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Alessandro Tich
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Te lo dico in corsivo
Alla “Galleria del Motorismo, Mobilità e Ingegno Veneto - Giannino Marzotto” al Museo Bonfanti-Vimar riflettori accesi sul vicentino che nel '500 codificò e divulgò al grande pubblico il nuovo carattere di stampa
Pubblicato il 06-02-2018
Visto 4.960 volte
Cari lettori, se posso scrivervi in questo modo, lo si deve anche a un veneto.
Ebbene sì: tra gli anni del Signore 1522 e 1523 tale Ludovico degli Arrighi, nato a Cornedo (oggi Cornedo Vicentino) attorno al 1475, dopo anni di studi e di prove pubblicò “L’Operina di Ludovico Vicentino, il modo et regola de scrivere littera corsiva over cancellarescha”. Una preziosa opera che recentemente è stata acquistata ad un'asta a Roma e si trova ora negli scaffali di un collezionista americano. E un titolo che riportiamo, doverosamente, in corsivo. Dedicato a un carattere calligrafico che per i copisti dell'epoca risultava essere un metodo di scrittura assai più veloce dello stampatello.
Il buon Ludovico Vicentino non è propriamente il “padre” del sistema di scrittura. L'invenzione e conseguentemente l'utilizzazione del carattere corsivo in tipografia è infatti attribuita all'italiano Francesco Griffo, noto anche come Francesco da Bologna, che lo ideò sempre ai primi del '500. Per questo motivo, all’estero il carattere corsivo è noto come “italico” e come tale appare tra le forme dei font nei nostri computer.
Una pagina dell'opera di Ludovico Vicentino
Ma quello che l'illustre maestro calligrafo cornedese ha realizzato e lasciato ai posteri è stata la “codificazione” del nuovo carattere e cioè la regolamentazione e divulgazione di quello che ai suoi tempi era un moderno modo di scrittura.
Tra le innovazioni indicate da Ludovico degli Arrighi, va sicuramente annoverata la differenziazione del segno grafico che contraddistingue le lettere “u” e “v”, che in precedenza ingeneravano difficoltà di interpretazione. Ma il suo maggiore e più qualificante apporto sul nuovo metodo calligrafico, fatto di lettere semplici ed eleganti costituite da tratti omogenei, deriva dal fatto che non lo mantenne come esclusiva per i professionisti, ma lo condivise col grande pubblico, contribuendo così ad aumentare sensibilmente la velocità di diffusione delle notizie.
Questa ennesima perla dell'inventiva “made in Veneto” è stata fatta propria dalla “Galleria del Motorismo, Mobilità e Ingegno Veneto - Giannino Marzotto”: la rassegna allestita presso il Museo dell’Automobile Bonfanti-Vimar a Romano d'Ezzelino (e in predicato di trasferirsi, negli anni del Signore che verranno, nel futuro Polo Museale Santa Chiara a Bassano) che parla di mille anni di primati e primatisti nazionali e mondiali nel campo della scienza, della tecnica e dell’umanistica e che spesso si arricchisce di notizie inedite che spuntano talvolta quasi casualmente. La codificazione del corsivo calligrafico da parte di Ludovico Vicentino entra così di diritto, con una sezione a lui dedicata, nella galleria delle menti eccelse che da questa regione hanno contribuito al progresso dell'umanità.
“Questa innovazione - sottolineano i promotori della “Galleria” - ha di certo contribuito in modo determinante a velocizzare e diffondere il pensiero in forma scritta.”
Scomodando persino Umberto Eco, che sull'invenzione del nuovo carattere per la stampa aveva affermato: “Il carattere corsivo ha cambiato la storia dell’editoria e ha dato vita a quelle che all’epoca erano le edizioni economiche, rendendo le opere classiche accessibili anche a coloro che non potevano permettersi corsivi in-folio.”
E sarà anche un carattere “italico”, ma la sua diffusione in quella che oggi viene chiamata cultura di massa parla in veneto. E scusate se è poco.
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