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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

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Bidonville

Dürer e i bidoni: i retroscena di un significativo esempio del tira-e-molla e della difficile convivenza tra le contrastanti esigenze della città. Riferiti dall'assessore comunale al Centro storico Tamara Bizzotto

Pubblicato il 10-08-2019
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Ore 10 e qualcosa di questa mattina. Mentre sono al bar a fare colazione e sto leggendo sul Corriere le fantastiche avventure del leader della Lega Salvini che ha chiesto la crisi di governo, mi chiama al telefono l'assessore bassanese della Lega Tamara Bizzotto. Coincidenze.
Il perché della telefonata è presto detto: l'esponente della giunta comunale, tra le cui deleghe c'è anche quella al Centro storico, ha infatti letto il mio articolo di ieri “Genius loci” che segnalava l'indecoroso accostamento, di fronte al Ponte in via Gamba, del totem promozionale della mostra “Albrecht Dürer - La collezione dei Remondini” a una fila di bidoni per la racconta differenziata dei rifiuti. E mi ha chiamato non per sollevare obiezioni, ma per dirmi che concorda pienamente con quello che ho scritto e che quell'immagine davanti al Ponte Monumento Nazionale è indegna della nostra città.
Una discrepanza tra la “Bassano da vedere” e la “Bassano da smaltire” che tuttavia l'amministratrice comunale non ha scoperto leggendo Bassanonet, essendosi già interessata in questi giorni della questione.

Et voilà, bidoni spariti. Resta però il muro sporco (foto Alessandro Tich)

E anche qui partendo da una coincidenza: passando nei giorni scorsi per via Gamba, l'assessore Bizzotto ha infatti incrociato gli addetti che per conto del Museo ovvero del Comune stavano installando e zavorrando alla base il totem (uno dei diversi totem della mostra di Dürer collocati questa settimana in vari punti del centro storico) accanto ai cinque meravigliosi contenitori per le scoasse.
L'esponente di giunta ha chiesto lumi sul perché sia stato scelto proprio questo posto, per così dire, infelice e le è stato risposto che quel piccolo slargo alla confluenza tra via Gamba e via Ferracina era inserito nella piantina dei punti del centro su cui collocare gli avvisi della mostra, approvata dalla Polizia locale. Approvata, ma non redatta. Redatta da chi? La cosa è ancora da approfondire: qui siamo ancora nei Territori del Boh. In altre parole, il famoso genio della lampada è ancora senza nome.
È risultata comunque “impossibile” l'alternativa di spostare il totem su un altro punto, anche a pochi metri di distanza, e sempre su suolo pubblico: qui intralcerebbe la circolazione, lì c'è il marciapiede e non si può, e così via. E allora - ha ben pensato Tamara Bizzotto -, se non si può spostare il totem, vediamo di far spostare i bidoni.
Telecinesi allo stato puro.

L'assessore ha dunque scattato una foto, praticamente uguale a quella che ho pubblicato ieri nell'articolo, e l'ha trasmessa ad Etra. Con cortese richiesta di dislocare i contenitori per le immondizie da un'altra parte. Detto, fatto.
La multiutility questa volta si è dimostrata più utility che multi e i cinque bidoni sono stati trasferiti qualche metro più in là, all'inizio di via Pusterla, accanto al muretto inferiore della Birreria da Ponte (Pacelli). Dove però non ci sono rimasti per molto.
I cinque fusti per i rifiuti differenziati sono successivamente “ricomparsi” in affiancamento a Dürer, Etra (sempre su segnalazione dell'assessore) li ha quindi ricollocati per una seconda volta nel corner di via Pusterla e nuovamente, ieri pomeriggio, i bidoni hanno compiuto il viaggio di ritorno ad opera di qualcuno sul punto attaccato al Rinoceronte. Un incredibile tira-e-molla che la dice lunga sulla difficile convivenza tra le contrastanti esigenze della città. La Bizzotto, che è anche assessore alla Sicurezza (Polizia locale) e al Decoro e arredo urbano, ha fotografato i codici dei bidoni, trasmessi ad Etra, per risalire agli utilizzatori dei contenitori. Senza intenti sanzionatori, però: lo scopo è quello di verificare la legittimità della collocazione dei “cassonetti” e di instaurare un dialogo per trovare una soluzione. Al netto di Albrecht Dürer: il vero problema che si pone è infatti l'opportunità di conferire tutte quelle scoasse nel punto della città più frequentato, e tra i più fotografati, da visitatori e turisti.

