quartiere -. Lo ripetiamo anche quest'anno, con una serata soprattutto culturale che farà degustare gli gnocchi con le patate di Rotzo.”
Giada Pontarollo, assessore bassanese, s’illumina d’immenso:
“Abbiamo la fortuna di vivere in quest’area che è ricca di queste tradizioni e che riesce a raccontarle e a tramandarle alle nuove generazioni.”
La guest star della situazione è Lucio Spagnolo, sindaco di Rotzo.
Un sindaco, tra l’altro, storico: vestiva già la fascia tricolore negli anni ’90.
Spagnolo ha portato con sé due sacchi di autentiche primizie: le patate di Rotzo di varietà “Bintje”, appena raccolte.
Per la serie: dal produttore all’amministratore.
Il sindaco spiega la grande importanza per il suo Comune, di 650 anime, di questo prodotto “che ha una storia secolare” ma che negli ultimi 50-60 anni, grazie alla ricerca agraria dell’Istituto Strampelli di Lonigo, è diventato “un prodotto di qualità in una terra povera”.
Una qualità che è stata favorita dal clima, dalle caratteristiche del territorio e dalla progressiva assenza di malattie infestanti per le piante.
E adesso, come anticipa il primo cittadino rotzese alla stampa, si sta anche lavorando per il marchio Dop.
“È bello - dichiara Spagnolo - che persone che vengono da un paese che sta dall’altra parte dell’Altopiano partecipino alla vostra festa.”
Ma è con l’intervento del dottor Mario Guderzo che l’incontro a Contrà Soarda supera i confini della conferenza stampa e si eleva a conferenza culturale tra i vigneti.

Lo studioso d’arte ed ex direttore museale spiega innanzitutto che la proposta della cena a San Michele vuole “dare un senso a un luogo che ha una storia legata alla pastorizia e a San Michele”.
Un santo già legato ai Longobardi, venerato lungo le antiche vie dei pellegrinaggi ed in particolare la Via Francigena, che partiva da Canterbury e passava per Mont Saint Michel in Normandia, per la Sacra di San Michele in Val di Susa e per il Santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano.
Poi la pastorizia: Guderzo ricorda che il ritorno in pianura delle greggi dai pascoli degli altopiani avveniva il 29 settembre, giorno di San Michele, e che si svolgeva lungo i corsi d’acqua. Nelle Venezie varie chiese dedicate a San Michele sono collocate lungo corsi fluviali e anche alcuni toponimi - come San Michele all’Adige e San Michele al Tagliamento - attestano il legame tra il culto del santo e i fiumi.
E anche San Michele in Angarano, coi due torrenti Silan e Silanello e con la vicinanza al Brenta, è un luogo depositario della stessa tradizione.
Tutto questo, a sua volta, si lega all’antica usanza di fare gli gnocchi il 28 settembre, alla vigilia di San Michele: un piatto gradito non solo al palato ma anche in cucina per la sua semplicità, da mangiare il giorno successivo.
Mario Guderzo invita caldamente il presidente di quartiere Feltrin a promuovere “l’identificazione di questo territorio con gli gnocchi”.
E cita anche un vecchio detto popolare, alquanto invitante per il consumo del prodotto a base di patate e farina:
“Chi mangia gnocchi per San Michele, avrà in tasca soldi per tutto l’anno.”
Questo sì, che è fare marketing.

Infine, Flavio Reffo ripercorre la tradizione grafica dei Remondini, nella quale il cibo era un elemento più che ricorrente.
Calendari, lunari, le stampe del “Paese di cuccagna”, il gioco della pissota, libri di ricette, persino le etichette dei vini, eccetera: nella più grande “casa editrice” del ‘700, che faceva circolare le sue stampe in tutta Europa grazie al commercio dei mercanti Tesini, quello che oggi chiameremmo food and drink era uno dei motivi più popolari da riprodurre su carta e le immagini di gnocchi, maccheroni e affini stuzzicavano l’immaginario collettivo.
C’è tutto un mondo da scoprire, dunque, dietro a un semplice piatto di gnocchi, fatto a mano con le tipiche ed eccellenti patate di Rotzo.
Un prelibato e soprattutto insospettabile anello di congiunzione tra la tradizione popolare e la figura di San Michele Arcangelo, il santo venerato dai pellegrini della Via Francigena che partivano da Canterbury, nel territorio al servizio di Sua Maestà.
Ce n’è quanto basta per scrivere la sceneggiatura di un nuovo film della saga di James Bond, agente 007:
“Solo per i tuoi gnocchi”.

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