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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Gli indignati di Bassano
Flash mob studentesco, questa mattina in centro studi, contro la “legge bavaglio” che restringe le intercettazioni, insidia i giornalisti e minaccia internet. “Un decreto che minaccia apertamente la nostra democrazia”
Pubblicato il 15-10-2011
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Non capita tutti i giorni di vedere un gruppo di persone che manifesta per te: e cioè per il lavoro che rappresenti, che è quello del giornalista ovvero dell'operatore dell'informazione.
Sono le 8.30 e gli studenti di Bassano del Grappa si danno appuntamento in centro studi per un flash mob, in realtà ampiamente annunciato, per far sentire la propria voce contro la cosiddetta “legge bavaglio”: ovvero il disegno di legge Mastella che impone delle restrizioni allo strumento delle intercettazioni da parte dei magistrati, prevede delle serie conseguenze penali per i giornalisti che pubblicano atti di indagine e obbliga gli utenti internet che hanno un blog o un sito non registrato come testata giornalistica a sottostare ad alcune normative della legge sulla stampa.
Per esprimere il loro dissenso gli studenti bassanesi non hanno scelto un giorno qualsiasi: la loro protesta coincide infatti con la giornata mondiale di mobilitazione degli indignati che nel nostro Paese, peraltro, è sfociata nella violenta manifestazione di Roma.
Studenti "ammanettati" contro la legge bavaglio (foto Alessandro Tich)
I ragazzi che si ritrovano in via San Tommaso d'Aquino non sono tantissimi, per la verità. Ma si fanno vedere e sentire, invitando “tutti gli studenti che sentono l'obbligo di far sentire la propria voce a coloro che fino ad oggi ci hanno ignorato” a gridare la propria rabbia “di fronte all'ennesimo decreto che minaccia apertamente la nostra democrazia”.
Il flash mob di protesta prende la forma di un grande cerchio, in cui gli studenti si uniscono con le braccia incrociate come a formare delle manette.
Ogni tanto qualcuno dei ragazzi salta all'interno del cerchio, suscitando gli applausi e le urla dei coetanei. Qualche urlo di disapprovazione, invece, per un'incolpevole ciclista che transita all'interno della catena umana.
Gli studenti del movimento “Giovani Democratici” distribuiscono nell'occasione un volantino che allarga il tiro sui toni della protesta: “Noi non ci stiamo, la pazienza ha un limite. Ci siamo stufati di un governo che pensa sempre ai problemi di Berlusconi, e mai a quelli del Paese. Noi non ci faremo imbavagliare. Noi resisteremo.”
Si alza quindi a più voci lo slogan cadenzato che riflette il vero senso di frustrazione della generazione 2011: “Noi-la-crisi-Noi-la-paghiamo”. Storie di quotidiana indignazione, e di luce ancora spenta nel tunnel del futuro.
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