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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Stringiamoci a Coorte

Da Édouard Manet ad Adriaen Coorte: la consueta e immutabile presentazione della rassegna dell’Asparago Bianco di Bassano DOP in consiglio regionale a Venezia, con richiami nientemeno che alla storia dell’arte

Pubblicato il 26-03-2025
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“Rassegna A Tavola con l’Asparago Bianco di Bassano DIO”.
Vi giuro - e lungi da me voler essere blasfemo - che la frase citata sopra fa parte del titolo, ed è stata ripetuta anche nel sottotitolo, del comunicato stampa pervenuto ieri in redazione dal consiglio regionale del Veneto sulla consueta presentazione a Palazzo Ferro Fini a Venezia della rassegna gastronomica dei ristoratori di Confcommercio Bassano.
Caspita: sapevo già che a Bassano ce la tiriamo alla grande e che il nostro Asparago appartiene alle alte sfere dell’Olimpo supremo della gastronomia planetaria, ma non pensavo fino a questi livelli.

Foto di gruppo alla conferenza stampa in consiglio regionale

Ma ovviamente si è trattato di un refuso sfuggito a qualcuno e non controllato prima dell’invio del comunicato stampa alle redazioni, visto che poi il testo del comunicato stesso scrive correttamente Asparago Bianco di Bassano DOP.
Sono cose che capitano, prima o DOP.
Ieri dunque si è nuovamente ripetuta la discesa sul Canal Grande degli chef e ristoratori del gruppo Bassano da Gustare per l’appuntamento veneziano in onore del nostro nobile e incomparabile bianco turione.
Tutti stretti a Coorte (e poi capirete perché uso la “C” maiuscola) in quello che dovrebbe essere un evento promozionale ma che in realtà è un rito immutabile e soprattutto fine a se stesso: si presenta la rassegna in conferenza stampa e poi si passa alla degustazione di un nutrito buffet a base di pietanze e manicaretti con gli Asparagi Bianchi di Bassano DOP per rifocillare i consiglieri regionali del Veneto e gli addetti delle rispettive segreterie durante la pausa del lavori consiliari.
È insomma l’Asparago di Bassano che strizza l’occhio al mondo della politica.
Ma tant’è: formula mangiante non si cambia.
Non ripeto il programma della rassegna dell’Asparago e non riporto i contenuti di tutti gli interventi della conferenza stampa svoltasi nella sala Oriana Fallaci del consiglio veneto, perché nulla aggiungono a quello che ho già scritto nell’articolo dedicato alla presentazione ufficiale della rassegna svoltasi mercoledì scorso 19 marzo a Palazzo Sturm in città.
Basterà citare i nomi dei relatori all’incontro stampa di Venezia: il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti in primis e poi la vicepresidente Confcommercio Mandamento di Bassano del Grappa Elena Scotton, il presidente del Consorzio per la Tutela dell’Asparago Bianco di Bassano DOP Paolo Brotto e il vicepresidente della categoria dei Ristoratori di Confcommercio Bassano Andrea Simioni.
Tutti concordi nel benedire il programma della rassegna e tutti a tessere ovviamente le lodi del DIO Asparago, nuova divinità del palato e della diuresi.

C’è però un intervento, tra quelli della conferenza stampa di ieri, che ha particolarmente richiamato la mia attenzione.
È quello del presidente del consiglio regionale, il vicentino Roberto Ciambetti.
Il quale ha innanzitutto rimarcato l’importanza del turismo enogastronomico che “rappresenta oggi una componente cruciale dell’offerta turistica italiana”.
“Per il Veneto, prima regione in Italia per numero di presenze turistiche, la combinazione di prodotti tipici e borghi caratteristici risulta particolarmente attrattiva - ha aggiunto -. L’impegno nella valorizzazione dei prodotti locali e nella tutela del territorio ha permesso al Veneto di consolidare la propria reputazione come meta d’eccellenza, capace di coniugare tradizione e innovazione e di offrire esperienze uniche di grande valore culturale.”
“Penso di non poter essere smentito - ha proseguito - se affermo che il territorio bassanese è un esempio di come tale modello possa funzionare e rivelarsi vincente: l’offerta gastronomica, unita a quella artistica e culturale hanno fatto della città un punto di riferimento capace di attrarre un turista curioso, attento, di livello.”
Poi il presidente Ciambetti ha alzato l’asticella del suo discorso, condendo idealmente il piatto i Ovi e Sparasi con alti riferimenti culturali.
Ha citato il Tacuinum Sanitatis del 1400 che “documenta la fase di raccolta degli asparagi” mentre “affreschi e mosaici di epoca romana sono un vero e proprio libro di storia gastronomica, quanto all’impiego alimentare degli asparagi”.
Ma soprattutto Roberto Ciambetti, in nome dell’Asparago Bianco di Bassano DOP, ha espresso elevati richiami alla storia dell’arte:
“Se Manet con il suo mazzo di asparagi, seguito dall’ancora più celebre asparago solitario dipinto nel 1880, rappresenta certamente il riferimento più noto, molti altri autori hanno immortalato l’eleganza di un ortaggio dal gusto unico, documentandone anche l’uso molto antico di legarlo in mazzi e offrendoci quindi anche una preziosa testimonianza storica”.
“A fine Seicento il pittore olandese Adriaen Coorte ritrae con uno straordinario livello di dettaglio un mazzo di asparagi bianchi - ha ancora detto il presidente -, mentre il veneto Giambattista Piazzetta ne “La Cena di Emmaus” inserisce il turione all’interno di un soggetto religioso.”
Adriaen Coorte?
Non ci resta che consigliare al solito Roberto Astuni, uno dei ristoratori di Bassano presenti ieri a Venezia, di aggiungere una “o” al nome del suo hotel.

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