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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

La città al centro

Dopo la lettera dell’ing. Rinaldi sull’“assalto agli spazi pubblici” da parte dei locali in centro, interviene il Consiglio di Quartiere Centro Storico. “Noi denunciamo l’eccesso di occupazione degli spazi pubblici, non l’esistenza dei plateatici”

Pubblicato il 05-11-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Il sasso nello stagno - ed è uno stagno meraviglioso perché è uno scrigno di bellezze storiche, artistiche e architettoniche - è stato gettato.
A gettarlo è stato l’ingegner Eugenio Rinaldi, noto professionista dal ricco curriculum di impegno civico e associazionistico, che ha sempre avuto a cuore le questioni della tutela culturale e dello sviluppo sostenibile della nostra città.
Lo stagno è ovviamente il centro storico di Bassano e il sasso è la lettera di Rinaldi pubblicata da Bassanonet lo scorso 25 ottobre nell’articolo “Pregiato Mangimificio Bassanese”.

Foto di Cesare Gerolimetto (per gentile concessione)

La presa di posizione del già pluriennale presidente di Italia Nostra Bassano è ormai ampiamente nota, visto il numero di visualizzazioni di quell’articolo, ma la riassumo di seguito.
Secondo Rinaldi, in centro storico è in atto un vero e proprio “assalto agli spazi pubblici” da parte dei locali che somministrano alimenti e bevande, in una città che “assume sempre più una connotazione che punta sul turismo mangia e fuggi, su locali ad uso mangimificio, soprattutto punti di ristoro di passaggio”.
Ne consegue uno stravolgimento della “normale fruizione della città storica, con progressivo svuotamento dei servizi utili al cittadino quali botteghe storiche e negozi utili alla vita quotidiana dei residenti” e un’invasione di plateatici esterni che “trascura forse l’aspetto più importante per una città storica che si concreta nel passeggiare tranquillamente prediligendo l’interesse storico culturale”.
Ieri abbiamo pubblicato una lettera di replica all’intervento di Rinaldi, scritta da un commerciante del centro che ha preferito l’anonimato.
Oggi riceviamo in redazione un nuovo - e davvero autorevole - contributo al dibattito che la lettera aperta del noto professionista bassanese (di adozione) ha inevitabilmente innescato.
È una lettera al direttore di Bassanonet firmata dal Consiglio di Quartiere Centro Storico.
“Ci fa piacere inviarle una lettera a nome del Consiglio di Quartiere Centro Storico - scrivono nella mail la presidente Luana Milan e il vicepresidente Paolo Conci -, che prende spunto da una recente lettera dell’Ing. Rinaldi e che ci offre l’occasione per far conoscere la nostra posizione sul tema dell’uso degli spazi pubblici del nostro centro storico.”
Anche in questo caso si tratta di una replica dai toni civili e propositivi, come ogni dibattito degno di tale nome dovrebbe garantire, e che pubblichiamo volentieri.

LETTERA DEL CONSIGLIO DI QUARTIERE CENTRO STORICO AL DIRETTORE RESPONSABILE DI BASSANONET, DOTT. TICH

Gentile Direttore,

abbiamo letto il recente articolo del 25 ottobre scorso intitolato “Pregiato Mangimificio Bassanese” e abbiamo avvertito l’urgenza di far conoscere la posizione del Consiglio di Quartiere sugli argomenti trattati nella lettera dell’Ing. Rinaldi.

Desideriamo ringraziare l’Ing.Rinaldi per avere, da professionista qualificato e autorevole, portato l’attenzione su argomenti fondanti dell’idea di città, con cui ogni cittadino è chiamato a confrontarsi, su cui abbiamo cercato di aprire un dibattito anche con tutti i candidati sindaci in occasione del confronto “La città che vorrei”, organizzato nell’aprile scorso insieme agli amici di Bassano Accessibile e Italia Nostra.

L’Ing. Rinaldi parla esplicitamente di “privatizzazione dei luoghi di pregio della città” e di “assalto agli spazi pubblici” da parte di locali, punti di ristoro e pizzerie; ma anche a causa di parcheggi in luoghi storici, come piazza Terraglio e - aggiungiamo noi dopo il recente intervento di questa Amministrazione - la piazza del Castello degli Ezzelini e del Duomo di Santa Maria in Colle, cioè i luoghi della fondazione medievale della nostra città di Bassano. Per non parlare qui dei parcheggi abusivi sulle piazze e un po’ ovunque nel centro storico, tema su cui avremo modo di intervenire in altro momento. E si potrebbe aggiungere la proliferazione di eventi di qualsiasi tipo, che invadono le piazze centrali quasi ogni fine settimana, trasformandole da spazi civici in vetrine commerciali e aree di consumo di prodotti di qualsiasi tipo.

