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 Alessandro Tich
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Ai confini della realtà
Dopo due anni sono scaduti i permessi ai residenti per la Ztl in centro storico a Bassano e per chi si è scordato di rinnovarli fioccano le multe. E non importa se l'avviso di scadenza è stato inviato a un indirizzo sbagliato: devi comunque pagare
Pubblicato il 05-09-2014
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			Rieccomi qua: lo “zetateologo” è tornato. Così mi aveva soprannominato, tempo addietro, un noto commerciante di Bassano dopo l'infinita serie di articoli che avevo dedicato su Bassanonet alla Ztl in centro storico. Un argomento del quale - passata la buriana della discussa novità, allargata alle ore serali e notturne dei giorni feriali - in realtà non mi occupo più da un annetto. 
Ma mai dire mai: perché la Zona a Traffico Limitato, anche quando meno te lo aspetti, può sempre ritornare di attualità. Ed è quello che sta accadendo in questi giorni. Anzi: in queste settimane, visto che il problema è “scoppiato” tra fine luglio e gli inizi di agosto.  
E il problema è questo: a due anni dall'attivazione della Ztl videocontrollata in centro storico (data della prima accensione delle telecamere ai varchi d'accesso: 16 giugno 2012) sono scaduti i permessi riservati ai residenti. 
		
 
		Foto: archivio Bassanonet
			E' quindi necessario rinnovare il permesso, che a Bassano è di validità biennale, pena la registrazione della targa tra quelle delle vetture sanzionabili. 
Ma diversi residenti lo hanno scordato e hanno continuato ad entrare e ad uscire dalla “Città proibita”, negli orari di attivazione delle telecamere, ignari della scadenza e del rinnovo. Risultato: in alcuni casi sono state appioppate ad abitanti del centro anche 10-12 multe nel giro di pochi giorni, per la stessa targa, per accesso non autorizzato in Ztl. 
Il Comune di Bassano del Grappa, ovvero la Polizia Locale, ha inviato gli avvisi di scadenza ai residenti interessati per posta ordinaria. Ma può anche succedere che l'avviso non arrivi a destinazione: potrai anche maledire le Poste o mandare a quel paese chi magari ha sbagliato l'indirizzo del destinatario, ma sono comunque cavoli tuoi. 
E' quanto è accaduto a una residente in centro storico che negli ultimi tempi si è vista recapitare a casa assieme alla sorella, con regolare notifica arrivata per posta, la bellezza di 10 multe per accesso non consentito in Ztl di 85 euro di sanzione più 13 euro di spese di notifica ciascuna. Prendendo il calcolatore, fanno in pratica 1000 euro da devolvere alle casse comunali. Come molti altri possessori del permesso, la diretta interessata non si era ricordata della scadenza dei due anni, ma senza ricevere alcun avviso al riguardo. 
Si è quindi recata al comando di Polizia Locale di via Vittorelli, dove le hanno assicurato che l'avviso era stato mandato. 
Morale della favola: come appurato in seguito, qualche genio dell'ente pubblico ha sì inviato alla signora la lettera con l'avviso di scadenza, ma all'indirizzo della sua precedente abitazione. Le multe, però, sono tutte regolarmente arrivate al suo indirizzo attuale. 
Giustamente contrariata (uso un eufemismo) per il dispendioso disguido, la residente è andata quindi in municipio dove è riuscita a parlare, per esporgli il suo caso, con un funzionario comunale. Il quale, come mi ha riferito la destinataria delle multe, le ha risposto che “le infrazioni sono state comunque commesse” e che “sono tempi di crisi anche per il Comune e servono soldi”. 
E il bello è (bello, ovviamente, per modo di dire) che, come da altre testimonianze, la giustificazione data alla residente corrisponde alle risposte date dal Palazzo ad altri cittadini saliti in via Matteotti per protestare, tutte del tipo: “Avete commesso un'infrazione e dovete pagare, e siccome il Comune ha bisogno di soldi non possiamo fare diversamente.”
Le due sorelle con le 10 multe sul groppone si sono quindi rivolte al giudice di pace, a cui hanno presentato ricorso per l'annullamento delle sanzioni. E così la Ztl finisce ancora una volta nel mare magnum delle carte bollate. 
Vi ho raccontato questa storia perché è esemplificativa della condizione di sudditanza dei cittadini nei confronti della struttura pubblica che, leggi e normative alla mano, ha sempre il coltello dalla parte del manico. Possono cambiare i sindaci e le amministrazioni, ma l'apparato ha le sue regole indipendentemente da chi governi la città. 
Nel caso dei permessi per la Ztl la colpa è sempre del cittadino, che “doveva” ricordarsi della scadenza da rinnovare: la burocrazia comunale, anche di fronte all'evidenza di un avviso inviato all'indirizzo sbagliato, non ammette il buon senso. Siamo ai confini della realtà, ma questa è la realtà. E se anche per il Comune sono tempi di vacche magre, non mancano comunque le mucche da mungere.
		
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