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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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Fino a data da destinarsi
Salta la data del 23 maggio per l'inaugurazione del Ponte restaurato. Una nuova data ancora non c'è. Incontro ieri sera dei capigruppo, allargato alle minoranze, per cercare di trovare il bandolo della matassa
Pubblicato il 18-03-2021
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Mi dispiace per il mio amico Fulvio Bicego, che da settimane sulla sua pagina Facebook sta facendo il conto alla rovescia verso il 23 maggio, annunciata data presunta di inaugurazione del Ponte restaurato. Il grande FB dovrà resettare datario e orologio, fino a nuove disposizioni. La data del 23 maggio è infatti saltata e una nuova data per la celebrazione inaugurale ancora non c'è. E pensare che tutti gli astri dell'amministrazione comunale avrebbero dovuto allinearsi per quella fatidica domenica di primavera. Persino la mostra celebrativa “Palladio, Bassano e il Ponte. Invenzione, storia, mito”, che sarà allestita al Museo Civico quale evento culturale collegato alla conclusione del restauro e all'inaugurazione, è già stata ufficialmente programmata - come da determinazione di incarico del Comune all'architetto di Bolzano Andrea Bernard, affidatario dell'appalto per la progettazione e allestimento dell'esposizione - a partire dal 23 maggio prossimo.
C'è però un grosso problema: il 23 maggio, in realtà, è dietro l'angolo. E tutto il programma nonché l'organizzazione del cerimoniale per l'importante giornata inaugurale dovrebbero essere già pronti da un pezzo. Cosa che invece non è. Al punto che ieri sera l'amministrazione Pavan ha convocato un incontro dei capigruppo consiliari, allargato per la prima volta alle minoranze, per cercare di trovare il bandolo della matassa.
È stato infatti chiesto ai capigruppo di opposizione di avanzare delle proposte per il programma dell'inaugurazione, nell'intento di creare per l'occasione una serie di “eventi condivisi”. La qual cosa conferma anche, senza timore di smentita alcuna, che una programmazione completa per la celebrazione inaugurale ancora non esiste.
Foto Alessandro Tich
La notizia dell'annullamento della data del 23 maggio e del rinvio a data da destinarsi è emersa nel corso della stessa riunione. Alla rinuncia hanno concorso due motivazioni principali: in primis l'indisponibilità del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla cui presenza l'amministrazione punta fortemente, che non prevede una trasferta del genere nell'agenda presidenziale del mese di maggio.
In seconda battuta, ma che può essere anche la prima, c'è ancora e sempre di mezzo la pandemia - pretesto universale per giustificare ritardi e rinvii - e nulla esclude il fatto che a maggio il Veneto non possa ancora essere in “zona rossa”. Meglio dunque posticipare, fintantoché gli astri non si congiungeranno finalmente.
Sulle proposte e controproposte per dare un programma definitivo, un senso compiuto e dei contenuti certi all'attesa inaugurazione nulla è dato sapere, anche perché sulla riunione di ieri dei capigruppo e soprattutto sulla problematica emersa vige al momento la consegna del silenzio. Chissà: magari la storica cerimonia inaugurale, con grandi autorità, fasce (e frecce?) tricolori, ricchi premi e cotillons, potrà avere luogo nella “finestra estiva”, per usare un linguaggio caro alle cronache della Pontenovela. Chissà. Intanto l'unica finestra effettiva di tutta questa storia è quella in cui la città, di fronte all'ennesima questione in sospeso del Palazzo amministrativo, rimane a guardare.
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