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Progetto doppio ascensore inclinato Prato-viale dei Martiri: interviene anche Italia Nostra Bassano. “Proposta impraticabile, impattante e incomprensibile”
Pubblicato il 07-02-2022
Visto 8.713 volte
Anche se non sopra una monorotaia, monta la discussione sull’ormai noto progetto del doppio ascensore inclinato sulla ripida erta erbosa tra Prato Santa Caterina e viale dei Martiri.
Dopo il comunicato dell’associazione Bassano Accessibile, di cui abbiamo già dato notizia, interviene oggi il consiglio direttivo della sezione di Bassano del Grappa dell’associazione Italia Nostra. Lo fa attraverso un comunicato stampa che dopo avere ripercorso i precedenti storici dell’idea di un percorso “agevolato” in questo particolare e delicato punto della città, prende di mira l’attuale progetto con una serie di distinguo e di critiche, come dal testo che segue:
Foto Alessandro Tich
COMUNICATO
Per-corsi alternativi
Alla fine degli anni ’90 per la prima volta si parla di un Piano Urbano di sviluppo urbano (1996) primo timido tentativo di pensare la città in termini urbanistici globali. E circa 15 anni dopo (2012) viene messo sul tappeto il PMS (piano della mobilità sostenibile) dove a fatica, usando svariati colori sulle tavole, si cerca di dimostrare come necessari progetti faraonici: in entrambi i casi si parla di percorso “agevolato” tra Prato S.Caterina e Viale dei Martiri.
Sono gli anni in cui si parlava ancora di nuove direttrici di traffico per salita Brocchi e del parcheggio nel Brolo vincolato di Palazzo Bonaguro, del progetto alternativo per la Superstrada Valsugana e delle famigerate Torri Portoghesi!
Ma sono anche gli anni della restituzione dell’area del Castello e del percorso lungo le mura alla città, dell’anastilosi delle mura in Viale delle Fosse, della graduale pedonalizzazione del centro storico e delle ripavimentazioni delle piazze, della costituzione del Comitato per il recupero del Teatro Sociale Astra.
In questi lunghi anni la sensibilità dei Bassanesi e le attenzioni delle associazioni culturali e ambientaliste verso i temi del “bene comune” hanno sempre aiutato le Amministrazioni a scelte sia di salvaguardia di monumenti, strutture e ambienti storici, sia di precauzione negli interventi di merito relativi alla loro integrità e funzionalità.
Se appare inevitabile giungere a compromessi (formali, paesaggistici, economici), è necessario pretendere chiaramente che tali compromessi vengano affrontati e risolti su un reale piano di parità tra le diverse esigenze e non (anche se si parla ancora di solo proposta progettuale da sottoporre preventivamente agli organi ministeriali di sorveglianza e tutela, ce lo auguriamo!), come sembra stia accadendo con la riproposta dello schema del “superior stabat lupus”.
Tra le proposte sul tavolo quella più impraticabile sembra proprio quella presentata: costa economicamente il doppio delle altre; è più visibile ed impattante (le trincee e le fenditure possono essere chiuse); non si capisce perché debba avere dei “piccoli volumi” chiusi e/o in vetro o acciaio visto che i punti di partenza e di arrivo sono luoghi pubblici scoperti; deturpa l’ambiente e il monumento di Viale dei Martiri.
Non si può parlare di armonia quando invece si stravolge un bene comune ed il paesaggio!
Allora quando si parla con difficoltà tra la preservazione-salvaguardia e nuova edificazione-modernizzazione di un bene comune, anche quando i problemi tecnico strutturali potrebbero suggerire un aggiornamento morfologico di un qualsiasi monumento, si deve necessariamente parlare di “restituzione”.
Restituzione è la parola chiave di una consapevolezza per il restauro ed il recupero di un monumento o di un'opera d’arte da mantenere, restituire e tramandare alla comunità che lo ospita.
Dobbiamo avere cura dei nostri monumenti, piccoli o grandi (come Viale dei Martiri), dobbiamo proteggerli, dobbiamo farli vedere ancora di più perché questi ci scaldano il cuore! In fin dei conti la nostra è la società dell’incuria (ci siamo disabituati a prenderci cura) perché è un effetto collaterale della società dei consumi: siamo abituati ad usare una cosa poi la buttiamo, così diventi solo un utilizzatore e uno sfruttatore. Eppure l’alternativa per le persone fragili (gravide, bambini, anziani, fisicamente svantaggiati) c’è ed è semplicemente il Park Cadorna che offre un percorso senza barriere architettoniche a pochissimi passi dalle Piazze!.
Quante volte dovremmo sottoporre a manutenzione le cabine in vetro? E se non saranno esigenze tecniche, saranno forse l’incuria e i vandalismi le vere necessità? Quanto tempo dovremmo aspettare il nostro turno per entrare nell’ascensore inclinato da una lunghissima fila magari dopo uno spettacolo al Teatro Sociale Astra? Si sono indagate approfonditamente e tecnicamente tutte le possibili opportunità? Ma soprattutto, cosa resterà di tutta questa proposta se non forse “un ampio piano di riqualificazione dei bagni di servizio della città”?
Ma allora “dobbiamo per forza cambiare i connotati a questo “pezzo di cielo caduto sulla terra”, come afferma la celebre frase attribuita a George Sand in ammirazione del panorama davanti al Caffè Italia, per quanto con un ascensore comunale fatto di vetro? “
Viale dei Martiri, già sottoposto a “tutela paesaggistica”, non può esser avulso anche dai luoghi limitrofi (porta delle Grazie, Caffè Italia, Teatro Sociale Astra, borgo Margnan) che vanno essi stessi tutelati e non stravolti.
Nel complesso si tratta - è bene ribadirlo - di un vero e proprio “monumento” (per ragioni storiche, architettoniche, civili, religiose, militari, patriottiche) che la medaglia d’oro alla città di Bassano ha voluto evidenziare.
Italia Nostra
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