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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Che mal di Pancho
Il nuovo trend delle diatribe alla bassanese: la polemica a scoppio ritardato. A proposito della “polemica scatenata sul web” sul maxi-graffito del Pinocchio futurista all'ex ospedale, ormai su quel muro esattamente da tre anni
Pubblicato il 29-08-2015
Visto 6.153 volte
Ah, le letture estive... Leggere, distensive e corroboranti.
Questa è la stagione delle vacanze (per chi le ha fatte) e del disimpegno mentale. C'è quindi più tempo per dedicarsi ad argomenti più ameni del solito e a notizie di cronaca più o meno bianca o rosa - pubblicate dai settimanali di gossip nazionali e riprese dai quotidiani locali - che ti fanno svegliare felice al mattino: come le breaking news di Silvia Toffanin, la cartiglianese di casa Berlusconi, che aspetta due gemelle e pensa finalmente alle nozze con Piersilvio oppure di Francesca Chillemi, ex Miss Italia, incinta del fidanzato Stefano Rosso, figlio del patron della Diesel nonché presidente del Bassano Virtus 55 Soccer Team, la quale farà presto gustare al suocero acquisito Renzo Rosso l'enorme soddisfazione di diventare nonno. Pardon, grandfather.
Ma queste sono cose da Vip, è ordinaria amministrazione.
L'opera dello street artist Pixel Pancho all'ex ospedale di Bassano (particolare). Fonte immagine: ilgorgo.com
C'è più originalità e più curiosità in altri argomenti di stagione che, all'improvviso, sbucano sulle pagine cartacee oppure online dei media che - tutti, indistintamente, Bassanonet compreso - in estate fanno più fatica, rispetto al resto dell'anno, a coprire gli spazi.
E così, un paio di settimane fa, mi è capitato di imbattermi in un articolo della pagina di Bassano del “Corriere del Veneto” - testata peraltro sempre più presente e più puntuale nel campo dell'attualità e della cronaca bassanese - intitolato “Polemica sul murales” e dedicato al maxi-graffito del Pinocchio “tecnologico” che campeggia sulla parete est di quello che resta del complesso del vecchio ospedale di Bassano del Grappa. Un graffittone con la G maiuscola che domina la visuale di via Ospedale e del parcheggio Le Piazze, ricavato come ben sappiamo nell'area dell'ex nosocomio.
L'articolo in questione riferisce delle polemiche che sono scoppiate sul web, e in particolare su Facebook, circa le presunte scarse qualità estetiche - secondo l'opinione di alcuni utenti dei social - del dipinto murale in questione.
Come da virgolettato del quotidiano, qualcuno ha commentato sulla Rete che trattasi di “un obbrobrio” oppure di un'opera “di una bruttezza imbarazzante per una città storica”. Suscitando subito la reazione, sempre su Fb, di chi invece il murales lo vede con occhio favorevole: “Questa opera abbellisce una parete di uno stabile in rovina”, e via postando.
La cosa che mi ha sorpreso non è stata la notizia della discussione sul Pinocchio “futurista e robotico” teneramente preso in braccio da un altrettanto fantascientifico Geppetto, ma la tempistica della discussione medesima.
Il graffito in questione, infatti, si trova lì già da tre anni. Lo realizzò lo street artist torinese Pixel Pancho ancora nell'agosto nel 2012 (per i cultori delle notizie retrò: notizie.bassanonet.it/attualita/11536.html) in occasione della sesta e ultima edizione di Infart, il festival di arte e cultura urbana che appartiene ormai alla storia del recente passato.
E attenzione che Pixel Pancho non è un graffitaro qualsiasi, ma un nome di punta della street art italiana conosciuto e riconosciuto a livello internazionale.
Come leggo nella scheda a lui dedicata sul sito memorieurbane.it:
“Writers e “vandalo” della prima ora, Pixel Pancho come nome e progetto artistico nasce nel 2001, con una sorta di nuovo contatto e comunicazione tra il mondo umano e quello dei robot, attraverso cui l’artista parla dal punto di vista visuale (...). Una nuova umanità di metallo che richiama l’immaginario di un’intera generazione e si configura come una riflessione sull’esistenza da un inedito punto di vista.”
Reso omaggio al curriculum dell'autore, torniamo dunque a noi.
Il nocciolo della questione non è tanto il fatto che l'opera del buon Pixel realizzata a Bassano possa piacere o non piacere: il contrasto di opinioni ci sta, soprattutto sulle espressioni dell'arte contempornea, e fa parte del gioco. Peraltro, il Pinocchio e Geppetto in versione Atlas Ufo Robot - inevitabilmente - divisero i commenti dei bassanesi (non quelli online, ma quelli sulla strada) già in corso d'opera.
Ciò che mi sorprende e soprattutto mi spiazza - probabilmente perché sarò uno all'antica, estraneo alle dinamiche della piazza virtuale 2.0 - è la circostanza che solamente adesso, dopo tre anni esatti, “si scatena la polemica sul web”, come sottolineato dal quotidiano locale.
Onde per cui, ecco a voi - selezionato dalle mie letture estive - il nuovo trend delle diatribe alla bassanese: la polemica a scoppio ritardato. Ovvero come riesumare una questione non più di attualità, separata dal suo tempo.
E' come se nel 2017 qualcuno postasse sui social un intervento sul blocco del cantiere del Polo Museale Santa Chiara o se nel 2018 qualcun altro intavolasse una discussione sul taglio degli alberi ai Giardini Parolini.
Morale della favola: a Bassano del Grappa, e qualsiasi sia l'argomento di cui all'oggetto, non è mai troppo tardi per farsi venire il mal di Pancho.
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