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No: quell’occhio che vedete nella foto pubblicata qui sotto non è il nipotino di HAL 9000 di “2001: Odissea nello spazio”.
C’è comunque molta intelligenza artificiale in questa strumentazione, come nell’evolutissimo supercomputer parlante di bordo della nave spaziale Discovery nel capolavoro di Kubrick.
Si tratta di un'immagine resa possibile da un sofisticato software che all’Ospedale di Bassano del Grappa è stato abbinato a un retinografo di ultima generazione: preziosa dotazione per le diagnosi mirate ai pazienti diabetici.
A questi ultimi è infatti richiesto di eseguire periodicamente l’esame del fondo dell’occhio, che consente di poter scoprire in una fase estremamente precoce un eventuale interessamento della retina da parte della malattia diabetica.
Non a caso sono oltre 1.000 gli esami di questo tipo svolti ogni anno al San Bassiano, grazie alla collaborazione tra l’U.O.S (Unità Operativa Semplice) di Diabetologia e l’U.O.C. (Unità Operativa Complessa) di Oculistica. Un’attività di routine ma essenziale, per la quale da qualche giorno l’ospedale di Bassano del Grappa può contare su una nuova apparecchiatura davvero all’avanguardia.
Il sistema è dotato di una speciale fotocamera che consente di esaminare il fondo dell’occhio, abbinata a questo software di intelligenza artificiale in grado di valutare automaticamente le immagini, segnalando agli operatori sanitari solo i casi che presentano un’alterazione della retina. Considerando il numero di esami di questo tipo svolti al San Bassiano, il beneficio è evidente.
“Tutto è iniziato con l’arrivo di un retinografo di ultima generazione - spiega il dott. Alberto Marangoni, direttore della Diabetologia del San Bassiano -, al quale abbiamo pensato di abbinare questo software, davvero all’avanguardia, di intelligenza artificiale. La disponibilità di questo sistema nel nostro reparto ci consente di ottenere una risposta in tempi molto più rapidi (circa 4-5 minuti) e in piena sicurezza: il tutto a favore di una diagnosi precoce, che significa poter intervenire prima e con una prognosi migliore.”
“Non solo - prosegue il dott. Marangoni -, per il paziente c’è un beneficio importante anche sul piano organizzativo: ora la valutazione del fondo dell’occhio viene svolta nell’ambito del controllo periodico previsto in ambulatorio. Dunque il paziente può ottenere una valutazione più completa in occasione di una sola visita, e poiché la refertazione è immediata torna a casa già con l’esito, senza più la necessità di tornare in ospedale per il referto.”
A sottolineare i vantaggi dell’intelligenza artificiale è anche la dott.ssa Simonetta Morselli, direttore dell’U.O.C. di Oculistica del San Bassiano.
“Prima dell’adozione del sistema di intelligenza artificiale - spiega -, ogni esame doveva essere refertato da un oculista, cosa che naturalmente rappresentava un impegno di risorse significativo considerando che vengono svolti oltre 1.000 esami l’anno di questo tipo.” “L’intelligenza artificiale - aggiunge il primario di Oculistica - invece esamina automaticamente tutte le immagini, “scartando” quelle con esito negativo, che sono circa l’80%, consentendoci quindi di liberare risorse e di concentrare la nostra attenzione solo sui casi che effettivamente meritano di essere esaminati dallo specialista.”
“Il sistema - conclude la dott.ssa Morselli - è davvero molto efficace: la possibilità di errore per le retinopatie diabetiche di basso livello è estremamente bassa ed è pari a zero nel caso delle anomalie importanti che devono essere trattate subito.”
Va sottolineato che il San Bassiano è il primo ospedale in Veneto a utilizzare questa tecnologia, che è presente solo in 6 ospedali in tutta Italia.
“È un progetto fortemente innovativo - afferma il direttore generale dell’Ulss 7 Carlo Bramezza -, reso possibile grazie anche ai fondi stanziati dalla Regione Veneto per progetti di intelligenza artificiale: una volta di più dunque si conferma il nostro impegno a investire nel San Bassiano e la vocazione di questo ospedale a utilizzare le tecnologie più avanzate.” “Non solo - continua il Dg -: questo è anche un ottimo esempio di stretta collaborazione tra reparti, che è un valore sul quale come direzione abbiamo lavorato molto, sia all’interno dei singoli ospedali, sia tra strutture diverse.”
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