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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Bassano secondo Bassianus

Lettera al direttore: durissimo sfogo di un nostro autorevole lettore, che si firma con lo pseudonimo di Bassianus, sulla “spirale negativa” che starebbe avvolgendo l’amministrazione comunale e la nostra città

Pubblicato il 28-09-2020
Visto 3.081 volte

Solitamente io non prendo in considerazione i nickname. Io prendo cioè in considerazione solamente le persone che si presentano e che esprimono le loro opinioni con i loro nomi e cognomi, e soprattutto nomi e cognomi veri. Ma questa volta - e solo per questa - faccio un’eccezione alla regola. Ricevo infatti una “lettera al direttore” da parte di un personaggio della vita pubblica bassanese (e che quindi un nome e un cognome vero ce l’ha) che ama la città di Bassano in maniera viscerale ed è un nostro affezionato lettore. Talmente viscerale e talmente affezionato che la sua lettera è un durissimo sfogo su quella che, a suo dire e a suo modo di vedere, sarebbe la “spirale negativa” in cui starebbe sprofondando l’amministrazione comunale e, di conseguenza, la nostra città. Nella lettera il nostro fedelissimo lettore, che per ragioni di opportunità vuole mantenere la riservatezza, si firma con lo pseudonimo di Bassianus: e per questa volta, pur mantenendo vigile lo sguardo, chiudo un occhio.

LETTERA AL DIRETTORE

L’imperatore romano Caracalla, il cui vero nome era Lucius Septimius Bassianus


Caro Direttore,

la seguo sempre con affetto e stima, la ritengo forse l’unico vero cronista scevro da condizionamenti, il “Pasquino” di Bassano del Grappa.
Orbene, quanto sta accadendo alla nostra meravigliosa Città pare una descensio ad inferos di dantesca memoria...con la differenza che non si vede l’uscita “per riveder le stelle”.
Un monumento nazionale senza cura, lo splendido verde del Parco Ragazzi del ‘99 imbrattato da subumani (si, ha letto bene, perché altro epiteto non merita colui che colpisce il bene pubblico), servizi essenziali assenti (sicurezza e cultura in primis, perché senza cultura siamo i subumani di cui sopra), nessuna pianificazione di livello in nessun ambito.
Tutti soggiogati dai burocrati del Comune, dai Richelieu di Elena I...che al di là dello sdegno social qualunquista non paiono in grado di capire che servono persone d’azione e non di chiacchiere. Che l’attività amministrativa deve sostenere l’indirizzo politico e non viceversa; ma per fare ciò servono serie competenze e professionalità.
Persone del fare e non comari del pettegolezzo al caffè.
Persone distintesi sul campo del lavoro e dell’impegno sociale. Personalmente non avevo neppure idea di chi fosse la Sindaca prima delle elezioni, non ho memoria di questa principessa del Foro, probabilmente mea culpa per essere poco addentrato negli ingranaggi del sistema giudiziario bassanese...pardon vicentino, dimenticavo che la bella cattedrale nel deserto di Via Marinali è in attesa di giusta destinazione...ancora.
Ma cosa aspettarsi da chi porta nella propria squadra assessori completamente assenti che poi, non paghi dell’ignavia sotto gli occhi di tutti, hanno finanche il barbaro coraggio di candidarsi alle elezioni regionali (fortunatamente cadendo nel giusto oblio)!
O altri che paiono pervenire dalla Luna, come dice lei! E che saranno mai 20.000 euro senza ritorno...il popolo ha fame? Ma diamogli pure le brioche (o le pizzette Beltrame se vogliamo essere nostrani...)!
Caro Direttore, non la tedio oltre, le sto riportando la mia personale rabbia per la spirale negativa in cui è precipitata la Città che amo.
Forse qualcuno dovrebbe rammentare le nostre origini, nel brocardo che sintetizza l’essenza del Mazzini (il quale temo non stia passando giorni felici, visto il trattamento riservato alla scuola che ne porta il nome): PENSIERO E AZIONE.
Al momento vedo solo pochi pensieri, peraltro scarsamente cogitati...e da tempo non credo più nei “Santoni”.

Bassianus


RISPONDE IL DIRETTORE DI BASSANONET

Egregio Bassianus,

nel ringraziarla per il suo contributo critico (anche fin troppo critico, oserei dire, se non tendente allo spietato) e anche per i complimenti, certamente graditi ma non necessari, le specifico subito una cosa. E cioè che in apertura di articolo mi sono sentito in dovere di chiarire ai lettori che lei è una persona reale, in carne ed ossa, appartenente alla cosiddetta “vita pubblica” cittadina, per non alimentare il sospetto che la lettera sopra pubblicata me la sia scritta io da solo, tale è la convergenza tra le sue amarissime considerazioni, colme di sofferto fiele, e le argomentazioni che da più di un anno ormai rendono altrettanto amare - anche se espresse con linguaggio meno animoso - le mie analisi giornalistiche sull’andamento dell’amministrazione Pavan e, con esso, della nostra città, amata sia da lei che da me.
Lei, con parole di inusitata veemenza - che giustifico solamente come lo sfogo di un “innamorato tradito” -, ha messo il dito su alcune piaghe che attualmente caratterizzano l’amministrazione della città e la città amministrata: il Ponte lasciato ai suoi destini di infinito cantiere e privato del minimo decoro, i “subumani “ (come li chiama lei) che imperversano in Parco Ragazzi e non solo con un’escalation a dir poco preoccupante, la mancanza di pianificazione in sicurezza e in cultura in primis, i burocrati del Palazzo comunale che hanno il sopravvento su una componente politica che non ha avuto ancora il coraggio, e probabilmente neanche la capacità, di #cambiare.
Lei ha persino rimembrato il fantomatico “Tribunale della Pedemontana” (“la bella cattedrale del deserto di Via Marinali”) sulla cui opportunità in molti periodicamente si riempiono la bocca ma sul quale tutti i candidati bassanesi alle regionali da me intervistati in campagna elettorale non hanno pronunciato una sola parola. Che attualmente ci siano “pochi pensieri, peraltro scarsamente cogitati”, è purtroppo un dato di fatto. Il binomio mazziniano pensiero-azione appartiene ormai al secolo di Mazzini, in un’epoca odierna in cui il pensiero politico e amministrativo, e non solo nella nostra amatissima Bassano, si trasforma solamente in parole, affidate ai post sui social network, l’unica attività che vede buona parte dei nostri cosiddetti “decisori eletti” impegnarsi con costanza e dedizione.

La saluto cordialmente con il mio vero nome

Alessandro Tich

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