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Una nuova coproduzione Li.Ve. (Associati Lirica Veneta) realizzata dai Comuni di Bassano del Grappa-Opera Festival, Padova e Rovigo-Teatro Sociale.
L'allestimento al Palabassano porta la firma di Ivan Stefanutti per regia, scene e costumi, mentre la direzione musicale è affidata al M° Francesco Rosa alla guida dell'Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, con il Coro Li.Ve e il Coro di voci bianche Piccoli Cantori di San Bortolo preparati da da Giorgio Mazzucato.
Una produzione di Carmen all’insegna di giovani e già affermate voci del panorama lirico internazionale con protagonisti d’eccezione il mezzosoprano israeliano Rinat Shaham nel ruolo di una sensualissima Carmen, il tenore americano Andrew Richards in Don Josè che ha già interpretato nei più prestigiosi teatri internazionali, i soprano Daria Masiero e Angela Nisi che si alterneranno nelle vesti di Micaela e il baritono panamense-americano Nmon Ford nel ruolo di Escamillo. Completano il cast: Natalia Roman (Frasquita), Annalisa Stroppa (Mercedes), Gabriele Nani (Dancairo), Max Renè Cosotti (Remendado), Donato Di Gioia (Morales) e Gianfranco Montresor (Zuniga).
Rinat Shaham nei panni di Carmen
Carmen è la tragedia dell’amore, è l’opera della seduzione e della morte per amore in un caleidoscopio di luce assolata, di colori forti, di ombre fredde e scintillii di lame.
L’ambientazione di questa Carmen creata da Ivan Stefanutti non risponde alle classica Spagna da cartolina con nacchere e toreri, “Potrebbe essere ovunque – dice lo stesso regista - Sembra una terra disastrata, ferita da guerre civili, inaridita dallo sfruttamento, infuocata dal sole, imbarbarita dall’isolamento. Ma è solo un luogo al confine della civiltà. Da quel punto in poi inizia il deserto, il niente umano... In quest’ambiente tormentato, ogni piccolo miglioramento è motivo di buon umore e occasione per far festa, come l’arrivo di un gruppo di girovaghi circensi. Persone senza fissa dimora, perennemente in fuga con la scusa del mestiere. Escamillo è uno di loro, spavaldo e nomade. Vi sono persone, invece, capitate in quella landa avvilita senza un motivo evidente. Forse semplicemente per destino. Il brigadiere Josè è uno di loro. Apparentemente ineccepibile, serio e responsabile, ma basta una cattiva compagnia a far emergere il suo lato oscuro. Con inspiegabile facilità lascerà rovesciare la sua vita fino alla totale rovina. Cederà all’ossessione… E la storia ha già un epilogo scritto. Se interrogate, anche le carte sentenziano chiaro. Inesorabili. Carmen lo sa, ma non vuole dar loro peso. La sua natura è la sfida e come traditrice non può che tentare di ingannare ancora, e se serve, anche il destino,… anche la morte. È una storia di assillo e di degradazione. Potrebbe essere ambientato anche nei bassifondi di una città metropolitana moderna. Le regole per la sopravvivenza sono sempre le stesse. Nel suo crudo realismo l’amore non c’è. È un aspetto che non viene realmente trattato. Ci sono il tradimento, l’ossessione, la disperazione, la follia, il disprezzo … il buio.”
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