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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

L’erba voglio

Gestione dei parchi nei quartieri: la nuova convenzione tra Comune di Bassano e quartieri evidenzia le responsabilità civili e penali dei presidenti di quartiere. L’Intercomitato dei Quartieri non la firma e rimanda la gestione del verde al Comune

Pubblicato il 18-03-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Si fa presto a dire “erba voglio”. Dove “voglio” è la prima persona del verbo “volere”, a sua volta strettamente legato alla parola “volontariato”.
I comitati di quartiere di Bassano del Grappa non si tirano certamente indietro dall’attività di tagliare l’erba, svuotare i cestini e curare il decoro dei parchi e degli altri spazi del verde pubblico dei loro rioni, come da apposita convenzione con il Comune.
Ma una cosa è svolgere tale compito con il puro spirito volontario che viene richiesto ai rappresentanti di quartiere, un’altra è trovarsi di fronte a delle responsabilità di legge che possono comportare, in caso di incidente o danni a terzi, una denuncia civile o penale.

Da sinistra: Matteo Bizzotto Montieni, Mauro Torresan e Arianna Lunardon (foto Alessandro Tich)

E così l’Intercomitato dei Presidenti dei Quartieri - composto dal presidente Mauro Torresan e dai due vicecoordinatori Arianna Lunardon e Matteo Bizzotto Montieni - si tira indietro.
A fronte dei “numerosi incontri con sia con l’amministrazione che con i tecnici comunali” che non hanno portato a una soluzione per sgravare i presidenti di quartiere dalle responsabilità in solido che pendono a loro carico, l’organismo di coordinamento dei 22 quartieri bassanesi ha deciso di non firmare il rinnovo della convenzione col Comune e di demandare la gestione del verde pubblico al Comune stesso.
Non era mai accaduto e la cosa, in sé, è davvero clamorosa.
“In questi mesi - informa un avviso ai residenti dell’Intercomitato - abbiamo preso atto che le condizioni imposteci tanto a livello burocratico quanto normativo (per fare un esempio a livello di responsabilità il presidente di quartiere viene equiparato ad un datore di lavoro, pur essendo soltanto un volontario) per continuare con la gestione delle aree verdi di quartiere non sono, oramai da molto tempo, più adatte allo svolgimento di queste attività attraverso il volontariato dei consigli di quartiere.”
“Pertanto, dopo numerosi incontri (si susseguono da luglio 2022) sia con l’amministrazione che con i tecnici comunali per cercare di trovare una soluzione alternativa - prosegue la comunicazione - abbiamo dovuto condividere a malincuore come presidenti la scelta di demandare la gestione del verde (esempio taglio erba, svuotamento cestini, ecc) al Comune.”
“Non mancheremo - conclude la nota - di svolgere la nostra funzione di controllo e segnalazione dell’incuria al fine di mantenere il livello a cui in questi anni ci siamo e vi abbiamo abituati.”
Tutto il resto viene illustrato in dettaglio dai diretti interessati in un incontro stampa convocato nel Parco Frigo di quartiere Firenze.

“È successo che dobbiamo rinnovare le convenzioni per la gestione del verde che interessano 18 quartieri di Bassano - spiega il presidente dell’Intercomitato Mauro Torresan -. “Verde” vuol dire gestione dei parchi pubblici, sfalcio dell’erba, svuotamento cestini, potature e pulizia dei parchi.” “Circa una quindicina di anni fa il Comune aveva delegato ai quartieri la gestione del verde, risparmiando molti soldi pubblici e coinvolgendo i volontari nella gestione delle cose del quartiere. Questo ha comportato una maggiore pulizia, un maggiore controllo e quindi maggiore sicurezza all’interno dei parchi e una costante manutenzione delle aree verdi.”
“Nel 2021 le convenzioni sono scadute, con la scadenza dei comitati di quartiere - continua Torresan -. Nel 2022 c’è stata una proroga per poter concludere le attività della gestione del verde e adesso scattano le nuove convenzioni 2023-2025. Nelle nuove convenzioni sono stare rese palesi ed evidenti le responsabilità dei presidenti di quartiere.”
“Ossia, nell’incarico ai presidenti di quartiere volontari ci sono delle responsabilità civili e penali delle quali noi non eravamo edotti completamente, cioè noi avevamo sempre pensato che le responsabilità fossero in carico al Comune o agli uffici tecnici del Comune - aggiunge il referente dell’Intercomitato -. Ci siamo trovati in una situazione difficile, in quanto noi come presidenti di quartiere risultiamo come datori di lavoro, per cui abbiamo la responsabilità se un volontario si fa male, se un volontario non usa i DPI, se un volontario provoca un incidente o provoca un infortunio a qualcuno.”
“Noi ancora a giugno-luglio 2022 avevamo iniziato a discutere con il Comune e i tecnici competenti per poter trovare una soluzione che alleviasse i presidenti di quartiere da questa responsabilità - rimarca Torresan -. Siamo arrivati a marzo 2023 e non abbiamo ancora trovato la soluzione. Per cui, vista la situazione, abbiamo deciso al momento di non firmare le convenzioni, in attesa di avere delle garanzie sulla sicurezza e sulla responsabilità dei presidenti di quartiere.”

