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Politica

Odore di squalifica

Nervi tesi a Palazzo, dopo la frattura tra Cimatti e Beraldin innescata dal golf. Ma il sindaco, riguardo al suo assessore, non ha ancora deciso. Il pesante dilemma del direttivo straordinario del Pd di questa sera

Pubblicato il 03-12-2013
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Secondo quel pozzo di informazioni che è Wikipedia, la penalità più grave nel gioco del golf è la squalifica.
“Essa può essere adottata - spiega l'enciclopedia on line - ad esempio se i giocatori si mettono d'accordo per non rispettare le regole, o se un giocatore o un marcatore non firma lo score al termine della gara (...). In casi eccezionali, il Comitato ha discrezionalità nell'applicare una penalità di squalifica, ad esempio per una grave infrazione all'etichetta.”
Neanche a farlo apposta, è quasi la metafora di quello che sta accadendo in queste ore in seno all'Amministrazione comunale di Bassano del Grappa, a seguito della nota e animata seduta del consiglio comunale incentrata sull'argomento dell'accordo pubblico/privato per l'area adibita a campo da golf di Colle Boschetto in Destra Brenta, a cui abbiamo già riservato fiumi di inchiostro sul nostro bloc notes e fiumi di tasti del nostro computer.

Attrezzature da golf nel campo pratica dell'area di Colle Boschetto (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

Perché la pesante posta in gioco è la “squalifica” dell'assessore comunale all'Urbanistica Mauro Beraldin: colpevole, agli occhi del sindaco Cimatti, del fatto di non aver rispettato le regole, e cioè di non aver voluto portare in consiglio - costringendo il sindaco a portarla al posto suo - la delibera di competenza del proprio referato, e di non aver firmato lo score, ovvero di non aver votato in giunta la delibera medesima.
Della frattura tra sindaco e assessore - innescata dalla querelle sul campo da golf, ma in realtà solo l'ultimo atto di un rapporto che dall'ingresso in giunta di Beraldin è stato sempre a dir poco contrastato - abbiamo già ampiamente scritto in un nostro precedente articolo.
Ora le parole lasciano il posto ai fatti, e cioè alla decisione che il primo cittadino dovrà prendere circa il rapporto di collaborazione istituzionale con l'esponente del Partito Democratico: mantenimento dell'attuale referato a seguito di reciproco chiarimento definitivo, oppure rimpasto di giunta con possibile attribuzione al sindaco dell'Urbanistica e assegnazione a Beraldin di assessorati più soft, oppure revoca della delega e “siluramento” dell'assessore dalla giunta comunale.
Un'opzione, quest'ultima, che pur ispirata al principio “fuori il dente, fuori il dolore” sarebbe la più rischiosa per la tenuta, ormai già ridotta ai minimi termini, dell'attuale coalizione di maggioranza.
Dopo l'interlocutorio confronto di ieri tra il sindaco e i capigruppo di maggioranza, approdato ancora ad un nulla di fatto, molto si attende infatti dalla presa di posizione che emergerà dal direttivo straordinario del Partito Democratico di Bassano - principale partito di coalizione - convocato questa sera per sciogliere il lacerante dubbio amletico: essere o non essere. Con Cimatti, ovviamente. Un fatidico dilemma su due opzioni contrapposte: difendere ad oltranza l'operato del proprio assessore, a costo anche di uscire dalla maggioranza e di portare conseguentemente il Comune al commissariamento o continuare a sostenere il governo della città fino alla vicina conclusione naturale del mandato, anche senza Beraldin e a costo di uno strappo interno con il medesimo.
Come nel golf, quindi, il Pd bassanese si trova ad affrontare la grave responsabilità di fare da “Comitato” per applicare - nella seconda ipotesi - la penalità di squalifica nei confronti del proprio autorevole giocatore prima ancora che intervenga la decisione del sindaco. La quale sarà presa, come ha fatto intendere il primo cittadino, solo dopo aver preso atto delle indicazioni del direttivo del Pd e dopo una seconda, e a questo punto risolutiva, riunione coi capigruppo.
Intanto Beraldin, in dichiarazioni alla stampa locale, si dice “fiducioso in una soluzione indolore”. Ma il mal di denti continua a battere forte, e l'anestetico non è stato ancora trovato.

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