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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Primo piano

Danza

Dalla parte di Swan

Giovedì 22 luglio, Operaestate Festival presenterà in prima nazionale al Teatro al Castello Tito Gobbi di Bassano l’esito del progetto Swans Never Die - RINVIATO A LUNEDI' 23 AGOSTO

Pubblicato il 21-07-2021
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Giovedì 22 luglio, Operaestate Festival presenterà in prima nazionale al Teatro al Castello Tito Gobbi di Bassano (in caso di pioggia in Sala Da Ponte) l’esito del progetto Swans Never Die. Per la prima volta in scena si potranno ammirare le sei creazioni realizzate per l’iniziativa che ha invitato il pubblico e gli artisti a ri-pensare il celebre assolo La morte del cigno (tratto da “Il carnevale degli animali”, a cent’anni della morte del suo compositore Camille Saint Saens).
Pietra miliare della storia della danza del secolo scorso, coreografato da Michel Fokine per Anna Pavlova all’alba del Novecento, il pezzo qui ha assunto il ruolo di un campo di attualità e di sperimentazione. Promosso da una rete di organizzazioni culturali italiane (Operaestate Festival, Lavanderia a Vapore, Triennale Milano Teatro, Fondazione Teatro Grande di Brescia, Festival Bolzano Danza/Fondazione Haydn, Il Cassero LGBTI Center/Gender Bender Festival, Mnemedance e Università degli Studi di Torino/Corso di laurea in DAMS) il progetto ha visto coinvolti la prima ballerina del Teatro alla Scala Virna Toppi, con Chiara Bersani, Collettivo MINE, Silvia Gribaudi, Philippe Kratz e Camilla Monga, tutti attori impegnati in una ricerca che indaga come sopravvive un’opera coreografica capolavoro al tempo: chi ne raccoglie l'eredità, come si confronta con i temi dell’identità, della diversità e dell’autorialità in un paesaggio che cambia.
Alle ore 10, al Giardino Parolini, è in programma una classe speciale di Dance Well aperta a tutti, con ospite speciale Virna Toppi, che guiderà i partecipanti alla scoperta di alcuni movimenti base della coreografia originale de La morte del cigno: un lavoro sulla leggerezza e la forza, che cerca di riprodurre la bellezza di un cigno in una figura umana che non vuole abbandonarsi alla morte.

Virna Toppi

In serata, alle ore 20, sulla terrazza del Teatro al Castello, è in programma un incontro gratuito di introduzione allo spettacolo aperto al pubblico (a numero chiuso con prenotazione obbligatoria alla biglietteria del Festival) per scoprire il progetto, l'assolo da cui prende ispirazione e il processo creativo costruito dai coreografi nel corso dei mesi. L’appuntamento vedrà la partecipazione di Susanne Franco, dell’Università Ca' Foscari Venezia, e di alcuni partner dell’iniziativa, che racconteranno la genesi, le tappe e i prossimi sviluppi di un percorso a lungo raggio che continuerà anche nel 2022.
Swans, a sottolineare la pluralità dei cigni in scena, sarà aperto da Swaën, dove Camilla Monga invita due musicisti a reinterpretare la stessa partitura realizzando una composizione in parte scritta e in parte improvvisata: lo stesso principio che guida la struttura coreografica, e che rievoca la libertà interpretativa di Anna Pavlova.
Collettivo MINE (Francesco Saverio Cavaliere, Siro Guglielmi, Fabio Novembrini, Roberta Racis, Silvia Sisto) in Living like I know I’m gonna die, creerà una danza per cinque corpi: due coppie e un singolo, un corpus unico in lotta contro la morte, che trova nel cigno un simbolo della transitorietà dell’esistenza.
Chiara Bersani, in L’Animale, indagherà l’anima come luogo di movimento e trasformazione, e per avvicinarsi al cigno decide di passare attraverso una domanda: cosa succede quando guardando la profonda notte riusciamo a riconoscerci attraverso il canto?
Philippe Kratz ha ideato un pezzo per due interpreti, intitolato Open Drift, in cui tenta di catturare ogni transizione e trasformazione, ogni singolo momento di passaggio.
Silvia Gribaudi proporrà Peso Piuma, in rappresentazione l’intimità del corpo, l'abbandono a esso, il ricostruire di nuovi movimenti, ripetendo quelle braccia e quel collo spezzato rimasti nella memoria dall’interpretazione magistrale della Pavlova.
Chiuderà infine la coreografia originale di Fokine, interpretata da Virna Toppi, danzatrice amata e ammirata solitamente in duo con Roberto Bolle, che qui ha focalizzato la propria ricerca sulla ricca varietà di interpretazioni celebri del pezzo e sul suo personale approccio alla figura del cigno in danza.
Per informazioni: www.operaestate.it - comunicazionefestival@comune.bassano.vi.it - tel. 0424519804

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