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A Solagna Marco Vanzo, che fu tra i sostenitori della fusione col Comune di Valbrenta, si candida a sindaco con la lista Per il Bene Comune di Solagna. “La buona amministrazione si fa garantendo i servizi essenziali”

Pubblicato il 05-06-2024
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Marco Vanzo, 67 anni, pensionato, per 36 anni dipendente dell’Enel di cui è stato capotecnico, è “solagnotto solagnotto”.
Anche se da bambino la sua famiglia si è trasferita per lavoro a Torino e quindi lui ha trascorso l’intera juventus, pardon gioventù nel capoluogo piemontese.
Già in amministrazione in passato a Solagna, ora si candida a sindaco del suo paese, a capo della lista Per il Bene Comune di Solagna.

Marco Vanzo con i candidati della sua lista

Dei tre aspiranti primi cittadini del Comune della Vallata (gli altri due sono il sindaco uscente Stefano Bertoncello e Laura Carraro, a ciascuno dei quali ho già dedicato un articolo), è l’unico che nel 2018 era favorevole alla fusione di Solagna nel Comune unico di Valbrenta, poi annullata dal “No” sancito dal referendum tra la popolazione.
Nel 2018 era ancora sindaco Daniele Nervo, che oggi si ripresenta nella lista di Vanzo come candidato vicesindaco.
Una presa di posizione che, perso il treno della fusione, continua ad ispirare la progettualità della lista, il cui programma è “finalizzato a migliorare la vivibilità del nostro Comune in un’ottica di collaborazione e condivisione con gli altri Comuni confinanti”.
“Dobbiamo valorizzare tutto quello che già abbiamo, senza progetti difficili o irrealizzabili - afferma il candidato sindaco -. La buona amministrazione si fa garantendo i servizi essenziali.”
Oltre all’ex sindaco Daniele Nervo, la lista Per il Bene Comune di Solagna è composta dai candidati consiglieri Filippo Vanzo, insegnante; Cristina Todesco, area manager; Marco Ferazzoli, operatore socio-sanitario; Rachele Nervo, ragioniera; Luca Vanzo, tecnico apparecchiature elettriche; Sonia Vivian, dipendente comunale; Gregorio Bellò, pensionato; Sandro Dal Pra, tecnico teatrale; Giuseppe Spitale, pensionato.
Mi do appuntamento per l’intervista col candidato sindaco Marco Vanzo al bar parrocchiale vicino alla chiesa, che è aperto in alcuni orari di alcuni giorni della settimana.
Ed è una fortuna, perché dal Natale dell’anno scorso, a Solagna paese, di bar veri e propri non ce ne sono più.

Marco Vanzo, lei è stato uno dei sostenitori della fusione nel Comune di Valbrenta. E questa cosa riemerge anche nella vostra visione elettorale…
Sì, la fusione purtroppo è andata come è andata. Noi per questo motivo nelle elezioni precedenti del 2019 non ci eravamo più candidati perché avevamo avuto una netta sconfitta. È andato a votare solo il 50%, però di quel 50% la stragrande maggioranza era contraria. Quindi noi avevamo pagato questo scotto. E adesso ci siamo rimessi in gioco perché eravamo convinti e siamo ancora convinti che la fusione era una cosa giusta. In questo momento qualcuno potrà dire che il Comune di Valbrenta non è al massimo della perfezione, però il risultato della fusione si vedrà fra dieci anni. Noi siamo convinti, e infatti noi abbiamo già incominciato i contatti con gli altri Comuni, che dovremo fare una rete territoriale molto più congeniale perché altrimenti, noi di Solagna saremo tagliati fuori. Siamo il paese più piccolo in mezzo a Pove, a Valbrenta e a Bassano, quindi contiamo poco, e quindi dovremo non dico rifare l’Unione dei Servizi ma arrivare a qualcosa del genere. Perché se no, sui servizi bisognerà tagliare qualcosa oppure non saranno al livello che vogliamo che si diano.

