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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

La Torre e il Caffè

Il cantiere del restauro della Torre delle Grazie a Bassano interessa anche lo storico Caffè Italia di Piazzale Giardino. Ma i lavori sono fermi, e in ritardo. Il gestore: “Il disinteresse è totale”

Pubblicato il 12-01-2011
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“E' tutto fermo. E il disinteresse è totale”.
Christian Lorenzato, da cinque anni gestore dello storico Caffè Italia di Piazzale Giardino a Bassano, ci prepara una tazzina di caffè con aria sconsolata.
Da un anno il suo locale è circondato dal cantiere dei lavori di restauro e risistemazione della Torre delle Grazie, all'imbocco di Viale dei Martiri, inseriti nel più ampio progetto di restauro della Cinta Muraria, del Castello degli Ezzelini e della Torre stessa.

Il Caffè Italia sovrastato dal cantiere per i lavori di restauro della Torre delle Grazie

Poiché alcuni locali di servizio del Caffè Italia - i cui muri sono di proprietà del Comune - si trovano alla base della Torre stessa, l'intervento edilizio interessa in parte anche il pubblico esercizio.
L'intervento in questione è regolato da un “atto di assenso per l'utilizzo degli spazi del Caffè Italia” che Lorenzato ha presentato all'Amministrazione comunale nel gennaio del 2010, e che la giunta Cimatti - benché i lavori siano iniziati molto prima - ha approvato formalmente undici mesi dopo.
In base all'accordo, la ditta “Caffè Italia snc” ha concesso al Comune l'utilizzo di alcuni locali - e cioè la cucina, il magazzino, i servizi igienici e parte del plateatico - direttamente coinvolti nei lavori del cantiere.
La disponibilità dei locali, per il Comune, si è resa necessaria “per evitare di perdere i contributi della Regione e della Fondazione Cariverona per i lavori di sistemazione della Torre delle Grazie”.
L'Amministrazione comunale, riconoscendo “i pesanti disagi” affrontati dal Caffè Italia a causa dei lavori, ha quindi deliberato una riduzione dell'80% del canone di concessione del locale per tutto il periodo di apertura del cantiere e la proroga di due anni della concessione stessa in scadenza nel 2010, affermando inoltre “la volontà di procedere alla sistemazione complessiva del pubblico esercizio”.
Da mesi, dopo la partenza dei lavori, la situazione del locale gestito da Lorenzato è a dir poco provvisoria. I servizi igienici sono sopperiti da un bagno mobile e il magazzino da un container, collocati all'esterno del bar.
Un problema sopportabile, visti la natura e gli obiettivi del cantiere, ma non troppo a lungo andare. Perché il problema non è tanto il “cosa” o il “come”, ma soprattutto il “quando”.
“Mi avevano detto che i lavori finivano a settembre - puntualizza Lorenzato -. E invece il cantiere è ancora qui. Non si va avanti, nessuno sa niente e non si capisce il perché.”
“Io ci tengo al mio locale, e a questa splendida parte della nostra città - aggiunge il gestore -. Ma il vero problema è che questa è una zona dimenticata. Di notte le panchine qui a fianco sono ritrovo di giovani sbandati. Ma la polizia locale dov'è?”
Il discorso, inevitabilmente, si allarga. Ma cerchiamo di concentraci sul problema dei tempi. Sul cartello all'esterno del cantiere, apprendiamo che i lavori - consegnati il 14 gennaio del 2009 e appaltati all'Impresa Costruzioni F.lli Azzolini di Arco (Tn) - dovevano essere ultimati in 540 giorni. E quindi, giorno più giorno meno, proprio a settembre dell'anno scorso. Perché, dunque, il blocco e il rinvio?
“Il cantiere è attualmente fermo - ci spiega il direttore dei lavori, arch. Giorgio Strappazzon - perché la direzione dei lavori lo ha fermato. Si tratta infatti per la massima parte di lavori di restauro, soprattutto all'esterno, realizzati con prodotti di calce con utilizzo di acqua sugli strati superficiali. Poiché le temperature, soprattutto le minime della notte, in questa stagione sono diminuite sensibilmente è stato deciso lo stop ai lavori. Questo tipo di restauro richiede infatti temperature superiori ai 5 gradi. I lavori dovrebbero ripartire a febbraio”.
E anche il ritardo generale nella tabella di marcia avrebbe la sua giustificazione.
“I ritardi - afferma ancora il direttore dei lavori - sono dovuti a motivi logistico-organizzativi. Ci sono stati degli aggiornamenti dovuti ad imprevisti che abbiamo rilevato strada facendo. Sono emerse alcune problematiche che hanno spinto i tempi in avanti. Ma l'intervento, del resto, riguarda uno dei manufatti più preziosi della città, e che necessita di un occhio di particolare attenzione.”
Motivi tecnici, dunque, alla base del blocco temporaneo del cantiere della Torre. Un'attesa che per Christian Lorenzato ha il sapore di un Caffé lungo, lunghissimo.

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