Ultimora
11 May 2025 12:50
Diagrams, in grafiche e immagini le urgenze del mondo
10 May 2025 19:53
Zecchino d'Oro in Arena, 830 bambini cantano il Va' Pensiero
10 May 2025 16:59
Biennale Architettura, Buttafuoco 'tornate a visitare la mostra'
10 May 2025 14:45
Morta Koyo Kouoh, prima curatrice africana della Biennale Arte
10 May 2025 14:22
Venezia: Di Francesco, per noi vale solo la vittoria
10 May 2025 14:14
Lavazza, grande soddisfazione premio Architettura a 'Canal Cafè'
11 May 2025 16:33
Si è suicidato precipitando dal Duomo il detenuto in fuga. Trovato un corpo in un laghetto: probabil
11 May 2025 16:22
La casa d'infanzia di papa Leone XIV tolta dal mercato
11 May 2025 16:18
++ Corpo in laghetto, probabile sia la collega di De Maria ++
11 May 2025 16:15
Tragedia ad Agrigento, si suicida una madre di 5 figli
11 May 2025 16:22
MotoGp, caos pioggia a Le Mans. Festa Zarco e allungo Marquez
11 May 2025 13:59
Madre di 5 figli trovata carbonizzata in distributore benzina
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
L'anima dei ponti
Il significato universale dei manufatti che uniscono due sponde e la rinascita del Ponte di Bassano
Pubblicato il 04-01-2017
Visto 4.129 volte
“Di tutto ciò che l'uomo, spinto dal suo istinto vitale, costruisce ed erige, nulla è più bello e più prezioso per me dei ponti. I ponti sono più importanti delle case, più sacri perché più utili dei templi. Appartengono a tutti e sono uguali per tutti, sempre costruiti sensatamente nel punto in cui si incrocia la maggior parte delle necessità umane, più duraturi di tutte le altre costruzioni, mai asserviti al segreto o al malvagio.”
È un passo di un tanto breve quanto stupendo testo del premio Nobel per la Letteratura Ivo Andrić, scritto nel 1963 e inserito nella raccolta “Racconti di Bosnia”. Si intitola, per l'appunto, “I ponti”. E si tratta di una profonda riflessione, concentrata in poche ma pregnanti parole, sul significato nascosto e universale dei manufatti costruiti per collegare e unire due sponde opposte.
Ponti di pietra, di ferro, di legno: “Diventano tutti uno solo e tutti degni della nostra attenzione - scrive il celebre autore bosniaco -, perché indicano il posto in cui l'uomo ha incontrato l'ostacolo e non si è arrestato, lo ha superato e scavalcato come meglio ha potuto, secondo le sue concezioni, il suo gusto e le condizioni circostanti.”

Il "Szabadság híd" (Ponte della Libertà) a Budapest. Foto di Alessandro Tich
Una fervida dichiarazione d'amore per questi testimoni della Storia sospesi sull'acqua: “Così, ovunque nel mondo, in qualsiasi posto, il mio pensiero vada e si arresti, trova fedeli e operosi ponti, come eterno e mai soddisfatto desiderio dell'uomo di collegare, pacificare e unire insieme tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, perché non ci siano divisioni, contrasti, distacchi...”.
Ogni tanto, quando posso, rileggo con piacere questo testo del grande letterato slavo il cui più famoso romanzo, non a caso, si intitola “Il ponte sulla Drina”. Perché nei pensieri espressi da Andrić io mi ritrovo in pieno.
Sono stato infatti sempre affascinato dal concetto dei “confini”, e del limite fisico e geografico che rappresentano, e del loro superamento.
Sarà perché sono cresciuto in un'epoca in cui c'erano ancora i posti di frontiera tra gli Stati europei, la stessa Europa era divisa in due e il Muro di Berlino sembrava invalicabile, ma è così.
E i ponti sono il vero simbolo della pulsione umana a oltrepassare le barriere. Trasformando questo istinto in ardita architettura. Al punto che considero molto fortunate, e incredibilmente attraenti, le città che li possiedono. Come i ponti di Roma, dove sono nato. O i ponti di Venezia, dove ho abitato. O i ponti di Budapest, sul Danubio, dove ho studiato.
Poi il destino mi ha portato a vivere e a lavorare a Bassano del Grappa.
