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Radiocronaca
Inaugurate alla Radiologia del San Bassiano due nuove macchine diagnostiche di ultima generazione tecnologica: un mammografo con tomosintesi 3 D per le pazienti di Senologia e una TAC Cone Beam 3D per le diagnosi di Maxillo-Facciale
Pubblicato il 04-06-2025
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Due tagli del nastro distinti per due nuovi macchinari di avanzata tecnologia che da oggi arricchiscono le dotazioni della Radiologia dell’Ospedale San Bassiano.
Con l’immancabile partecipazione della sempiterna Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità e al Sociale, ai suoi ultimi mesi alla guida della Sanità veneta (anche a lei è precluso il terzo mandato consecutivo), affiancata dal presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti ed inoltre, assieme ai referenti dell’Ulss, dall’assessore al Sociale del Comune di Bassano Francesca Busa.
Tutti insieme appassionatamente, compresi alcuni sindaci del territorio presenti tra il pubblico, per inaugurare le due strumentazioni nuove di zecca: un mammografo con tomosintesi 3D e una TAC Cone Beam 3D, per un investimento complessivo di oltre 490mila euro.

Il taglio del nastro per il nuovo mammografo 3D
Andiamo subito a spiegare di cosa si tratta.
Il nuovo mammografo - che è frutto di un investimento di circa 312mila euro da parte dell’Ulss 7 Pedemontana, finanziato al 50% tramite fondi della Regione Veneto -, oltre a garantire immagini di altissima qualità, si caratterizza per uno speciale software in dotazione che consente lo svolgimento delle biopsie sotto guida 3D.
“Quando individuiamo delle lesioni sospette alla mammografia - spiega il dott. Calogero Cicero, direttore dell’U.O.C. (Unità Operativa Complessa) di Radiologia degli Ospedali di Bassano e di Asiago -, c’è la necessità di arrivare alla diagnosi prelevando un campione di tessuto mediante una biopsia. La nuova apparecchiatura consente di effettuare il prelievo mediante la guida con tomosintesi, che rispetto al sistema 2D, precedentemente in uso, ci permette di seguire il percorso dell’ago fino al nodulo in modo più preciso, proprio perché la rappresentazione è tridimensionale.”
“Essere in grado di effettuare una biopsia su lesioni sospette così piccole - afferma il dott. Enrico Di Marzio, direttore dell’U.O.C. di Chirurgia Senologica di Bassano e Santorso - implica la possibilità di intervenire prima, dunque con un’operazione di piccola entità, in modo più conservativo e con una ripresa post-operatoria più rapida e meno conseguenze in ambito personale, ma anche lavorativo e familiare. E soprattutto, implica una possibilità di guarigione molto elevata.”
“Il nostro è il primo centro “spoke” di Senologia in Veneto - aggiunge il dott. Di Marzio -. In un anno tra Bassano e Santorso abbiamo avuto 331 donne operate, con interventi per l’88% di natura conservativa secondo il principio del minimo trattamento efficace.”
“Oggi va sottolineato che il tumore al seno presenta un tasso di guarigione molto elevato, che supera il 90% se la diagnosi è fatta in modo precoce, quando la malattia è ancora al primo stadio - conferma il dott. Franco Bassan, direttore dell’U.O.C. di Oncologia dell’Ulss 7 Pedemontana -. Inoltre, il poter effettuare una biopsia, dunque una diagnosi certa, su lesioni così piccole, consente di definire subito il piano terapeutico più appropriato, senza più rimandare la paziente ad un ulteriore controllo nei mesi successivi.”
L’introduzione del nuovo mammografo con tomosintesi 3D è stata anche l’occasione per rinnovare - con un ulteriore investimento di circa 80mila euro - anche gli ambienti della Radiologia del San Bassiano che ospitano l’attività di diagnostica senologica.
La struttura è divisa in due ambulatori dedicati, uno per le mammografie e uno per le ecografie, con una particolare attenzione anche al comfort e all’estetica, per creare un ambiente il più possibile accogliente e rilassante mediante immagini floreali sulle pareti, e anche sullo stesso mammografo 3D, che “hanno un effetto calmante e positivo”.
Il passaggio dalla tecnologia bidimensionale a quella tridimensionale caratterizza anche la nuova TAC Cone Beam 3D, che riguarda invece la diagnostica maxillo-facciale.
La macchina produce un fascio di raggi X a forma di cono (da qui la sua denominazione “Cone Beam”) e genera immagini della zona dentale e, per l’appunto, maxillo-facciale.
“A differenza della TAC tradizionale - precisa il dott. Calogero Cicero - questa apparecchiatura utilizza dosi di radiazioni molto basse ottenendo allo stesso tempo immagini di altissima risoluzione in pochi secondi. La TAC Cone Beam viene quindi utilizzata per lo studio dell’arcata dentaria e dell’articolazione temporo-mandibolare, del massiccio facciale, del complesso naso-sinusale e anche dell’orecchio.”
