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Tagli in vista al San Bassiano? Martedì le nuove schede sanitarie della Regione Veneto: fortemente a rischio tre reparti. Potrebbe essere solo la prima puntata di una progressiva riduzione delle specialità ospedaliere
Pubblicato il 08-06-2013
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I primi segnali di fumo erano già arrivati nell'ultimo anno della gestione dell'ex direttore generale Valerio Alberti, poi silurato dalle nuove nomine ai vertici delle Ulss firmate dal governatore Zaia.
Già all'epoca, infatti, si era cominciato a parlare insistentemente di politiche sanitarie di “Area Vasta”. E che cos'è l'Area Vasta? E' un termine burocratico con il quale vengono indicate le nuove direttive della Regione Veneto tendenti ad accorpare a livello provinciale varie funzioni amministrative e operative delle singole Aziende Ulss per “razionalizzare le risorse” in campo socio-sanitario.
L'Ulss 3 di Bassano del Grappa, quindi, fa parte dell'Area Vasta di Vicenza, che ha come capofila l'Ulss 6 della città capoluogo. Questo significa che già oggi l'ospedale di Bassano - per diverse attività anche cliniche, come ad esempio Anatomia Patologica - non ha un'autonomia specifica, ma è inserito in un sistema organizzativo provinciale di riferimento.

Foto: archivio Bassanonet
C'è poi il Piano Socio Sanitario della Regione Veneto, che pone tra i suoi obiettivi “la ridefinizione organizzativa della rete ospedaliera”. Il che significa che la programmazione sanitaria regionale prevede la riduzione dei servizi negli ospedali, che saranno chiamati ad erogare prestazioni principalmente per le emergenze e le fasi “acute” delle patologie. Per le tutte le altre esigenze della popolazione (malattie croniche, ecc.) dovrà essere potenziata la medicina territoriale. Con una chiara e netta parola d'ordine: ridurre le degenze ospedaliere, e i relativi costi, al minimo indispensabile.
Dal dire al fare, come sempre, c'è di mezzo il mare: ma l'allargamento in ambito “provinciale” di varie prestazioni e servizi sanitari e l'annunciata ridotta “ospedalizzazione” della popolazione veneta suonano già oggi come un campanello d'allarme per il mantenimento di reparti e posti letto nei cosiddetti ospedali “di seconda fascia”, e cioè gli ospedali non universitari e non collocati nei capoluoghi di provincia.
L'ospedale San Bassiano è uno di questi. E la comunità del nostro territorio, ben presto, potrebbe sperimentare sulla sua pelle gli effetti della spending review targata Zaia. Basta attendere fino a martedì prossimo, quando si riunirà la giunta regionale per deliberare le schede ospedaliere 2013.
Sarà, a quanto pare, un bagno di sangue: in Veneto saranno tagliate oltre un centinaio di “strutture complesse”, con relativi primariati, che diventeranno “strutture semplici” e in quanto tali confluiranno in altre strutture dello stesso ospedale o saranno semplicemente azzerate, a vantaggio delle analoghe strutture negli ospedali delle città capoluogo.
Al San Bassiano sono in odore di “declassamento” le strutture complesse di Laboratorio Analisi (primario, il dr. Giorgio Da Rin), di Chirurgia Vascolare (primario, il dr. Diego Cognolato) e di Anatomia Patologica (primario, il dr. Alessandro Poletti) che è già inserita, come detto prima, nella rete di Area Vasta.
In preallarme - per restare nell'Ulss 3 - anche l'ospedale di Asiago, dove sono in pole position per la temuta soppressione i reparti di Chirurgia Generale e di Ostretricia e Ginecologia. Eppure ad Asiago si sta costruendo il nuovo ospedale (costo 27 milioni e 480mila euro), con tanto di area chirurgica: una clamorosa contraddizione che va perfettamente in parallelo con il caso della nuova Cittadella della Giustizia di Bassano.
In questa fase di previsti tagli di reparti ospedalieri apicali, è mancata - o perlomeno non si è fatta sufficientemente sentire - la voce della Conferenza dei Sindaci dell'Ulss n.3, l'organo istituzionale con cui i vertici dell'Azienda Socio Sanitaria, che sono gli esecutori della programmazione sanitaria regionale, devono necessariamente confrontarsi. E la sensazione diffusa è che la nascita del nuovo polo ospedaliero in provincia - e cioè l'ospedale di Santorso, vanto dell'Ulss 4 Altovicentino di Thiene e Schio - abbia ridisegnato gli equilibri di Area Vasta, in termini di risorse e soprattutto di attenzione politica, a sfavore degli ospedali delle altre Ulss non capoluogo.
Un progressivo depauperamento delle specialità del San Bassiano di cui i tagli annunciati - salvo ripensamenti dell'ultimo minuto - nella delibera di giunta regionale di martedì prossimo potrebbero essere solo la prima puntata.
E allora bene ha fatto - anzi, benissimo - il nostro utente franci58 a lanciare l'allarme, postando ieri un intervento nel forum di Bassanonet (forum.bassanonet.it/salute/13407.html) intitolato “Salviamo il Nostro ospedale”. “Con molto stupore ed amarezza - scrive il nostro utente nel post - ho sentito della riorganizzazione sanitaria dell'ospedale San Bassiano, con un declassamento strutturale, tagli posti letto nei vari reparti. Trovo scandaloso che la politica attuale detti legge, noi cittadini ne subiremmo le conseguenze, allo stesso tempo medici ed infermieri avranno sempre più difficoltà nel loro lavoro. Fermiamo questo stillicidio che la politica prepotente sta attuando, altrimenti rischiamo di morire tutti prematuramente, SALVIAMO IL NOSTRO OSPEDALE, apriamo un forum subito.”
E' un appello che Bassanonet raccoglie, e rilancia alla popolazione. La posta in gioco è infatti molto alta, e riguarda la qualità dei servizi a beneficio della nostra salute. Dobbiamo esserne coscienti e fare massa critica: non vorremmo che modifiche in corso d'opera del sistema sanitario locale, a colpi di anestesia politica e amministrativa, passassero sotto silenzio.
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