Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 14-09-2025
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La nostra rubrica dedicata alla lettura in questo numero prende spunto da eventi recenti che coniugano cultura e territorio: la Mostra del Cinema di Venezia, con le sue atmosfere da red carpet e i suoi storici protagonisti, le star hollywoodiane; la prima edizione dell’“Italia-America Friendship Festival”, a Vicenza, e più vicina Connessioni contemporanee, la neonata rassegna di Bassanonet.
L’occasione di raccordare storia e temi di attualità, autori e attori, film e letteratura, la dà l’incontro serale che ha avuto luogo sabato 13 settembre alla Basilica Palladiana di Vicenza, con al centro il romanzo Taverna Paradiso, di Sylvester Stallone. Appuntamento tra quelli di punta per gli amanti dei libri, insieme fra gli altri a quello dedicato a Pasolini, con letture di Patricia Zanco, e al gran finale affidato a Matteo Nucci, chiamato a tracciare un itinerario significativo sul tema di cosa significhi essere umani sulle orme di parole di Omero, Hemingway, Rigoni Stern.
Sylvester Stallone in Taverna Paradiso
La letteratura, nel cartellone fra tricolore e stelle e strisce del festival, ha evaso quelli che sono i suoi compiti più delicati: restituire la giusta complessità, indurre riflessioni critiche, tessere un dialogo fra luoghi e tra passato, presente e futuro. Una rete di salvataggio, i cui nodi sono memoria e resoconto, immaginazione e sogno, voci umane e racconto.
Connessioni contemporanee ha ospitato nel suo incontro d’esordio lo scorso 4 settembre due dei protagonisti di questo evento, ovvero Jacopo Bulgarini d’Elci, direttore in questa veste del festival “Italia-America”, e Livio Pacella, attore e autore nell’appuntamento in Basilica di un’intensa, calibrata “quasi” messa in scena del romanzo di Sylvester Stallone. Uno scrittore inatteso, forse, per “Modalità lettura”.
Attore e autore, regista, produttore, artista, imprenditore. Quasi ottantenne, Sly ha appena raccontato la sua vita in un’autobiografia, The Steps, in uscita a ottobre. Nel libro ricorda che è nato in un istituto di carità di Hell's Kitchen, il quartiere di Manhattan all’epoca malfamato adiacente a Times Square – vicino ai teatri di Broadway e al famoso Actors Studio – dove è ambientato Taverna Paradiso. Per metà le sue origini sono pugliesi: un migrante italoamericano, come i fratelli Carboni, protagonisti della storia narrata.
Stallone è conosciuto a livello mondiale per l'interpretazione di due tra i più iconici personaggi della storia del cinema, il pugile Rocky Balboa e il reduce della guerra del Vietnam John Rambo, icone di due popolari saghe cinematografiche iniziate rispettivamente nel 1976 e nel 1982, ed è popolare anche per aver girato di persona la maggior parte dei suoi stunt nei film d'azione.
Tra tante imprese, nel 2010 ha dato vita alla serie I mercenari (The Expendables), creata per omaggiare i blockbuster d'azione degli anni Ottanta e Novanta, dove ha riunito vecchie e nuove star del settore.
A Hollywood ha segnato un’epoca ed è stato uno tra gli attori più pagati. Quando si celebra la sua grandezza, andrebbe però presa in considerazione anche la sua rigogliosa attività di sceneggiatore.
Scrive, Stallone. Lo ha fatto sotto pseudonimo agli esordi. Ha recentemente raccontato come i suoi cimeli più preziosi siano costituiti dalle decine e decine di sceneggiature che ha ideato per il cinema, dicendosi sicuro che il segreto del suo successo sia da ricercare nella persistenza con cui ha continuato a dedicarsi alla scrittura, nonostante non si ritenesse e non si ritenga un bravo scrittore, e che il suo essere arrivato al punto in cui è arrivato non si debba tanto a un fisico speciale, costruito appositamente per Hollywood, quanto piuttosto al coraggio di tuffarsi in territori ignoti.
Ha dichiarato: «A dispetto di tutto il dolore che lo scrivere mi abbia causato nel corso della mia carriera, sono grato per quello che la scrittura mi ha portato. Senza non ci sarebbe stato nessun Rocky. La costanza paga, continuate a colpire».
Oltre che autore del romanzo, Stallone ha curato la sceneggiatura del film omonimo. Ha debuttato come regista in questo film, vi figura tra i personaggi principali e canta il brano d’apertura, su musiche di Bill Conti (Too Close to Paradise).
Al di là del suo valore o disvalore cinematografico, in molti desiderano il film nella propria collezione personale anche per motivi estemporanei, come ad esempio la presenza in una particina – il primo ruolo al cinema per lui – del cantante Tom Waits; oppure per il fatto che interprete dell’Apollo Creed della situazione fosse una leggenda del wrestling: Terry Funk.
Libro e film mettono in scena dei perdenti, il loro annaspare quotidiano sempre in bilico e in ombra, carbonaro, illuminato da una luce crepuscolare. Ambientate nel 1946, le vicende hanno al centro il mondo del wrestling, un fil rouge di continuità con le fortunate gesta del più famoso pugile Balboa. Ma dove Rocky era una storia di dedizione assoluta alla causa, di sacrificio e quasi di annullamento in favore della vittoria, Taverna Paradiso è un costante tiro alla fune nel quale i ruoli si ribaltano continuamente. “Too close to Paradise and too close to Hell”: difficile narrare il duplice, il contradditorio che è in tutti noi.
Il libro usa una lingua senza orpelli per raccontare vicende crude, e segue una sua propria melodia. Ha un impianto già cinematografico e presenta nella sua articolazione una complessità interessante.
Si parla di uomini in terra che guardano un orizzonte che non è mai cielo e che si sentono stranieri ovunque, al di là della presenza o meno degli oceani. Si incontrano tra le pagine momenti e personaggi poetici, e anche illustrazioni grafiche molto belle, nell’edizione Sonzogno del 1979.
La parola letteraria è un baluardo contro le semplificazioni del presente: scava, interroga, apre squarci.