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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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Chiude oggi l'edicola di piazzale Cadorna in città. Un simbolo della crisi delle edicole che in Italia appare ormai irreversibile
Pubblicato il 31-12-2019
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In principio a Bassano fu l'edicola di piazza Garibaldi, che ancora oggi dopo tanto tempo rimane ancora lì, chiusa e sprangata, a rappresentare un monumento al nulla. Poi è toccato all'edicola (questa sì, un monumento vero) di Erio in piazzotto Montevecchio.
Adesso è il turno dell'edicola di piazzale Cadorna, davanti al Bar Cadorna, all'uscita delle scale mobili dell'omonimo parcheggio interrato. Oggi infatti è il suo ultimo giorno di apertura. Dopodiché, da domani 1 gennaio, i suoi battenti saranno definitivamente chiusi. Eppure ci troviamo in uno dei punti di maggiore traffico e passaggio pedonale della città, corredato di pubblici esercizi in abbondanza, all'imbocco di via Verci e quindi del centro storico. Ma sulla vetrina del chiosco di giornali, dove ormai alcuni scaffali sono già sguarniti, è affisso un cartello con la seguente scritta: “Si avvisa la gentile clientela che l'edicola chiuderà alla fine dell'anno corrente. Vania e Nadir ringraziano tutti coloro che con amicizia e simpatia ci hanno accompagnato in questi anni.”
Vania e Nadir sono madre e figlio e insieme gestiscono anche l'edicola davanti alla stazione ferroviaria. Quella lì, per fortuna, rimane ancora aperta mentre questa di piazzale Cadorna sta proiettando oggi i titoli di coda. Non è dato sapere fino a quando il chiosco rimarrà chiuso e soprattutto se mai riaprirà. I conduttori dell'attività non hanno trovato infatti altre persone interessate a rilevarne la gestione.
Nadir Ferrazzi nell'ultimo giorno di apertura della sua edicola (foto Alessandro Tich)
“Eravamo rimasti qui io e mia mamma, era diventata dura - mi dice il contitolare Nadir Ferrazzi -. Continueremo la nostra attività all'edicola della stazione.”
Vi do questa notizia perché, oltre a segnalare la perdita di un altro noto esercizio commerciale di Bassano, rappresenta il simbolo di un fenomeno dell'Italia di oggi.
La crisi delle edicole, nel nostro Paese, appare infatti irreversibile. Secondo un'inchiesta condotta da “La Repubblica” nel maggio di quest'anno, attualmente in Italia chiudono due chioschi di giornali al giorno. Un numero che si impenna in alcune parti del Bel Paese, dove ne scompaiono dai quattro ai cinque al giorno. È la conseguenza di due dati di fatto che impoveriscono sempre di più i margini di redditività per gli edicolanti: la liberalizzazione del settore (che consente di vendere giornali anche ai bar, supermercati, stazioni di servizio, autogrill eccetera) e, negli ultimi tempi, il tracollo delle vendite dei quotidiani, dovuto a varie cause che da sole meriterebbero un convegno di approfondimento. E il fatto che un'edicola si trovi un punto di grande passaggio, come nel caso di piazzale Cadorna, a quanto pare non incide sugli incassi. Me ne sono reso conto proprio in queste settimane, quando mi sono recato in treno a Genova e a Venezia.
E la cosa che mi ha colpito è che alle stazioni ferroviarie di due città così importanti, Genova Piazza Principe e Venezia Santa Lucia, le edicole dei giornali non ci sono più. C'erano una volta, come nelle fiabe, ma oggi non fanno più parte del paesaggio. Desaparecidos. Cambiano i tempi, cambiano le abitudini, cambia l'economia e, di conseguenza, cambia anche la città.
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