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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

San Lazzaro in Vincoli

San Lazzaro: dopo il “no” di Provincia e Comune ai progetti presentati da MEB e AGB la civica Bassano per Tutti propone di vincolare l’area di Riva Bianca e destinarla a parco agro-paesaggistico. Ma è un’ipotesi fattibile?

Pubblicato il 29-04-2023
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Elena Pavan

Prosit. Con buona pace di Zaia e della sua legge regionale sulle pratiche urbanistiche semplificate in deroga tramite sportello Suap, di fronte alle ultime notizie su San Lazzaro probabilmente qualcuno nella ridente frazione di Bassano ha già stappato una bottiglia di Prosecco. Roba che neanche al Vinitaly.
Le notizie sono quelle dell’opposizione di Provincia e Comune, in sede di conferenza dei servizi, al progetto presentato dall’azienda MEB.
Un “no” che si aggiunge al parere negativo già espresso dai due enti pubblici nei confronti del progetto presentato per la stessa area dall’azienda AGB. Resta da valutare la proposta della terza azienda interessata alla variante urbanistica di San Lazzaro, vale a dire Brunello Salumi, ma tutto fa pensare alla conferma dell’inesorabile regola del non c’è due senza tre.

Uno scorcio dell’area di San Lazzaro interessata dalla richiesta di variante di MEB, AGB e Brunello Salumi (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

Si profila pertanto uno scenario in cui sulle istanze delle tre aziende verrà calato il sipario, al netto di eventuali ricorsi delle imprese interessate. La posta in palio è notevole: l’edificazione o meno di un terreno attualmente ad uso agricolo di circa 160.000 mq, di cui 62.000 destinati alla costruzione di nuovi capannoni.
Sugli ultimi sviluppi della vicenda si registra una reazione immediata della lista civica di minoranza Bassano per Tutti, da sempre schierata contro la variante urbanistica di San Lazzaro, con un comunicato stampa inviato alle redazioni dal portavoce Paolo Retinò.
“Siamo molto soddisfatti dalla posizione presa dal Comune e dalla Provincia per l’area di San Lazzaro - afferma Bassano per Tutti -. Ora è necessario un vincolo. L’area è preziosa per molti motivi: la ricarica della falda, la protezione climatica, la produzione e il lavoro agricolo, il paesaggio.” “Proponiamo di chiudere la vicenda - prosegue il comunicato - attraverso l'istituzione di un parco agro-paesaggistico delle colline del Brenta, che vincoli a tempo indeterminato non solo San Lazzaro, ma tutte le aree agricole ancora esistenti nel Comune.” “Un parco di questo tipo - continua il testo - valorizzerebbe da un lato le eccellenti produzioni di pregio dell’agricoltura bassanese, dall’altro un paesaggio unico oggi a rischio di estinzione per l’interesse speculativo di pochi. Chiediamo al Comune e alla Provincia di trarre le dovute conseguenze dopo il parere negativo alla trasformazione e di farsi promotori del Parco.”
“Per quanto ci riguarda - conclude una Bassano per Tutti sempre più in modalità elezioni comunali 2024 - noi continuiamo il nostro impegno per difendere il territorio, i residenti e il lavoro, consapevoli che al giorno d’oggi questi valori non sono più scindibili.”
San Lazzaro in Vincoli, dunque. Come San Pietro in Vincoli, la celebre basilica di Roma, quella del Mosè di Michelangelo.
Non so davvero quanto al momento sia fattibile questa ipotesi e non sono un esperto di normativa urbanistica. Bassano per Tutti chiede al Comune di Bassano e alla Provincia di Vicenza di prendere in mano la situazione, vincolare l’area e trasformarla in parco.
Ricordo tuttavia che l’estensione verde tra Riva Bianca e Rambolina è un’area ancora privata, già Campagnolo Commercio in liquidazione, azienda sottoposta dal 2015 alla procedura di concordato preventivo. E nell’ambito del concordato la Sezione Fallimenti del Tribunale di Vicenza ha messo all’asta il terreno di San Lazzaro, identificato con il codice “lotto 3”, aggiudicandolo alle tre aziende locali interessate a rilevarne la proprietà: per l’appunto la MEB, l’AGB e la Brunello Salumi.
Va detto a onor del vero che quella del Tribunale di Vicenza è un’aggiudicazione provvisoria. Provvisoria proprio perché è subordinata alla presentazione di un progetto di trasformazione del lotto di terreno aggiudicato da area agricola ad area produttiva, tramite una “variante urbanistica in deroga” da presentare attraverso il SUAP, come consentito dalla Regione Veneto.
Dovesse tramontare definitivamente il progetto delle tre aziende di insediarsi a San Lazzaro, l’aggiudicazione provvisoria alle medesime verrebbe ritirata. Ma non decadrebbe la situazione all’origine. Può l’ente pubblico vincolare l’area per farne un parco agro-paesaggistico, non essendo l’area di sua proprietà? Ci sarebbe bisogno di una dichiarazione di “notevole interesse pubblico”, sancita dal consiglio comunale, per tentare di avanzare l’istanza? E nei confronti di chi? Sinceramente io non lo so, per questo ho chiuso queste frasi con dei punti interrogativi.
Va inoltre specificato, in aggiunta, che gli eventuali titoli di coda del progetto congiunto MEB/AGB/Brunello non chiuderebbero la partita Pengo, nell’area confinante di San Lazzaro, oggetto di un’analoga istanza di edificazione su un lotto di 115.000 mq di superficie, appartenente all’unico proprietario Pengo, di cui verrebbero edificati circa 72.000 mq per il nuovo centro logistico dell’azienda.
Un progetto che si trascina da 25 anni, attraverso cinque diverse amministrazioni comunali, e che fino adesso è stato sempre rigettato ma non al punto da annullarne l’efficacia.
Anche perché qui è in gioco una delicata partita a scacchi fatta di compensazioni urbanistiche, con l’attuale stabilimento Pengo nell’area ex Iar in quartiere San Marco che in caso di trasferimento dell’azienda a San Lazzaro verrebbe demolito, con contestuale intervento di riqualificazione urbana con nuove abitazioni.
Non invidio l’assessore comunale all’Urbanistica Andrea Viero: alcune delle questioni più calde dell’ultimo anno di amministrazione Pavan, fondamentali per il bilancio di mandato in vista delle prossime elezioni comunali a Bassano, convergono tutte sulla sua scrivania.

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