Fine della lunga telefonata. Al termine della quale l'assessore comunale mi fa capire che, con tutte le questioni di peso che in centro storico attendono una risposta, è incredibile come si debba perdere tempo ed energie (e anche soldi aggiungo io, perché Etra non lavora gratis) per correre dietro a cinque bidoni.
Abbandono quindi la lettura delle fantastiche avventure di Salvini e mi reco subito sulla altrettanto emozionante scena del crimine. Sorpresa (o quasi): accanto al totem di Dürer e del suo Rinoceronte non c'è più niente. I contenitori dei rifiuti - forse anche su impulso del nostro articolo - sono nuovamente riapparsi al vicino imbocco di via Pusterla. Per la terza volta, quindi, in due giorni.
Ma è anche il momento di un briefing estemporaneo, dedicato al problema e ospitato alla Birreria Pacelli, promosso da Riccardo Torre, consigliere comunale della lista #Pavan Sindaco, commerciante in destra Brenta a pochi metri dal Ponte e in quanto tale referente di fatto per le problematiche in zona “Monumento Nazionale”. Torre mi mostra una chat sul telefonino risalente al 1 agosto con l'assessore comunale leghista all'Urbanistica Andrea Viero nella quale segnalava la questione dei tanti bidoni che deturpano l'immagine del punto più fotogenico della città: 16 in tutto, nei quali vengono conferiti principalmente i rifiuti dei locali pubblici ubicati in questo triangolo del centro.
Trovando, da parte dell'assessore, una totale apertura alla soluzione del problema, subordinata però ad un accordo tra i locali della zona. Di questi 16 bidoni, 5 sono (o erano) collocati in “area Dürer”, altri 5 sempre in via Gamba poco più in su del Museo della Grappa Poli e i restanti 6 in vicolo Terraglio, che divide la Birreria Pacelli dalla Paninoteca e Birreria Al Porton.
Nella fattispecie, i cinque bidoni finiti “sotto inchiesta” perché attaccati al totem sono utilizzati da quattro locali dell'area: Pacelli, Al Saiso, Al Porton e il bar gelateria Contarini. Alessandro Pacelli, dell'omonima Birreria, è concorde sul fatto che quei contenitori davanti al Ponte non sono il massimo della presentabilità (per usare un eufemismo) nel punto più sensibile della città turistica e riferisce di avere più volte segnalato il problema, negli anni, al Comune. E allora, come se ne esce?

Se ne esce, molto probabilmente, con un'azione concertata tra Amministrazione comunale e operatori del commercio in area Ponte in sinistra Brenta.
Pacelli annuncia che incontrerà i colleghi dei pubblici esercizi confinanti per valutare “l'effettiva necessità del numero di bidoni, in modo tale da ridurli anche”.
Una volta stabilita la quantità dei contenitori necessari, sicuramente minore a quella attuale, la palla dovrebbe passare al Comune. L'idea meravigliosa, in stile Cesare Ragazzi, del consigliere di maggioranza Riccardo Torre è quella di trovare un compromesso in concordanza con gli esercenti che faccia in modo di produrre una soluzione in maniera visivamente meno impattante, ad esempio inserendo i bidoni ridotti di numero all'interno di apposite “gabbie” in vicolo Terraglio.
La questione della convivenza tra la città e le scoasse riguarda tuttavia diversi altri punti turisticamente rilevanti del centro storico. E lo stesso assessore Tamara Bizzotto, nel corso della sua telefonata, fa sapere che sta seriamente valutando l'ipotesi, già emersa in passato, di introdurre i micro-compattatori di rifiuti a servizio del salotto buono di Bassano.
Morale della favola: l'improvvisa querelle estiva generata dall'accostamento del totem della mostra di Dürer ai bidoni della raccolta differenziata ha avuto il merito di sollevare il problema, più ad ampio raggio, del decoro generale d'immagine del punto in cui tutti i visitatori di Bassano, prima o poi, confluiscono. Sollecitando, da parte dell'Amministrazione governante, una decisiva presa in carico della questione.
Qui Bidonville, a voi la linea.

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