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Invecchiamento e infiammazioni non vanno sempre a braccetto
E' finita col Bassano in ciabatte e vestaglia, mai così a suo agio in un derby. Tutti a casa alè, secondo la più consumata oleografia del ramo: sono stati cinque, avrebbero potuto essere anche di più senza che lo spettabile pubblico potesse adontarsi per nulla. Nella ripresa Valdagno è sparito dai radar e lo stanno ancora cercando, ma già a metà primo tempo si era eclissato, inabissato nelle spire della tentacolare difesa giallorossa. Del resto la sua produzione offensiva si è ridotta alla magata al primo assalto di Tataranni e al siluro sporadico e occasionale di Ordonez dopo che di là Gimenez si era appena divorato il vantaggio a porta vuota. Pochino per sperare di fare lo scalpo al Sind che attendeva il braccio di ferro come lo spartiacque stagionale, il bivio in cui vivere di rinnovati slanci o morire di malinconie definitive. Taluni osservatori racconteranno poi di atmosfera da derby pallida e sbiadita. Colpa presumibilmente di un duello sigillato alla distanza dalla manifesta superiorità di Bassano che, a dispetto della classifica, ha piallato via un interlocutore appiattitosi dinanzi ai propri limiti e persino zerbinato a lungo andare, sino a farsi matare sulle ultime curve del match, quelle del tripudio giallorosso. Una prova di forza sublimata da una formidabile aggressività difensiva che ha lasciato a digiuno i lanieri per 41' consecutivi, oltre trequarti di partita, per intenderci, addomesticando e silenziando un attacco altrimenti fragoroso, incarnato da due sultani d'area come Tataranni e Ordonez. Sull'1-2 esterno del primo quarto scarso di contesa, la Recalac ha alzato il ditino, ha chiesto di andare alla toilette e non l'hanno più vista. Così la rete del riaggancio di Gimenez che ha uccellato il Cune mica un pincopalla qualsiasi in serpentina e con una palombella, è stata bissata dal 2-2 in controtempo di Zen che, memore dei suoi esordi da attaccante ha timbrato la nuova pari e patta bruciando d'anticipo il vecchio amico Cunegatti rubandogli il tempo nell'uno contro uno. E ancora il capitano, che ha scelto la serata più suggestiva per scoprirsi mattatore, ha inchiodato al tramonto della prima frazione, il diagonale incrociato a stecchire Pertegato (guardiano di scorta precettato a rilevare il reprobo Cune, scottato dal blu), stampando il 3-2 del sorpassone della ricreazione. Poi, dopo il thè caldo, Bassano ha voluttuosamente infierito: girata di giustezza di Gimenez a graffiare la quaterna, Garcia a smazzare assist no look alla comitiva come fosse Magic Johnson e Aguaron ad abusare con la volée del 5-2. Adesso il podio dei sogni è a -1, la pace con la proprietà e la platea è firmata dopo le tensioni e la spaccatura di novembre. Belligio che per un attimo aveva lasciato fare e qualcuno se ne era approfittato seppur in buona fede, ora si è reimpossessato del suo sistema ripristinando le gerarchie. Ruggiti e coperture difensive, preventive e non in retrovia, corsa e creatività in campo aperto dalla cintola in su. Bassano rinasce così. Week-end a Barcellona possibilmente senza farsi cecchinare dal mondo intero, eppoi martedì a Matera nel posticipo, laddove peserà molto di più della passerella catalana al Palau St Jordi. Perchè la ferita aperta di Prato in realtà non ha mai smesso di sanguinare.
Sind Bassano fa a fette il Valdagno (FOTO ROBERTO BOSCA)
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