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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Lettera al direttore dopo il mio articolo “Chi dice donna dice anno”: a scrivere il post con gli errori di grammatica rivolto ai maturandi non è stata il sindaco Pavan, ma l'incaricata per la comunicazione Barbara Todesco

Pubblicato il 17-06-2020
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Con riferimento al mio precedente articolo “Chi dice donna dice anno”, ricevo e pubblico la seguente lettera al direttore, trasmessa in redazione dalla giornalista Barbara Todesco, incaricata esterna per la comunicazione dell'amministrazione comunale di Bassano del Grappa, per conto dell'agenzia di comunicazione The Skill:


Foto: Alessandro Tich

LETTERA AL DIRETTORE

Caro Direttore,

le scrivo in merito all’articolo intitolato “Chi dice donna dice anno”.
Le scrivo per fare alcune precisazioni a lei e soprattutto ai suoi lettori.
Benché virgolettato a nome del sindaco Elena Pavan il post errato è stato scritto dalla sottoscritta: i contenuti ovviamente sono del primo cittadino, la forma, di cui mi assumo la responsabilità, è invece opera mia. So bene che più di qualcuno potrebbe pensare che io non conosca la lingua italiana, ma mi creda la differenza tra un verbo e un sostantivo mi è ben chiara.
E’ stata una svista, certo non perdonabile, specie se pubblicata in un messaggio agli studenti. Di questo mi scuso e mi scuso ancor di più con il sindaco Elena Pavan che nulla c’entra con questo errore.
Come credo lei ben sappia ad occuparsi dei post delle pagine pubbliche sono spesso incaricati della comunicazione e non gli Amministratori stessi. E purtroppo anche a chi si occupa di scrivere ogni giorno, proprio come lei, capita di sbagliare. Oggi è toccato a me.

Barbara Todesco


RISPONDE IL DIRETTORE DI BASSANONET

Egregia Barbara Todesco,

La ringrazio per la sua lettera al direttore che ho provveduto a pubblicare, non avendo mai negato a chiunque il diritto di replica, sancito dalle regole della nostra professione.
Sono consapevole del fatto che scrivere questa lettera per lei non sia stato facile.
Gliene do atto e aggiungo che ammettere i propri errori è sempre segno di responsabilità professionale e di onestà intellettuale. Mi creda: questo principio dovrebbe essere adottato anche dall'amministrazione comunale di Bassano, con cui lei collabora come incaricata per la comunicazione, per la quale la colpa è sempre degli altri o della precedente amministrazione.
Mi corre l'obbligo di rilevare - perché lei mi conosce e sa che non sarei io se non lo facessi - che un amministratore pubblico dovrebbe sempre controllare preventivamente i contenuti di un testo da pubblicare e dare il proprio assenso alla pubblicazione, ma so anche bene che in particolare per i post sui social, per la loro quantità e per la frequente necessità di aggiornarli, agli incaricati per la comunicazione viene generalmente data carta bianca.
È un segno di fiducia che può incappare in incidenti di percorso come quello di oggi, che fa parte degli incerti del mestiere, sempre in agguato dietro l'angolo per tutti.
Potrei inoltre insistere nel contestare che i 47.000 euro annui del contratto di consulenza affidato dall'amministrazione Pavan all'agenzia di comunicazione per la quale lei lavora, per l'incarico del servizio di comunicazione istituzionale con particolare riferimento alla comunicazione sui social media, imporrebbero una maggiore accuratezza nella redazione e nel controllo dei testi da pubblicare. Ma non lo faccio. Entreremmo nel campo minato delle polemiche pubbliche e reciproche tra colleghi giornalisti che, come lei ben sa, ipocritamente non sono gradite alla nostra categoria.
Infine un'annotazione sulla parte conclusiva della sua lettera. Concordo con lei sul fatto che purtroppo anche a chi si occupa di scrivere ogni giorno, proprio come me, capita di sbagliare. Tra lei e me, però, c'è una differenza: quando io sbaglio, l'errore esce sempre e solamente col mio nome.

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