“Da parte nostra c’è la massima collaborazione con l’amministrazione, nessuno qui vuole fare una battaglia ideologica o fare una guerra contro qualcuno”, precisa Matteo Bizzotto Montieni, vicecoordinatore dell’Intercomitato per i quartieri in sinistra Brenta e presidente di quartiere Firenze.
“Noi comprendiamo che ci sono problemi burocratici e normativi che vanno oltre il Comune, che sono problemi nazionali che stanno causando la morte del Terzo Settore in Italia, e che quindi non sono di facile soluzione - aggiunge -. Però dobbiamo anche essere onesti con noi stessi. Noi siamo qui perché siamo volontari e come volontari vogliamo essere trattati. Abbiamo dei lavori, abbiamo delle famiglie e il rischio di essere messi di mezzo a procedimenti penali o civili e a responsabilità per avvenimenti spiacevoli è una cosa che ci mette in grande difficoltà. Non ci sentiamo di farla, non ci sentiamo noi e non ci sentono di farla neanche i volontari che si occupano direttamente dei parchi.”
“Per cui - conclude Bizzotto Montieni - noi siamo i primi ad essere contenti nel momento in cui si trova una soluzione e possiamo tornare a fare quello che poi noi vogliamo semplicemente fare: cioè tenere puliti i nostri parchi e tenere in sicurezza le nostre realtà cittadine.”
“Sono state valutate e date molte possibilità di soluzione del problema anche da parte nostra, perché, come hanno già detto Mauro e Matteo, abbiamo sempre molto interloquito sia con i tecnici che con l’amministrazione”, conferma Arianna Lunardon, vicecoordinatore dell’Intercomitato per i quartieri in destra Brenta e presidente di quartiere Marchesane.
“Alcune di queste soluzioni, secondo me, potrebbero essere rivalutate - prosegue -. Nell’attesa, magari non sarebbe opportuno che ci venisse chiesto di assumerci queste responsabilità di nuovo pro tempore, come è stato nell’intervallo che era scoperto del 2022, ma si cercasse una soluzione intermedia di affidamento per valutare una soluzione definitiva per i prossimi anni. Il problema è alla radice.”

Il presidente Torresan mette inoltre in evidenza un aspetto particolare dell’affidamento della gestione del verde pubblico ai quartieri.
“Una cosa importante che vogliamo sottolineare - dichiara - è che con la gestione dei parchi da parte dei volontari dei quartieri c’è stato un aumento della sicurezza nei parchi stessi.” “Alcune situazioni che si erano create di bande di persone poco raccomandabili o situazioni imbarazzanti di gruppi che si ubriacavano all’interno dei parchi, grazie al presidio costante dei volontari e alla gestione da parte dei comitati di quartiere sono state quasi completamente debellate.” Conclude Torresan: “Il fatto di dover lasciare questa attività e di darla in appalto a un ente, a una cooperativa o a una società esterna che viene in maniera saltuaria ogni 5-6 settimane e svuota i cestini una o due volte al mese, sicuramente non è un presidio e non va bene per la sicurezza dei parchi.”
A Bassano l’erba voglio cambia pertanto nome: a fronte delle responsabilità civili e penali che incombono sui presidenti di quartiere volontari, diventa l’erba vorrei ma non posso.

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