Dove da secoli si erge sul Brenta il Ponte con la P maiuscola. Chiamarlo Ponte degli Alpini - con tutto il rispetto per le penne nere - è riduttivo, perché è il Ponte di Tutti. Diversi anni fa, in un incontro pubblico, un noto architetto bassanese ha sostenuto che la vera piazza di Bassano è il Ponte. Perché esercita in tutto e per tutto le funzioni sociali di una piazza: luogo privilegiato di incontro e di scambio.
Secondo me, quell'architetto ha pienamente ragione. Il Ponte Vecchio non è un monumento, è uno spazio di riferimento vivo e funzionale della città. E non so quante volte mi sono fermato sul parapetto e tra le campate del manufatto già palladiano, di fronte allo skyline del fiume e delle montagne, per godere il puro e semplice privilegio di esserci.
Ho cercato sul web e riletto “I ponti” di Ivo Andrić - cosa che tra l'altro comporta un impegno di pochi minuti - dopo avere scritto l'ennesimo articolo sui sospirati lavori di ripristino e consolidamento statico del Ponte di Bassano, la cui partenza appare ormai imminente. Cercando di trovare e di dare un senso non superficiale alla situazione in corso.
Fino ad oggi la sacralità dell'illustre malato di legno non è stata rispettata, inariditasi tra le pur legittime istanze di due ditte concorrenti che a colpi di ricorsi giudiziari, e in conseguenza al caotico impasse generato dal Comune di Bassano, si sono contese il prestigioso cantiere.
Terminate le opere di messa in sicurezza di massima urgenza, risolte le prolungate controversie legali e ora che i lavori sono finalmente ai blocchi di partenza è il momento di restituire al Ponte di Tutti quello che negli ultimi tempi, e nell'ultimo anno in particolare, gli è stato tolto: la dignità.
Il suo restauro non è un puro e semplice, e per quanto impegnativo, intervento tecnico. È molto di più: un onere - ma anche un onore - di resurrezione morale della nostra identità comunitaria, come quando venne ricostruito nel secondo Dopoguerra. E se i ponti hanno un'anima, questa deve tornare a pulsare anche tra le due sponde del centro storico e di Angarano.
È questo lo spirito che mi piace pensare per la rinascita del Ponte di Bassano, ceduto e malandato. In simbiosi con quella stessa comunità cittadina di cui è il simbolo. E cioè quello di rinascere, trovando nuovi stimoli da perseguire e obiettivi da raggiungere, assieme a lui.
Come scrive Andrić: “Tutto ciò che questa nostra vita esprime - pensieri, sforzi, sguardi, sorrisi, parole, sospiri - tutto tende verso l'altra sponda, come verso una meta, e solo con questa acquista il suo vero senso.”
Il 11 maggio
- 11-05-2023Beato Matteo da Marostica
- 11-05-2023Serata Champions
- 11-05-2022Tanta Rob
- 11-05-2022Salute!
- 11-05-2022Il fumo fa male
- 11-05-2021Industriamoci
- 11-05-2020Che c'azzecca Tour
- 11-05-2020La cicala e la formica
- 11-05-2019Vedo rosso
- 11-05-2019Dica Trentatré
- 11-05-2019Sabato di Marcato
- 11-05-2018Tura e molla
- 11-05-2018Alla luce del Ponte
- 11-05-2018La Pulzella di Bassano
- 11-05-2017La trave nell'occhio
- 11-05-2017W gli Alpini
- 11-05-2017Pengo anch'io
- 11-05-2016La cava di Damocle
- 11-05-2016Ma guarda un po' che Ttip
- 11-05-2016Là ci darem la mano
- 11-05-2014Mons. Tomasi: “Tempio Ossario, facciamo chiarezza”
- 11-05-2013L'evoluzione della specie
- 11-05-2013“Ho scelto Bassano”, contro l'omofobia
- 11-05-2012Nuova Valsugana: gli associati Confcommercio a confronto coi progettisti
- 11-05-2012Opposizione a cinque stelle
- 11-05-2011“I Referendum sull'Acqua e il Nucleare si faranno”
- 11-05-2010Un'“alleanza territoriale” contro l'abuso di alcol
- 11-05-2010Scienza e religione in Italia, con Margherita Hack