Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 05-10-2009
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Si è conclusa ieri con due appuntamenti davvero imperdibili “Libri In Cantina” la Mostra annuale della Piccola e Media Editoria dedicata al libro e alla sua diffusione. La rassegna si è tenuta il 2-3-4 ottobre a Susegana in provincia di Treviso, nel medievale castello di San Salvatore. Nei saloni di Palazzo Odoardo, un gioiello architettonico il cui fascino è rimasto immutato nel tempo, tante piccole case editrici nazionali hanno presentato la loro produzione originale ed indipendente. Erano presenti in esposizione gli stand di numerose case editrici del nostro territorio, per Bassano Tassotti Editore. Mostre, reading ed incontri con l’autore hanno vivacizzato questa importante rassegna, giunta alla settima edizione, finalizzata a promuovere le novità editoriali e a definire programmi e strategie al fine che anche la piccola e media editoria continuino ad essere protagoniste nel mercato culturale italiano. Nata nel 2003, negli anni "Libri in Cantina" è cresciuta ed ha messo profonde radici, conquistando per la sua unicità e freschezza uno spazio tutto particolare nel panorama nazionale degli eventi dedicati all'editoria e alla cultura. Ospiti ieri nella Biblioteca del Castello lo scrittore Massimo Carlotto e a conclusione della rassegna due incontri speciali, il primo addirittura commovente: nella Chiesa del Carmine alle 16 ha fatto il suo ingresso il grande poeta Andrea Zanzotto, una presenza omaggio che ha parlato da sola ai presenti di cultura, di sensibilità universale, di una vitalità generosa e mai stanca di dare il proprio contributo. Eugenio Montale aveva detto di lui “è un poeta percussivo ma non rumoroso: il suo metronomo è forse il batticuore”, una frase bellissima che parla di una “saggia emozione” che gli si legge sempre accesa negli occhi e nello sguardo. Zanzotto ha discusso con il giornalista Marzio Breda sul tema “In questo progresso scorsoio” prendendo spunto dal suo libro edito dalla Garzanti. Il grande poeta di Pieve di Soligo nella profanazione del paesaggio e nella trasformazione dell'ambiente vede sì il segno del degrado della propria terra tanto amata, della sua corruzione, ma vive ancora momenti di apertura fiduciosi, ricchi di affetto e di speranza. Dopo di lui il pubblico presente ha potuto ascoltare il grande artista Moni Ovadia, “uno che scrive, non uno scrittore”, si è definito lui. Ovadia ha intavolato una discussione profonda, seguitissima e molto attuale sul ruolo della cultura nel mondo odierno.
a destra il poeta Andrea Zanzotto