Un esempio?
Prendiamo il sociale. Del sociale uno si accorge quando ne ha bisogno. Prima, con l’Unione dei Servizi con altri Comuni che poi hanno fatto Valbrenta, c’era un servizio sociale efficiente. Nella situazione attuale, sicuramente per esigenze economiche, il Comune ha dovuto aggrapparsi a delle cooperative e quindi spesso, ad esempio per gli anziani, cambiava l’interprete perché cambiava chi avevano davanti.

Lei ha detto: “Faremo di tutto per portare qualche turista in più a Solagna”. Però Solagna, al di là del suo ambiente meraviglioso, al turista ha ben poco da offrire. Non abbiamo più neanche un bar…
È vero, abbiamo poco. E allora noi sicuramente proveremo ad attivarci, e ne ho già parlato sia col sindaco di Pove che col sindaco di Valbrenta, per completare la famosa ciclopista, coi famosi 600mila euro che sono stati già stanziati. Per questo al nostro primo incontro pubblico avevamo fatto venire Achille Variati, perché lui è stato quello che come presidente della Provincia aveva fatto arrivare il contributo. Gli altri due sindaci hanno già detto che loro hanno la necessità di finire quello che era programmato per la ciclopista. Bisognerà intercettare i cicloturisti che ci saranno. Logicamente, essendo la pista in destra Brenta quasi completamente, si recupererà poco. Però anche quei pochi per noi saranno tanti.

Ma quei pochi cosa troveranno, poi, qui in paese?
È questo che dobbiamo attivare. Noi vorremmo provare a riuscire a convincere gli abitanti di Solagna che hanno case chiuse o in disuso o anche abbandonate, in modo tale che si sentano obbligati di metterle a posto oppure a venderle, a un prezzo giusto e non esagerato. Oppure dobbiamo anche incentivare dei B&B, perché se c’è possibilità di alloggio ecco che magari chi fa le lunghe distanze in bicicletta da Monaco a Venezia si ferma qui. Riguardo agli eventi di richiamo, noi avevamo fatto la Notte Bianca e sicuramente la rifaremo, ovviamente invitando le ditte artigiane a portare qualcosa di bello, come avevamo già fatto. Sì, adesso paghiamo lo scotto che non abbiamo i bar ma speriamo che qualcuno magari ne riapra almeno uno. Sulle attività commerciali il Comune potrà fare poco, nel senso che non può togliere le tasse, ma ad esempio si può non far pagare l’occupazione del suolo pubblico in occasione di eventi. Si può venire incontro con queste piccole misure. Non è che possiamo fare grandi cose, però se non incominciamo…

Voi proponete una “giunta allargata” ma anche i “referenti di contrada”. Cosa vuol dire?
Se dovessimo andare ad amministrare il Comune di Solagna, vorremmo fare una giunta allargata. Perché le cose si decidono in consiglio comunale, però la maggior parte degli atti sono fatti dalla giunta comunale, che nel caso di Solagna è composta dal sindaco, dal vicesindaco e da un assessore. Quando si è in tre si ha una determinata visione, mentre se sei tutto il consiglio, otto-nove o dieci persone a seconda degli orari, esigenze di lavoro eccetera, hai un modo diverso di interpretare le cose e magari quella delibera che devi fare la fai anche in un modo diverso. Questo è un aspetto di maggiore condivisione, come anche il fatto dei “referenti di contrada”. Noi abbiamo pensato a sette-otto dislocazioni del paese, ciascuna delle quali avrà un suo referente. Perché ognuno si accorge dei problemi e delle necessità del proprio territorio e magari non si accorge che 500 metri più avanti c’è un problema più grosso. Quindi vogliamo coinvolgere la gente, perché si sentano non dico obbligati ad andare al consiglio comunale o a qualche riunione del Comune, ma proprio per coinvolgerli, per essere noi più trasparenti su quello che si approva.”

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