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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Dino, il buono

Nel centrodestra che spara a zero contro il Comune di Bassano, Dino Secco va controcorrente. Tende la mano a Cimatti sulla questione “fuochi” e si attiva per la soluzione del problema Caserma Monte Grappa. Cosa sta succedendo?

Pubblicato il 04-10-2011
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Nell'autunno caldo della vita politica bassanese - con la temperatura alle stelle per il temuto e poi rientrato arrivo di 200 profughi da Lampedusa alla Caserma Monte Grappa e per le ormai estenuanti polemiche sul mancato svolgimento del Concorso Pirotecnico - colpisce l'atteggiamento di un esponente di peso della coalizione di centrodestra che governa il Paese, la Regione e la Provincia ma non il Comune di Bassano del Grappa: il vicepresidente della Provincia di Vicenza Dino Secco.
Che negli ultimi giorni ha avuto più volte il modo di intervenire pubblicamente sulle questioni di attualità della città del Grappa dimostrando un'apertura e un equilibrio che - coi tempi che corrono - sono quantomeno sorprendenti.
Cominciamo con la questione dei fuochi: un argomento che ha travalicato i confini della sua reale portata degenerando in uno scontro politico tra l'Amministrazione bassanese e l'assessore regionale del Pdl Elena Donazzan, che è arrivata a dichiarare, dopo aver attaccato il Comune per il mancato sostegno economico alla manifestazione e dopo un duro botta e risposta con Cimatti - come da noi già ampiamente riferito - che “è ormai certo che a Bassano serve un'altra Amministrazione”.

Il vicepresidente della Provincia Dino Secco all'Adunata Nazionale degli Alpini di Latina nel 2009 (foto Alessandro Tich)

Niente di tutto ciò, invece, nelle dichiarazioni di Secco che anzi - nella sua ulteriore veste di assessore provinciale al Turismo e di presidente del consorzio turistico “Vicenzaè” - ha teso la mano al sindaco Cimatti.
“Pur dispiaciuto per la sospensione dell'evento - ha affermato il vicepresidente provinciale in quota Pdl, in dichiarazioni riportate dal “Giornale di Vicenza” - non me la sento di attaccare il Comune. Sono tempi duri, con le famiglie alle porte del municipio che bussano a cercare aiuto. Difficile per un sindaco spendere denaro pubblico per i fuochi d'artificio. Del resto non sarebbe stato nemmeno giusto abbassare la qualità dell'evento per poterlo allestire comunque con minori risorse. Meglio sospendere i fuochi d'artificio per un anno e attendere momenti migliori.”
Rispetto alla collega di partito, siamo davvero agli antipodi.
“I tempi sono mutati - ha ancora detto Dino Secco sul giornale -. Bisogna ripensare i modi e le strade per cercare finanziamenti per questo tipo di eventi. E' difficile di questi tempi per un Comune spendere denaro pubblico in questo modo”.
Ma ancora più sorprendente, trattandosi di un tema di ben maggiore importanza, è l'apertura di Secco sul fronte caldo della destinazione della Caserma Monte Grappa di Bassano.
“Fin dall'inizio - ha affermato il vicepresidente rispondendo in consiglio provinciale al consigliere Beraldin - siamo stati contrari all'ipotesi di trasferimento dei profughi in questa caserma. Per questo stiamo preparando una lettera ai ministeri della Difesa e degli Interni affinché l'edificio venga dismesso e consegnato al Comune di Bassano perché lì possa essere trasferita la sede Ana, della Protezione Civile e del Commissariato di Polizia oltre che la sede del quartiere S.Marco.”
Poco importa se la nuova sede del Commissariato, nelle intenzioni dell'attuale Amministrazione bassanese, sarebbe prevista nel piazzale del mercato ortofrutticolo. Quanto dichiarato da Secco nell'aula consiliare di Palazzo Nievo rappresenta un importante precedente di convergenza di interessi con Bassano, compiuto oltretutto su un terreno - quello degli alpini - notoriamente caro alla Donazzan.
Siamo dunque al confronto a distanza - all'interno del partito, e agli occhi dei bassanesi - tra “Elena, la passionaria” e “Dino, il buono”?
Sarebbe troppo riduttivo, e soprattutto semplicistico. Per di più, gli attuali buoni uffici di Secco nei confronti del Comune di Bassano sono attesi da una decisiva prova del nove: lo sblocco del progetto della rotatoria tra via Parolini e viale XI Febbraio, snodo strategico dei piani di mobilità dell'Amministrazione comunale, su cui la Provincia - proprietaria dell'attigua area che ospita il Liceo Brocchi - ha fino ad oggi messo i paletti tra le ruote.
Ma all'osservatore della politica cittadina salta comunque all'occhio una considerazione.
Elena Donazzan è una donna di destra: una cultura politica basata su valori sociali, di schieramento e di identità netti e intransigenti.
Dino Secco, invece, è un ex democristiano: una matrice politica nel cui Dna è insito il gene del compromesso e della mediazione per garantire consensi al proprio bacino elettorale.
In un certo senso, rappresentano le due anime contrastanti dell'attuale assetto del Popolo delle Libertà. Potrebbe anche trattarsi - sviluppando un'ipotesi da noi già avanzata in un altro articolo - di un singolare duello a distanza per la conquista della prossima candidatura del Pdl alla poltrona di sindaco di Bassano.
Ma noi vorremmo pensare che gli ultimi interventi del vicepresidente della Provincia Secco siano il frutto di un'effettiva realpolitik rivolta al bene di Bassano e non di calcoli di convenienza, proiettati alle future urne elettorali.

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