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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
A tu per tu con Emma B.
L’artista presenta il suo progetto “Ceramiche con le istruzioni per l’uso” al Caffè dei Libri
Pubblicato il 01-04-2010
Visto 4.478 volte
Non centra il pesce d’aprile, è bene “chiarire” anche a Chiara (Chiara Raccanello è il suo vero nome): è un incontro davvero speciale quello di Bassanonet con Emma B. Vista la data di oggi e il frequente richiamo ai pesci, il laboratorio di Emma in Campo Marzio si chiama “Il Pesce Rosso”, la precisazione era d’obbligo. Questa sera al Caffè dei Libri alle 21.30 avranno modo di conoscerla in tanti, l’appuntamento di presentazione con noi ci ha riservato delle piacevoli sorprese. Emma B. ha aperto il suo laboratorio di ceramica a Bassano nel 2002.
Una domanda d’obbligo. La ceramica è in crisi?
Bassano vista da Emma B.
-La ceramica è sempre stata un elemento precursore delle vicende della civiltà, è da dieci anni che sento parlare di crisi della ceramica, adesso la crisi ha investito tutti gli altri settori.
Le piace l’idea di questo “sentire” della sua arte, un precorrere che appartiene alla terra. Ma il suo elemento è l’acqua.
- La mia è una delle quattro botteghe artigiane che si trovano nell’ex via “Bronx” di Bassano, una strada dai contorni sorprendenti e poetici e purtroppo ancora poco valorizzata, mi è subito piaciuta quando mi sono trasferita a Bassano –
Non sei bassanese?
Un sorriso e il silenzio. Nonostante il fiume di parole, molte cose di lei si devono scoprire leggendo.
... “scappata a una cittadella chiusa nelle sue tonde mura che sembra sempre vergognarsi d’essere stata un paese di campagna” scrive in “Autoritratto alcolico sul Ponte”, Edizioni Il cefalo paziente, Editore suo malgrado. Come si intuisce dal gioco di parole, le raccolte di testi dove sono racchiuse le sue storie, oltre a quello citato “Frammentario diario dell’anima”, “Piccolo saggio sui reati di seduzione” e “L’esilarante equivoco dell’amore tragico”, sono autoprodotte. “I contenuti dei testi che accompagnano le ceramiche sono il frutto di un’elaborazione fantasiosa di dati reali banali, nulla di vero, nulla di falso, solo interpretazioni soggettive di eventi, ricordi e sogni”, recita la terza di copertina, contengono cioè racconti di vita, qualcosa di tutt’altro che banale. E scorrendo le pagine, impresse a parole giocose ma attraversate anche da correnti gelide, che portano a galla temi forti e drammatici, si trova la chiave giusta per aprire un mondo, un mondo molto acquatico: ad aprire è la storia di una foglia che cade dall’albero “dopo aver vissuto dando il suo meglio” e che diventa barchetta di carta, Emma B., Emma Barchetta. Chiara è istruttrice di nuoto, ama l’acqua e l’insegnare a viverci, soprattutto ai bambini cosiddetti disabili, ha una foto appesa al muro del laboratorio scattata in piscina con alcuni di loro, racconta anche questa storia scendendo molto in profondità, quasi fino al buio.
Le sue ceramiche sono tutte abbinate ai racconti e accendono di colori questo buio che incombe, fanno riaffiorare rinate in terra le tracce delle storie. Ridettati dal Pupazzo di Neve, i racconti di Emma B. rinascono nei mondi fatati delle girandole.
Emma tra le altre cose si definisce una dottoressa in Architettura non praticante, una art-counselor dissidente e una stravagante scrittrice di lettere.
Hai altri progetti imminenti, di scrittura o altro?
Sì, sto raccogliendo il materiale per altre due pubblicazioni. Ho collaborato di recente col Festival “Città in fiaba” di Padova dove sono intervenuta con uno spettacolo di teatro di figura in ceramica che rappresentava “Storia di una foglia”. Ho realizzato io stessa le scenografie in ceramica.
“La ceramica se ne frega serenamente. Il ceramista soffre”.
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