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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

Financial Times

Il ministro dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti a Bassano per sostenere il candidato governatore Alberto Stefani. Incontro coi cittadini tra le bancarelle del mercato e poi incontro con le categorie economiche al Palazzo delle Competenze

Pubblicato il 25-10-2025
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Non c’è che dire: per il ministro leghista dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti questo è un periodo davvero impegnativo.
Sono infatti i giorni dei Financial Times del Governo Meloni, che lo scorso 17 ottobre ha approvato la bozza della Legge di Bilancio 2026, su proposta del ministro in questione.
Vale a dire la manovra finanziaria che secondo il comunicato stampa del Consiglio dei Ministri “non comporta un aumento del disavanzo pubblico e conferma il percorso di risanamento dei conti dello Stato con la priorità verso i redditi più bassi, il lavoro dipendente, il ceto medio, la famiglia, le imprese attraverso misure mirate”, mentre secondo altre chiavi di lettura comporterà una batosta di 8 miliardi all’anno in più di tasse al mondo finanziario e imprenditoriale italiano.

Il ministro dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti e il candidato governatore del centrodestra Alberto Stefani (foto Alessandro Tich)

Alcuni nodi della Legge di Bilancio - tra cui la “stretta” sugli affitti brevi e la tassa sulle banche - sono stati rinviati in Parlamento, con lo scopo anche di stemperare le tensioni sorte all’interno della stessa maggioranza.
Il ministro Giorgetti, dunque, in questo momento ha ben altre priorità in agenda rispetto a quella di visitare i territori.
Ma in campagna elettorale, come ben sappiamo da sempre, non esiste Mission: Impossible.
E così, il ministro dell’Economia e delle Finanze interviene a Bassano del Grappa in una “apparizione” a sostegno del candidato governatore del Veneto per la coalizione di centrodestra, nonché suo emergente collega di partito, Alberto Stefani.
Nell’occasione, inevitabilmente, intervengono i soliti pezzi da 90, da 60 e da 30 della Lega regionale e locale.
Sul mio bloc notes annoto la presenza, tra gli altri, del presidente uscente del consiglio regionale e candidato Roberto Ciambetti, dell’assessore regionale uscente e candidata Manuela Lanzarin (con l’inseparabile sorella e “braccio destro” Barbara), della senatrice Erika Stefani, della deputata Mara Bizzotto, della candidata Morena Martini e ovviamente del sindaco di Bassano del Grappa Nicola Finco nella sua veste di coordinatore e responsabile della campagna elettorale della Lega nella nostra Regione.
Programma della visita di Giorgetti, Stefani & Friends al seguito: pit stop di benvenuto al gazebo elettorale leghista allestito in via Verci, quindi giro tra le bancarelle del mercato settimanale del sabato per incontrare i cittadini e gran finale al Palazzo delle Competenze in via Angarano per un incontro - escluso alla stampa - con le categorie economiche.

Ma in questo che è il giorno “bassanese” della campagna elettorale di Alberto Stefani, quale messaggio vuole dare il ministro dell’Economia e Finanze alle associazioni di categoria e alle imprese?
“Innanzitutto ascoltiamo, perché è fondamentale andare anche direttamente alla base e sentire quali sono i problemi - risponde Giorgetti alla mia domanda -. Poi certamente noi stiamo cercando di dare delle risposte, che non rispondono al 100% alle attese ma che rispetto alla situazione generale, credo che siano importanti. Quindi, la riduzione delle imposte che abbiamo messo in campo è frutto di un lavoro che ci permette di farlo, come ho detto e ribadisco. E poi quello che sento qui, specialmente in Veneto, è la richiesta di sburocratizzare e cioè di diminuire questa tassa occulta che è la burocrazia, su cui ci si deve impegnare sicuramente di più.”
Sulla scelta di Alberto Stefani come figura leader della coalizione di centrodestra, cosa ha da dire Giancarlo Giorgetti?
“È giovane, è veneto, è leghista, soprattutto ha tanta voglia di fare e quindi credo che sia la risposta giusta - afferma il ministro -. Poi, il Veneto ha una sua peculiarità particolare, come ha dimostrato anche questa volta nel momento delle scelte. Per questo motivo, come Lega abbiamo insistito tanto sulla sua figura.”
Qual è invece il “polso” di questi primi giorni di campagna elettorale?
Lo chiedo ad Alberto Stefani.
“C’è un bel clima - dichiara il candidato governatore del Veneto -. Stiamo ascoltando i cittadini, le associazioni e le imprese, stiamo ricevendo segnalazioni e proposte per il programma che stiamo integrando nel corso del tempo. Quando incontriamo i nostri cittadini, proseguiamo un percorso che abbiamo già inaugurato a marzo con una campagna di ascolto, con oltre 2.500 punti di ascolto, ma anche di incontro con le associazioni di categoria, che hanno scritto con noi la parte del programma relativa al mondo dell’impresa, e con il mondo degli amministratori, con cui abbiamo condiviso alcune proposte in materia di governance territoriale, molto interessanti anche per quanto riguarda la sburocratizzazione.”
Ma visto che abbiamo qui presente un esponente del Governo, nel caso in cui Alberto Stefani venisse eletto governatore del Veneto, qual è la prima cosa che chiederebbe al Governo stesso?
“Innanzitutto, continuare un percorso di dialogo, come è sempre stato fatto - mi risponde l’aspirante presidente della Regione - Noi abbiamo usato uno slogan, “Sempre più Veneto”, che significa continuità con l’amministrazione di Luca Zaia e prosecuzione da parte nostra dell’orgoglio dei risultati già raggiunti, con uno sviluppo dei prossimi 20-30 anni. Tra i primi punti abbiamo messo il tema del sociale, tenendo conto di alcuni attuali trend demografici, con una popolazione che invecchia sempre di più e una denatalità in atto. La necessità, quindi, di studiare delle forme e dei modelli anche di assistenza sociale innovativi, come quartieri residenziali, villaggi inclusivi, già sviluppati in alcune realtà che meritano di essere potenziate anche qui.”
“In Veneto, una sanità sempre più territoriale - prosegue Stefani -. Una Regione vicina alle imprese, con meno burocrazia, aiuti a chi assume e permette anche un’integrazione con il mondo della formazione. Un altro grande tema è quello della manodopera, già sentito da moltissime imprese. Entro il 2030 mancheranno 280 mila lavoratori qualificati in Veneto e c’è la necessità di integrare sempre di più il mondo della formazione con il mondo dell’impresa. Garantire quindi anche un modello diverso, sensibilizzando i giovani allo studio nelle scuole tecniche e professionali.”
“Questo è assolutamente fondamentale - conclude il candidato governatore del centrodestra - per costruire il Veneto del futuro.”
Caspita: non mancano di certo le cose da fare.
Ma è anche vero che si tratta di interventi fattibili nella misura in cui (adoro questa locuzione, ogni tanto la scrivo) potranno trovare un supporto legislativo nazionale e quindi nei provvedimenti del Governo.
Per cui chiedo di brutto a Giancarlo Giorgetti: “Ministro, ha sentito quante richieste?”.
“È giusto chiedere - risponde il ministro dell’Economia e delle Finanze -. Bisogna creare le condizioni per poter rispondere. Diciamo che se il Veneto avesse più autonomia, sarebbe in grado di rispondere magari da solo.”
E quando il ministro della Repubblica Giancarlo Giorgetti pronuncia la parola “autonomia”, scatta un entusiastico applauso da parte di tutti gli astanti, come da copione.

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