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Stoccolma, passeggiata in centro fatale per un giovane alce
Mi telefona un dirigente: "Tu ce l'hai con Giudice, è evidente". E io. "Vero niente, io ce l'ho coi risultati che non vengono e mi sono rotto l'anima di perdere in continuazione beccando sul muso delle sbiancate che mai. Ce l'avessi avuta con Massimo avrei potuto attaccarlo dopo l'orrido finale della scorsa stagione, ma era il mio allenatore e non vedevo l'ora che cominciasse il nuovo campionato". Signori che avete la pazienza e la grazia di leggere, le cose sono andate esattamente così. E dico di più. Quando a inizio febbraio mi è giunta voce che era tutto pronto per il rinnovo col coach ci siamo subito sentiti al telefono e mi sono anche rallegrato perchè ero davvero contento che si proseguisse con un tecnico che continuo tatticamente a ritenere tra i primissimi in circolazione. Quindi ho dato felicemente notizia qui, in tv, sul Gdv, sul Grande Sport e in qualunque spazio che potesse ospitare la lieta novella. Poi però è arrivata l'atroce sconfitta di Prato a cui è seguita l'invereconda notte di Trissino, l'abominevole rimonta del Valdagno, la serataccia di Coppa Italia ancora col Valdagno, il pessimo ribaltone del Forte, l'osceno martedì col Viareggio e il vergognoso congedo dall'Europa col Noia. La squadra che di colpo è diventata un mare di stracchino e figuracce sparse in giro per l'Italia e oltreconfine, settimo posto, minimo storico degli ultimi 15 anni, fuori da tutto il resto, gli zero gol in casa che non si registravano da 12 anni (Bassano-Barcellona 0-8, ma quella almeno era Champions League), la grande fuga dal palazzo. Dobbiamo forse continuare o può bastare così?
Ecco, alla luce di tutto ciò, qualche mia tenacissima convinzione è un tantino scemata e mi sono semmai domandato se fosse opportuno prolungare anche negli anni a venire con un coach che per quanto qualificatissimo, lavoratore instancabile e mirabile programmatore non stava ottenendo i riscontri previsti e che nel gradimento della piazza era sceso a sottozero. Un trainer è sempre figlio dei risultati, anche nel tamburello, non solo nella pista e questa è una considerazione che qualunque cronista oltrechè qualsiasi osservatore attento è doveroso che valuti. Dopodichè si sono pubblicamente registrate le voci che in questi casi spuntano sempre a profusione (ma non farlo avrebbe significato censurare quella che è solo la normalità in simili contesti e negare il gioco delle parti che è così ovunque) e la società è insorta asserendo che si stava minando la tranquillità della comitiva in vista della delicata trasferta serale a Follonica. Via, non facciamoci il sangue amaro e non trasformiamola in una guerra di religione con qualcuno che deve difendere ostinatamente le proprie idee per far dispetto all'altro. La faccenda è molto semplice. Stasera tutti coi giallorossi (e con Giudice) per vedere di realizzare il magistrale colpo di chiappa e - alleluja - magari decollare verso un playoff che anche da settimi o meglio ancora da quinti potrebbe risultare a sorpresa stimolantissimo perchè l'organico per quanto sbilanciato e incongruo resta a mio avviso da prime file. E se putacaso si cola di nuovo a picco? Nella malaugurata ipotesi di un ulteriore tracollo, taluni ragionamenti diventerebbero improcrastinabili e sarebbe da irresponsabili eluderli, quantomeno per salvare il salvabile e non mandare anzitempo amabilmente in vacca la seconda annata di fila.
E in questi giorni è intervenuto di peso il main sponsor Sind bloccando tutti i pagamenti presenti e rimettendo in discussione quelli futuri. Scelta che non deve inorridire alcuno poichè chi va in tasca di suo, sborsa un pacco di dollaroni e potrebbe a stretto giro di posta assumere un ruolo, una valenza e una posizione progressivamente sempre più importanti in seno al club è lecito che pretenda esiti in linea con le aspettative. Nessuno domanda la finale scudetto, è palese, ma nemmeno ignobili sberloni sulle gengive ogni volta che si indossano i pattini. E' un segnale forte e chiaro di chi pretende una scossa e che mettendoci nome e faccia, per lusinghiera storia aziendale ha poca voglia di farsi sbertucciare ovunque.

Il Sind stasera a Follonica si gioca una larga fetta di futuro (FOTO ROBERTO BOSCA)
Ecco, lo scorso novembre dopo la vittoria sulla sirena 5-4 sul Trissino, Giudice mi fece una monumentale tirata all'ingresso degli spogliatoi per sapere chi ci fosse dietro di me a soffiare sul fuoco e volesse la sua testa. Ascoltai pazientemente e naturalmente dietro di me c'era solo il mio faccione che per quanto ingombrante non se ne faceva nulla della testa di Massimo, ma sperava di poter applaudire una formazione un po' meno sdrucciolevole di quella che andava in campo in quel momento. Due giorni dopo Giudice si scusò per avere, per così dire, trasmodato (un gesto da gentleman che ho apprezzato enormemente, sia chiaro) e adesso ribadisco che non avendo verità assolute da difendere o tutelare, non ho la minima difficoltà a prendermi una tirata del mister al palazzo ogni santa gara. La causa di questi colori è prioritaria e va ben oltre gli interpreti. Ma coach, torna a vincermi qualche partita però.
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