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Nessuno è prefetto. E anche la Prefettura di Vicenza può prendere delle decisioni discutibili. Almeno sul piano, per così dire, concettuale: perché con lo Stato, come ben si sa, non si discute. Accade che il Comune di Cassola, in vista delle elezioni regionali e del referendum del 20 e 21 settembre prossimi, abbia richiesto il trasferimento della sede di voto della frazione di San Giuseppe dalle scuole elementari al patronato del centro parrocchiale. Una richiesta motivata - come per analoghe iniziative promosse da diversi Comuni d'Italia - dalla necessità di non interrompere le lezioni della scuola primaria, ad anno scolastico appena iniziato.
La Prefettura ha risposto picche: il patronato è un luogo a connotazione religiosa e quindi niente politica. E tutto ciò in base ad una circolare ministeriale risalente a 26 anni fa.
La decisione comunicata dall'ufficio territoriale del governo ha suscitato la “sorpresa ed amarezza” del sindaco Aldo Maroso, come da comunicato stampa trasmesso oggi in redazione dal Comune di Cassola, che pubblichiamo di seguito:
La scuola primaria di San Giuseppe (foto Alessandro Tich)
COMUNICATO
La Prefettura respinge la richiesta di trasferimento di voto inviata dall'amministrazione.
Il sindaco: «Sorpresa e amarezza per questa scelta. Volevamo garantire la continuità didattica»
La Prefettura nega lo spostamento dei seggi dalle scuole al centro parrocchiale di San Giuseppe. E così, nonostante gli sforzi dell'Amministrazione di Cassola e della dirigenza scolastica per garantire la continuità didattica, ad una sola settimana dall'inizio delle lezioni gli alunni della primaria della frazione saranno costretti ad un nuovo stop per consentire lo svolgimento delle votazioni in programma domenica e lunedì. Il patronato infatti sarebbe stato ritenuto non idoneo ad ospitare attività di tipo politico, quali le votazioni, in quanto luogo caratterizzato da una connotazione religiosa. La decisione è stata comunicata in municipio sabato scorso, dove è giunta come una tegola sulle spalle del sindaco Aldo Maroso che, pur prendendo atto dell'irrevocabilità della scelta, non nasconde la sorpresa e l'amarezza per aver visto respingere una richiesta dettata dalla volontà di non creare ulteriori disagi agli studenti delle scuole elementari e alle loro famiglie.
«Se il motivo è la circolare del Ministero dell’Interno n. 164 del n. 20 giugno 1994 - ha evidenziato Maroso in una lettera inviata al Prefetto Vicario Renata Carletti -, allora il diniego avrebbe potuto essere comunicato ben prima, dando all’Amministrazione la possibilità di ricercare una soluzione alternativa».
Nella missiva il sindaco fa inoltre presente che, con le modifiche apportate al plesso delle elementari di San Giuseppe per adeguare gli ambienti alle misure anti-covid (con il posizionamento di banchi negli altri e nei corridoi e l'installazione di paretine divisorie), non sarà così semplice allestire e smontare in pochi giorni un seggio elettorale.
«Tutto il lavoro fatto, andrà disfatto completamente per riportare gli spazi com’erano prima del covid e pronti per le votazioni, per poi ripristinare gli spazi nuovamente e integralmente dopo 4 giorni, a elezioni concluse - sottolinea -. Non si è tenuto conto di questo? Ribadisco dunque tutte le mie perplessità per questo diniego, anche pensando alla piena collaborazione che questa Amministrazione ha sempre dimostrato di avere con l’Istituzione».
Confermato invece lo spostamento del seggio di Cassola nell'ex patronato, un tempo sede delle scuole medie del capoluogo e tutt'oggi in uso al Comune in alcune sue parti, grazie ad un contratto d'affitto stipulato con la Parrocchia. Anche a San Zeno i seggi rimarranno nelle scuole elementari ma non ci sarà nessuna interferenza con l'attività didattica; i bambini infatti, in vista dell'ormai prossima apertura del cantiere per l'adeguamento sismico del plesso, per tutto l'anno faranno lezione nel vicino oratorio.
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