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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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Diego, coming soon
Il 3 settembre esce nelle sale “Cose dell'altro mondo”, il film sull'immigrazione e il razzismo del regista Patierno ambientato a Bassano, con Diego Abatantuono. Una pellicola attesa in città con curiosità, ma anche col mirino della critica
Pubblicato il 19-07-2011
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Si avvicina l'uscita nelle sale cinematografiche di “Cose dell'altro mondo”, il film del regista napoletano Francesco Patierno ambientato in gran parte a Bassano del Grappa, che tanto ha fatto discutere prima ancora del primo “ciak” dopo il “no” imposto alle riprese dall'Amministrazione comunale di Treviso - città che era stata prescelta dalla produzione come location originale della sceneggiatura - che ha costretto la troupe della Rodeo Drive ad emigrare in riva al Brenta, accolta a braccia aperte dall'Amministrazione Cimatti.
La pellicola, distribuita da Medusa, sarà infatti proiettata nei cinema a partire dal prossimo 3 settembre e non si esclude anche un suo passaggio nella sezione “Controcampo” della prossima Mostra del Cinema di Venezia.
La storia - come noto - racconta il paradosso della società di una “bella, civile e laboriosa città del Nordest” alle prese con l'improvvisa scomparsa di tutti gli extracomunitari. Una storia bizzarra che ruota attorno alle figure dell'industriale buontempone Libero Golfetto (Diego Abatantuono), del “cinico poliziotto romano”
Diego Abatantuono a Bassano, dopo una scena del film (foto Alessandro Tich)
(Valerio Mastrandrea) e della “buona e bella” maestra elementare (Valentina Lodovini).
L'uscita del film sarà senz'altro attesa con curiosità - ma anche con il mirino della critica puntato dalla platea - anche dai bassanesi, soprattutto per verificare quale immagine della città di Bassano uscirà dalla storia raccontata sul grande schermo.
E' ancora fresca la memoria del trambusto provocato dal set lo scorso mese di ottobre, soprattutto nei primi giorni di riprese, nelle piazze del centro storico.
Un'invasione di fili, fari e cineprese culminata con la famosa “scena del toro” - allestita in un Piazzotto Montevecchio trasformato in mercato settimanale - nella quale il toro ammaestrato John, di 950 chili, ha recitato la parte della “bestia impazzita tra le bancarelle”, poi ricondotta alla ragione (per usare un eufemismo) dall'improvvisato toreador Golfetto-Abatantuono.
Le intenzioni del film, come si legge nelle note di produzione, sono quelle di affrontare “le tematiche dell'immigrazione e del razzismo con una robusta vena comica.”
Lo stesso regista Patierno, incontrando la stampa a Bassano, aveva sottolineato che il senso della storia è tutto racchiuso in una domanda: “Che cosa significa integrazione?”. E cioè: “Se gli immigrati ci mancassero tutti all'improvviso, ci mancherebbero solo come forza-lavoro o anche emotivamente?”. Lasciando libera la risposta alla sensibilità degli spettatori.
Il tutto raccontato con sarcasmo ed ironia quasi al limite - a giudicare da alcuni ciak ai quali abbiamo assistito a Bassano - del grottesco più assoluto.
Al punto che l'agenzia Ansa, in un articolo dedicato alla prossima uscita del film, titola: “Patierno, risate sul razzismo dal 3 settembre”.
Certo è, a rigor di logica, che il binomio tra razzismo e comicità è piuttosto inquietante, e che alcune estremizzazioni dei personaggi del cast poco si addicono al carattere difficile, ma non certo xenofobo, della nostra Bassano.
Ma è altrettanto vero che un'opera va giudicata solo dopo averla vista.
E state sicuri che lo faremo.
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