La nuova TAC, del valore di 85mila euro, sarà utilizzata sia per i pazienti vittime di traumi facciali, sia per quanti devono sottoporsi a impianti dentali complessi o soffrono di malformazioni facciali o ancora presentano patologie del complesso maxillo-facciale e dell'orecchio.
“Intanto c’è da dire che l’apparecchiatura è studiata per poter essere utilizzata anche su pazienti in carrozzina, quindi semplifica molto l’esame per questa categoria di utenti - dichiara il dott. Michele Garofolin, direttore dell’U.O.C. di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Ulss 7 Pedemontana -. Inoltre, il software in dotazione riesce a correggere automaticamente movimenti fino a 2 cm., restituendo comunque immagini perfette, e questo è importante nel caso di pazienti non collaboranti o affetti da tremori. Per il chirurgo che deve poi intervenire, la possibilità di ottenere immagini 3D rappresenta un grande vantaggio, perché mostra in modo chiaro tutta la parte anatomica, mentre una rappresentazione in 2D può essere fuorviante.”
“Inoltre - prosegue il primario -, nel caso dei traumi facciali si riesce a visionare in 3D tutta la testa, come se avessimo il cranio in mano. In definitiva abbiamo la possibilità la possibilità di curare meglio i pazienti e anche di ampliare ulteriormente l’offerta di prestazioni che possiamo svolgere.”
“Come se avessimo il cranio in mano”?
Come avrebbe detto il grande Mike Bongiorno: allegriaaaaa…!!!
Anche in questo caso, una particolare attenzione è stata posta all’accoglienza della sala per gli esami, con immagini studiate - nella fattispecie, delle mongolfiere sulle pareti - in particolare per far sentire a proprio agio i pazienti più piccoli.
“Entrambe le strumentazioni - afferma il direttore generale dell’Ulss 7 Pedemontana Carlo Bramezza - porteranno dei vantaggi importanti sul piano clinico, in termini di capacitò di presa in carico dei pazienti, e allo stesso tempo per entrambe abbiamo studiato anche degli ambienti rinnovati, studiati per essere accoglienti e ridurre lo stress che può generare un esame radiologico, soprattutto per alcune categorie di pazienti.”
Il tutto, come sottolinea il DG, a conferma della “vocazione del San Bassiano di Ospedale ad altissima tecnologia” e in generale dell’“impegno di questa direzione a sostenere l’innovazione tecnologica, mettendo a disposizione dei nostri medici, ma soprattutto dei pazienti, le apparecchiature più all’avanguardia”.
“Un innalzamento della qualità tecnologica - rimarca il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, riferendosi al Veneto - che non ha pari in Italia.”
Dal canto suo, l’assessore regionale Manuela Lanzarin ribadisce “il grande sforzo che si sta facendo nel campo delle tecnologie, con un parco macchine in continuo aggiornamento e evoluzione”, allo scopo di avere “esami meno invasivi, meno impattanti, con meno radiazioni e più comfort per i pazienti e gli operatori”.
Dell’intervento dell’assessore bassanese Francesca Busa riporto infine il suo auspicio che la sanità pubblica “offra un sistema di assistenza valido, accurato e adeguato”.
Sante parole. Anche perché alla Radiologia del San Bassiano, come posso testimoniare personalmente, può capitare di ricevere l’appuntamento per un esame importante come la TAC coronarica, a seguito di un precedente esame, dopo otto - e lo ri-sottolineo in grassetto: otto - mesi di attesa.
Questo è quanto, per un’inaugurazione che riserva anche un simpatico fuori programma.
Accade subito dopo la benedizione agli ambienti di Radiologia impartita da Don Domenico Marini che aggiunge: “Dopo andremo a benedire anche i nuovi macchinari che vengono inaugurati oggi.”
Al che il direttore generale Bramezza, sorridendo, gli fa capire a chiari cenni che gradirebbe ricevere una benedizione anche lui.
Desiderio esaudito: il DG dell’Ulss 7 Pedemontana riceve la benedizione personalizzata del Don, suscitando un sincero momento di ilarità da parte dei presenti. In primis da parte dei giornalisti che pensano di aver capito il motivo della richiesta, molto probabilmente collegata al noto processo in corso al Tribunale di Vicenza che vede Bramezza come parte lesa, nel quale decideranno i giudici ma per il quale anche una buona parola dall’Alto non fa mai male.
Succede anche questo, all’incontro per l’inaugurazione delle nuove e avanzate dotazioni di Radiologia.
La radiocronaca finisce qui, grazie per la cortese attenzione.
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