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Il suo temperamento e la sua voglia di vivere lasciano a bocca aperta chi ha la fortuna di conoscerlo e sono da incitamento per tutte quelle persone che si trovano in difficoltà a non mollare. Giovanni Spitale, 22enne di Solagna, per gli amici “Spit”, prossimo alla laurea alla Facoltà di Filosofia dell’Università di Padova è un fiume in piena e allo stesso tempo un’officina del sorriso nel raccontarci le fasi salienti della sua malattia che gli ha fatto cambiare, per alcuni versi, la sua vita nella maniera di pensare e di affrontare ogni giorno quel che ci riserva la giornata. Il settembre del 2009 è stato il periodo in cui Giovanni ha iniziato ad avere delle avvisaglie del male che si presentava sotto forma di lividi, cui il giovane non aveva dato peso pensando a delle escoriazioni per via delle arrampicate in montagna che tutt’ora pratica ad alti livelli. La diagnosi impietosa nel mese di ottobre, con la malattia che si manifesta in tutta la sua furia devastante e nell’immediato le prime cure nel reparto di ematologia dell’ospedale S. Bortolo di Vicenza. Attualmente la forte tempra fisica e mentale di Giovanni gli permette di essere attivo a tempo pieno nelle varie attività che svolge, andando oltre ogni ostacolo perché la vita va vissuta intensamente, sorridendo alle difficoltà. Dal suo racconto traspaiono dei grandi insegnamenti per la società di oggi, basata in gran parte sul consumismo e l’apparire: “Agli inizi quando ero in ospedale – esordisce il futuro filosofo – avevo iniziato a esprimermi in maniera ‘violenta’ sul significato di ‘donazione’, mettendomi a disposizione degli altri qualora ce ne fosse stato bisogno, fattore che se viene a mancare diventa una grossa responsabilità. Successivamente, a mente un po’ fredda, ho maturato un pensiero razionale andando a degli incontri nelle scuole per parlare di me stesso e portare una speranza a chi sta lottando contro la malattia e chi potrebbe fare qualcosa per dare una mano. Essere attenti agli altri é una necessità per considerare sé stessi persone prima dal punto di vista logico e successivamente da quello morale”.
Quali sono gli obiettivi futuri, dunque? “Avere la possibilità di acquistare un furgone tutto mio per girare vari continenti e conoscere le culture ed usanze dei popoli. Nel contempo dedicarmi alla mia passione più grande, l’arrampicata in montagna, che nei momenti liberi pratico con buoni risultati. Poi, lo studio che sto completando in preparazione della tesi in Filosofia sulla relazione tra le persone e le macchine, due stili diversi di vita nella società di oggi che ci permette di studiare e capire a fondo come sono le persone dai loro comportamenti”.
Iniziative di carattere educativo e formativo prossimamente coinvolgeranno Giovanni, che domenica 11 luglio sarà a Cortina D’Ampezzo per ricordare Marco Da Pozzo, famoso alpinista deceduto in circostanze tragiche. La giornata sarà imperniata sulle lezioni che esperte guide alpine daranno a ragazzi che vogliono iniziare ad esercitarsi in questa interessante disciplina. Il 16, 17 e 18 luglio la splendida località trentina di Arco ospiterà la fase premondiale di arrampicata prevedendo il tutto esaurito per la manifestazione a cui “Spit” non vorrà di certo mancare. Appassionato e grande conoscitore della montagna è Pietro Dal Prà, alpinista famoso per le sue imprese storiche e grande amico di Giovanni che a ottobre sarà in Madagascar assieme a Adam Ondra, giovane 17enne della Repubblica Ceca indiscusso leader mondiale delle scalate. Per concludere, un pensiero che fa molto riflettere sul senso della nostra esistenza e della donazione da parte di “Spit”: “Per essere pienamente persone é necessario riconoscere l’umanità degli altri, riconoscendoci nelle forme in cui é necessaria la donazione di midollo osseo, sangue, organi o qualsiasi altra cosa. Non bisogna fermarsi alle apparenze e se sei donatore dai ancora di più spronandoti a farlo”.
Giovanni Spitale "Spit"
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