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È tempo di scelte
Jaconi deve spremere il meglio dalla rosa. Un anno fa cambiò mezza squadra e sublimò il Bassano. Ora come allora la salvezza passa dalle sue mani
Pubblicato il 29-09-2011
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Punti fermi. Domenica il Bassano è atteso al “Druso” di Bolzano per affrontare i padroni di casa del Südtirol in uno scontro diretto per la salvezza. La settimana che precede questa sfida delicata, perché tutti in cuor loro si augurano sia quella che interromperà il digiuno di punti, è caratterizzata da tanto lavoro e poche, pochissime, parole. Per preparare il match Jaconi intende partire dai reparti che più gli assicurano affidabilità ed in questo momento sono la difesa e l’attacco. Innanzitutto la retroguardia che per 4/5, ci mettiamo anche il portiere, è la stessa dell’anno scorso. Anche se gli infortuni in precampionato di Basso, Porchia, dello stesso Maniero e successivamente di Ghosheh hanno impedito al mister di lavorarci su ed ai vari elementi di rintracciare intese e mandare a memoria i rispettivi movimenti, il reparto arretrato fornisce molte più garanzie che dubbi. Al limite sarà interessante capire come e quando Bonetto possa essere schierato terzino e se Lorenzini, in ottica alternativa ai titolari, arriverà a completare il proprio processo di crescita. Anche l’attacco al momento fornisce buone garanzie: Longobardi e Gasparello sono stati tra i più positivi sia a Cremona che contro il Latina. Difficile dunque che Jaconi mediti di metterci mano e provare qualcosa di diverso. Anche perché Guariniello è recuperato e andrà in panchina consentendo così al mister di aver a disposizione un terzo attaccante puro che gli permette di giocare in quel modo.
La forza di Osvaldo Jaconi. L’allenatore lo scorso anno dopo un avvio di grande difficoltà, anche se condito da alcuni risultati di prestigio come il successo contro il Sorrento, stravolse la squadra in due modi: 1) assetto tattico e atteggiamento 2) facendo scelte importanti pescando dalla rosa a sua disposizione. Per quanto concerne il primo punto si passò da una squadra propositiva, offensiva, e che cercava il risultato attraverso il gioco ad una squadra che sarebbe diventata la reincarnazione calcistica della falange macedone. Il secondo aspetto riguarda gli uomini. Molti allora titolari si ritrovarono in panchina e viceversa. Come dimenticare l’avvio burrascoso di Ghosheh che sembrava molle e svogliato tanto che nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla sua paurosa ascesa ai danni di Veronese? O di Venitucci davanti alla difesa, giocatore di categoria che aveva fatto anche la serie B da titolare. Eppure bastarono un paio di mesi a Caciagli per riprendersi il posto costringendo il centrocampista scuola Juve a fare la spola tra la trequarti e la panchina. Oppure Baido, eroe con il Sorrento desaparecido poi. Senza dimenticare il caso clamoroso di Crocetti declassato da bomber implacabile, suoi i primi storici gol del Bassano in C1 e il memorabile gol del pareggio del “Bentegodi” contro il Verona, a panchinaro di lusso per la contemporanea incoronazione di Guariniello in quanto molto più utile tatticamente. Tanti esempi che fanno capire come ci siano pochi allenatori in giro che hanno lo stesso coraggio e faccia tosta di sconfessare anche le proprie idee (!)per modificarle sulla base di un’attenta lettura delle caratteristiche dei giocatori a sua disposizione. Ecco ora il tecnico giallorosso si trova esattamente in queste condizioni: trovare il bandolo della matassa per far tornare il suo Bassano una squadra competitiva. Tornando indietro di qualche giorno e osservando la formazione che è scesa in campo con il Latina risulta evidente l’assenza di un giocatore di qualità. L’abbiamo sottolineato a caldo, lo ribadiamo dopo aver fatto due conti e metabolizzato, anche se solo in parte, la sconfitta. Ebbene il principale dilemma che si porta dietro questa squadra riguarda il centrocampo e in particolare i giocatori che devono dare qualità. Ok che questo torneo è caratterizzato principalmente da agonismo e forza fisica ma giocando con una mediana esclusivamente muscolare, pur con doverosi distinguo, diventa durissima creare sufficiente gioco da consentire alle punte di essere pericolose.

A disp.: Poli, Lorenzini, Maniero, Morosini, Ferretti, Iocolano, Guariniello. Ind. e sq:. Bonetto (immagine di Claudia Casarotto)
Il ballottaggio. Quindi per quanto riguarda il match di Bolzano bisognerà capire se Jaconi intenderà dare quel pizzico fondamentale di qualità alla squadra e chi sarà il deputato a farlo. Perché se l’urgente attualità è muovere la classifica per ritrovare tranquillità, altrettanto vero è che alla lunga ci vuole qualcuno in grado di accendere una luce che al momento non c’è. Il mister ha spiegato che la scelta fatta con il Latina di irrobustire il centrocampo, inserendo Lorenzini per Drudi, è stata motivata dal fatto che il talentuoso centrocampista nella partitella del giovedì avesse evidenziato delle non meglio precisate carenze di tipo fisico (ma anche qualcos’altro?). Altrimenti sarebbe toccato a lui giostrare dietro le punte come fatto a Cremona. Certamente Drudi avrebbe bisogno di trovare un minimo di continuità nel ruolo di rifinitore ma è anche vero che a Jaconi certe valutazioni riescono particolarmente bene. Altro calciatore sul quale insistiamo, perché dotato appunto di quella rara merce chiamata qualità, è Simone Iocolano che deve sì ritrovare il ritmo partita dopo un anno in infermeria però fisicamente sta bene e potrebbe dire la sua. Si potrebbe puntare su di lui anche a costo di cambiare nuovamente impianto di gioco e predisporre un falso 4-4-2 con sugli esterni appunto Iocolano, ruolo che gli sarebbe congeniale come visto nel suo primo anno in giallorosso, e Mateos. A quel punto Caciagli e Proietti o Morosini formerebbe la cerniera centrale dei quattro. In alternativa, effettivamente non ce ne sono molte, non si può spremere il sangue dai sassi, lasciare lo stesso esterno torinese libero di svariare per l’intero fronte offensivo con l’obiettivo di supportare le due punte Longobardi e Gasparello.
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