Ultimora
28 Dec 2025 14:31
Serie A: Milan-Verona 3-0
28 Dec 2025 13:22
Biennale Venezia, BB ha messo in discussione gli stereotipi sulla donna
28 Dec 2025 10:45
Ricerche di una donna sulle Dolomiti, non si esclude uno scherzo
27 Dec 2025 20:39
Detenuto dà un pugno al volto a un agente nel carcere di Verona
27 Dec 2025 19:24
Al Palermo basta Pohjanpalo, col Padova finisce 1-0
28 Dec 2025 22:01
Sci: Shiffrin regina, a Semmering subito fuori l'azzurrina D'Antonio
28 Dec 2025 20:46
Serie A: in campo Atalanta-Inter 0-0 DIRETTA
28 Dec 2025 20:22
Il governo chiede la fiducia in Aula alla Camera sulla manovra
28 Dec 2025 19:58
Serie A: Bologna-Sassuolo 1-1
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
A Istanbul, tra sogni cupi e mele d'oro
In scena al teatro Remondini, il 26 e il 27 febbraio, lo spettacolo diretto da Alessio Pizzech tratto dal romanzo di Paolo Rumiz
Pubblicato il 28-02-2024
Visto 4.568 volte
È andato in scena al teatro Remondini in due serate, lunedì 26 e martedì 27 febbraio, Un sogno a Istanbul, spettacolo liberamente tratto dal libro La cotogna di Istanbul. Ballata per tre uomini e una donna, romanzo in versi scritto da Paolo Rumiz.
La produzione Contrada Teatro Stabile di Trieste/Arca Azzurra ha visto sul palco Maddalena Crippa e Maximilian Nisi con Mario Incudine e Adriano Giraldi, diretti da Alessio Pizzech.
Soggetto dell’adattamento curato dal drammaturgo e regista Alberto Bassetti è un racconto che narra una storia d’amore con sullo sfondo, ma anche incarnato, lo scenario del mondo perennemente di confine tra Oriente e Occidente. Un crogiolo di popoli abita queste terre, i rapporti tra le genti tesi storicamente con sguardi da tiro alla fune.
Maddalena Crippa e Maximilian Nisi (foto di Barbara Rigon)
“Da leggere soltanto a voce alta” è la raccomandazione collocata sulla copertina da Feltrinelli: alta come un canto. È la musica infatti a guidare il racconto, a opera di personaggi-cantastorie a cui danno voce la narrazione di Giraldi, poi gli strumenti anche etnici e il canto di Mario Incudine, che ha curato scelta ed esecuzione delle musiche. La scena firmata da Andrea Stanisci presentava sulla destra del parco una struttura che di volta in volta reinterpretata pareva uno scafo capovolto, poi una collina e una duna di sale; intorno, mobili di un candore mediterraneo, una poltrona e sullo sfondo un puzzle-muro a secco in bianco e nero.
Tre uomini e una donna sempre in scena: oltre ai due citati e bravi “coreuti”, Maddalena Crippa ha impersonato con misura perfetta Maša, donna bosniaca vestita di nero (è una vedova) dagli occhi da tartara e dai lunghi capelli rossi, quasi una coda da sirena — la chioma color ruggine indossata per buona parte della storia; a Max, l’ingegnere austriaco suo innamorato, ha dato vita con passione un altro Max (Nisi), che ha interpretato con maestria la gamma di toni che hanno espresso come su un pentagramma mimato la nascita e la parabola breve di quell’amore: l’avvicinamento incredulo, negli anni dell’ultimo conflitto balcanico, la corrispondenza magnetica anche in regime di lontananza, il sogno di una permanenza impossibile.
Si assiste e si accompagna da spettatori con discrezione, anche senza strumento in mano, in silenzio, la storia d’amore tra i due sbocciata d’autunno, ma profumata di primavera — e di legni preziosi da Mille e una notte. A far scaturire il legame profondo che riuscirà a scalfiggere solo un destino avverso sono le note di Žute dunje (la cotogna gialla, che arriverà tra le mani a Istanbul, proprio “sulla porta”), una sevdalinka malinconica che narra di due giovani amanti e di un destino a loro nemico, anche questa una ballata d’amore e di dolore. Le mela color oro di Bisanzio sarà l’ultimo dono di Max a Maša, compagni di un viaggio insieme breve e lunghissimo in terre complesse, spesso in lotta, bellissime e difficili, terre color palissandro o bianco neve, sorvegliate “da greggi di stelle”.
Il tema della malattia attraversa l’ultima parte del racconto in un’ondata nera, di quelle che provocano naufragi inammissibili, come quelli del tutto veri a cui troppo spesso assistiamo — tornando al tema dei confini, gli ammaraggi in quelle zone avvengono via terra, è bene ricordarlo.
Maddalena Crippa a un certo punto torna in scena col capo rasato, prigioniera di un male che la condanna: gran ballo e ballata si avviano alla conclusione.
Il pubblico bassanese ha seguito lo spettacolo attento e partecipe, e sulle ultime note ha tributato applausi calorosi agli interpreti.
Il 28 dicembre
- 28-12-2024Frozen - Il regno di ghiaccio
- 28-12-2024Pubbliche Relazioni
- 28-12-2023Libera Nos a Malo
- 28-12-2023A più non Mozzo
- 28-12-2023Rischio ciclabile
- 28-12-2022Sbilancio di previsione
- 28-12-2019Non ci resta che piangere
- 28-12-2019Gran Torino
- 28-12-2018Negozi e negoziati
- 28-12-2017Poletto Maps
- 28-12-2015Romano d'Ezzelino, capodanno “over 65”
- 28-12-2015Hotel San Silvestro
- 28-12-2015Bassano, fino al 6 gennaio autobus urbani gratis
- 28-12-2015“Hemingway e la Grande Guerra”: presentazione ad Asiago
- 28-12-2015Peccato capitale
- 28-12-2012E la Filippin...aspetta la Befana
- 28-12-2012Primarie, atto secondo
- 28-12-2011Finita la cuccagna
- 28-12-2011Contrassegno invalidi: beccato un “furbetto”
- 28-12-2010“Il digitale terrestre? Dal pianto all'insulto”
- 28-12-2010Commessa del “Grifone” sottrae in un anno 350mila euro
- 28-12-2009"Ciao ragazzi, oggi scrivo a voi"
Più visti
Geopolitica
22-12-2025
L’India beneficia della guerra in Ucraina acquistando petrolio russo a prezzi scontati
Visto 9.187 volte
Manifestazioni
22-12-2025
Marostica Summer Festival: arriva la magia di Luca Carboni
Visto 5.199 volte



