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Attualità

O mia cara finestra

Lettera di addio al mio punto di vista privilegiato sulla piazza e sulla città, prima del trasferimento della redazione di Bassanonet in una nuova e più ampia sede

Pubblicato il 29-10-2022
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O mia cara finestra della redazione di Bassanonet,

Ti scrivo questa lettera sapendo che è l’ultima volta che mi trovo vicino a te, perché dopodomani, lunedì 31 ottobre, la nostra redazione si trasferirà in una nuova e più ampia sede, sempre nel centro storico di Bassano.

Foto Alessandro Tich

Dove? Lo comunicheremo a tempo debito.
Ho appena finito di sgomberare il mio tavolo, è rimasto solo il computer e quindi posso ancora pubblicare da qui questo che è il mio ultimo pezzo scritto dal presente indirizzo.
Ti scrivo perché sono la bellezza di quasi quattordici anni che ti trovi al mio fianco, sul lato sinistro della mia scrivania.
L’attuale - per due soli giorni ancora - sede della redazione della nostra testata in via Roma 5 era stata infatti inaugurata il 19 gennaio, ricorrenza di San Bassiano, dell’ormai lontano 2009.
Pensa un po’: era ancora sindaco Gianpaolo Bizzotto. E proprio il sindaco Bizzotto assieme ad altre autorità (tra le quali, ricordo bene, anche la sempiterna Elena Donazzan) era intervenuto nel dì di festa all’“open day” inaugurale del nuovo ambiente di lavoro di quel Bassanonet.it che stava diventando un portale giornalistico sempre più presente e seguito nell’informazione locale. E che nella campagna elettorale per le amministrative bassanesi dello stesso anno - quelle della vittoria di Cimatti - sarebbe esploso in visite e letture, dando inizio al sempre crescente incontro col pubblico, continuato fino ad oggi.
Da allora io e te ne abbiamo viste insieme veramente di crude e di cotte, osservando la città dal tuo punto di vista privilegiato sopra piazza Libertà, proprio di fronte al municipio e proprio di fronte all’ufficio del sindaco, con una visione davvero unica della vita urbana che la tua collocazione rende possibile. E con un ampio e anzi quasi totale scorcio di visibilità che tu mi concedi, allungando un po’ il collo, anche su piazza Garibaldi.
Quante volte, occupandomi delle molte questioni dell’attualità politica cittadina in attesa di ulteriori sviluppi, ho scritto che “starò alla finestra ad aspettare”. E quella finestra eri tu.
Finestra fisica con vista diretta e dirimpettaia sul Palazzo e finestra metaforica affacciata sull’incognita delle notizie che verranno.
Sei stata, soprattutto, il mio loggione personale sul gran teatro delle tante cose che accadono e che vengono ospitate e organizzate in piazza.
Affacciandomi a te ho visto in tutti questi anni di tutto e di più: manifestazioni, cerimonie, raduni di ogni tipo, flash mob e adunanze di protesta, spettacoli, concerti in piazza (anche quelli con ingresso a pagamento che io vedevo e ascoltavo inevitabilmente a gratis), riprese televisive e ciak di fiction, eventi sportivi locali e nazionali, notti bianche e notti magiche, mercatini e alberi di Natale, feste di piazza e Fiere Franche, sfilate di Carnevale. Quelle sfilate prima del Covid in cui i carri allegorici, transitando sulla stretta via San Bassiano tra le due piazze per poi sbucare in piazza Libertà, mi passavano proprio davanti al naso.
Per ben due volte dal tuo davanzale ho goduto di un punto vista esclusivo sul Giro d’Italia: nel 2014, nell’indimenticabile tappa a cronometro individuale Bassano del Grappa-Cima Grappa con partenza in piazza e nel 2020, col trasferimento del gruppo e con la maglia rosa della giornata João Almeida in testa verso la partenza della tappa Bassano del Grappa-Madonna di Campiglio.
In quella occasione ho scattato una foto dall’alto dei ciclisti che sembrava fatta da un drone: ma era invece la solita visuale privilegiata e a volo d’uccello che tu mi rendevi possibile.
Una volta sei persino diventata palcoscenico di spettacolo tu stessa, assieme alle altre finestre della redazione, con la performance delle due “fate volanti”.
Ti ricordi? Erano due danzatrici-acrobate del corpo di danza Vertical Waves che, opportunamente imbragate, salivano sul tuo e sugli altri due davanzali fronte-piazza
di Bassanonet e si lanciavano nel vuoto, tenendosi alla corda, per eseguire coreografie di danza verticale sulla parete del nostro edificio: un’esibizione mozzafiato per il Girofiaba del Minifest di Operaestate nel 2018.
Che dire poi dei giorni del mercato settimanale, come oggi?
Bastava aprirti per ascoltare il brulicante brusio delle voci della città. E bastava chiuderti per attenuare i suoni dei musicisti di strada che il giovedì e il sabato mattina si posizionano proprio sotto di te: alcuni anche bravi e piacevoli all’udito, altri invece - soprattutto dopo mezz’ora e passa di percussioni o strimpellate - ispiratori del desiderio di una confezione omaggio di tappi per le orecchie.
Ma fa parte del gioco: se si trovi nel punto di maggiore passaggio del centro cittadino, ne devi condividere onori e oneri.
Adesso, dopo quasi quattordici anni di convivenza praticamente quotidiana, stiamo per lasciarci. Mi mancherai, o mia cara finestra. È inutile negarlo. Anche se io nel mio lavoro di cronista e opinionista cittadino continuerò a stare alla finestra, quella metaforica.
Stammi bene e continua per me a tèndare el sindaco che ti sta di fronte anche adesso che andrò a scrivere i miei articoli nella nuova redazione di Bassanonet, trasferita in una più ampia, più comoda, più funzionale e soprattutto più accessibile ma assai meno panoramica sede.
Sarò comunque nelle tue vicinanze e, tutte le volte che passerò per la piazza, alzerò gli occhi e ti manderò un salutino. Perché ogni nuovo punto di vista genera anche un nuovo modo di vedere le cose, ma la prima finestra non si scorda mai.

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