Le espressioni usate dall’Ing. Rinaldi sono forti. Ma si potrebbe anche usarne di altre non meno esplicite, come quella di espropriazione degli spazi collettivi ad uso civico a favore di un uso privato e commerciale. Perché questo è un fenomeno sotto gli occhi di tutti.

Ci siamo spesso sentiti obiettare, da interlocutori pubblici e rappresentanti di categorie, che i residenti vorrebbero un centro storico senza locali né eventi, a favore della loro esclusiva (ed egoistica) tranquillità. Che vorrebbero un centro storico “morto”. Ma non è così.

Noi denunciamo l’eccesso di occupazione degli spazi pubblici, non l’esistenza dei plateatici. E questa è una questione politica, in senso alto. Perché è evidente che qualunque nuovo locale apra, esso chiederà uno spazio esterno e, di locale in locale, di plateatico in plateatico, non ci sarà più spazio per il cittadino bassanese (residente del centro o no) né per il visitatore attento alla bellezza, ma solo per l’avventore, il consumatore, il turista distratto. E allora è il Pubblico che deve difendere la Cosa Pubblica, i diritti di tutti, compreso l’uso civico degli spazi collettivi.
Un solo esempio: Piazzotto Montevecchio è ridotto a Vicolo Montevecchio, ormai uno stretto passaggio tra due ali di plateatici, che hanno invaso anche lo spazio di una delle rare rastrelliere per biciclette (e non si capisce più chi abbia ragione a infastidirsi: se l’avventore seduto con la ruota di una bici contro lo schienale o se il ciclista che non riesce a sistemare il suo mezzo se non spostando una sedia…quando è vuota).

Noi denunciamo la mancanza, o comunque l’insufficienza e in ogni caso l’inefficacia, di controlli pubblici contro il mancato rispetto dei limiti dei plateatici da parte di alcuni esercenti: recinti di piante che mangiano metri di suolo pubblico, arredi accatastati sui marciapiedi o sulle scalette delle piazze quando i locali sono chiusi; e poi tavoli, sgabelli e ombrelloni sui marciapiedi fino a costringere i passanti non consumatori a camminare sul porfido sconnesso, con evidenti problemi per chi ha difficoltà di movimento.

Poniamoci una domanda: che futuro vogliamo per il nostro (e diciamo “nostro” inteso come patrimonio di tutti i cittadini bassanesi e non solo dei residenti del quartiere) centro storico?

Se ci guardiamo intorno, vediamo tanti altri centri storici che ormai hanno preso una chiara connotazione privatistica, caratterizzandosi per l’onnipresenza di locali, immobili a locazione breve, spazi per il consumo. Noi non possiamo far finta di non vedere quale rischio stia correndo anche il centro storico di Bassano, ovvero il rischio di perdere la propria identità, bellezza, unicità. Ma l’identità di una città è costruita dalle persone che la abitano e vi lavorano in modo rispettoso, sentendosi e comportandosi come custodi, non da padroni.
È invece violata da chi usa la città per il proprio vantaggio e da chi non se ne prende cura, disinteressandosene.

Noi residenti del centro storico siamo sinceramente preoccupati per il futuro che ci attende, che è già presente nei tanti fenomeni che denunciamo.
E dovrebbero essere preoccupati tutti i Bassanesi, perché il Centro Storico è il cuore della nostra Città.

Pensiamo ancora alle piazze, lo spazio che nella storia e cultura del nostro Paese è da sempre destinato all’uso collettivo, all’incontro, all’essere libero per tutti: durante la settimana sono spesso deturpate da parcheggi abusivi e il fine settimana non sono quasi più riconoscibili perché nascoste dai diffusi plateatici o da eventi di ogni tipo.
Come se una piazza libera fosse uno spazio vuoto da riempire a tutti i costi per renderlo “utile”. Mentre è vero il contrario: è utile solo quando è libera, per poter essere piena di persone.

Confidiamo che non sia troppo tardi per un’inversione di marcia, per una riflessione onesta e consapevole, creando le condizioni per garantire la vivibilità del centro storico di Bassano e lasciando che storia, cultura e bellezza restino un patrimonio di tutti, per tutti.

Il Consiglio di Quartiere Centro Storico

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