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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Un Bassano intorno a te

Fino a domani alla filiale bassanese di piazzale Trento di Banca Mediolanum esposta “L'Adorazione dei Magi”, opera inedita di Jacopo Bassano. L'esposizione del dipinto era stata proposta al Museo Civico, ma la risposta è stata “no”

Pubblicato il 06-01-2019
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Scrivere dell'Adorazione dei Magi il giorno dell'Epifania è il massimo del tempismo.
Ma non è una coincidenza casuale. E non si tratta di un'Adorazione qualsiasi, ma di una rappresentazione dell'evangelica scena dei tre Saggi di Oriente che si inchinano davanti al neonato Gesù “Re dei Giudei” dipinta nientemeno che da Jacopo Bassano.
Il quadro, un olio su tavola, è di piccole dimensioni (cm. 45,3 x 38) e appartiene a una collezione privata della nostra zona. L'opera è inedita, in quanto mai esposta finora in pubblico, ed è stata attribuita al sommo Jacopo Da Ponte da un expertise del 2010 del prof. Alessandro Ballarin, uno dei massimi esperti e studiosi del grande pittore bassanese del '500, che ne ha ricostruito la datazione attorno al 1555. Per volere del collezionista privato, e proprio in occasione dell'Epifania, da ieri e fino a domani, lunedì 7 gennaio, la tavola dell'”Adorazione dei Magi” viene per la prima volta svelata al pubblico e si trova in esposizione presso la filiale di Banca Mediolanum di piazzale Trento a Bassano del Grappa. Ieri e oggi il quadro è stato visibile dalle 9 alle 13, con due visite guidate, che per affluenza di visitatori hanno dovuto prevedere anche un secondo turno, a cura di Claudia Caramanna, storica dell'arte ed esperta della pittura di Jacopo Bassano e della sua bottega, nonché allieva del prof. Ballarin.

L'arciprete abate don Andrea Guglielmi, la storica dell'arte Claudia Caramanna e il family banker Marcello Zannoni accanto al dipinto di Jacopo (foto Alessandro Tich)

In entrambe le occasioni, le brillanti spiegazioni della dott.ssa Caramanna sono state integrate da una riflessione di don Andrea Guglielmi, parroco di Santa Maria in Colle e arciprete abate di Bassano, che ha affrontato il tema del contenuto del dipinto dal punto di vista dei significati spirituali dell'Epifania. Domani l'opera sarà esposta in filiale in orario continuato dalle 9 alle 19, con un'ulteriore visita guidata di Claudia Caramanna (per la quale è gradita la prenotazione) alle 17.30.
A sovrintendere con soddisfazione allo svolgimento della eccezionale tre giorni di esposizione è Marcello Zannoni, family banker di Banca Mediolanum, socio sostenitore dell'associazione Amici dei Musei e dei Monumenti e attivo partecipante alla vita culturale della nostra città, che dell'evento è stato il fattivo organizzatore.
Ma a scanso di equivoci, va subito detto che l'operazione non è stata realizzata a scopo di promozione dell'istituto di credito “costruito intorno a te”. La filiale di piazzale Trento di Banca Mediolanum offre la sede dell'esposizione, ma chi vi arriva per ammirare il dipinto non riceve il benché minimo materiale informativo sui servizi bancari, ma solamente un opuscolo illustrativo sull'opera esposta, curato sempre da Claudia Caramanna e impaginato graficamente da Tony Arduino. L'economia ovvero la finanza che si presta al servizio della cultura, e non viceversa.

Niente pubblicità occulta, dunque. Anzi, l'esordio in pubblico dell'inedito quadro cinquecentesco del più grande pittore bassanese avrebbe potuto prendere altre strade e concretizzarsi nella sede più consona: ma così non è stato.
Come riferisce infatti Zannoni al vostro umile cronista, l'intenzione originaria del collezionista privato era quella di concedere l'opera in comodato gratuito al Museo Civico di Bassano per farla esporre temporaneamente nella Sala Dapontiana, così come accaduto nel 2016 con “Il magnifico guerriero”, il ritratto di uomo in armi, pure appartenente ad una collezione privata, attribuito sempre a Jacopo.
Il mese scorso il dott. Zannoni ha avuto a tale riguardo un incontro con i vertici museali. Ma la risposta alla proposta di esporre per un certo periodo la tavola dell'Adorazione in mezzo agli altri dipinti del suo autore, in quella che è la sala della pinacoteca del Museo a lui dedicata, è stata un drastico “no”. A motivazione del diniego della direzione museale, il fatto che i Musei Civici, a fronte peraltro di numerose richieste, non accettano più comodati espositivi di questo tipo per vari motivi, non ultimi gli onerosi costi assicurativi.
Il proprietario del dipinto era anche disponibile a venire incontro totalmente alle spese, ma non se ne è fatto nulla. Jacopo Bassano, no grazie.
Da qui la decisione, in occasione dell'Epifania, di presentare il quadro al pubblico nella filiale della banca: non certo una sede istituzionale, ma non per questo meno sensibile nei confronti di Bassano, della sua storia e della sua arte. E così, non al Museo Civico ma all'interno di un istituto di credito, numerosi bassanesi hanno avuto l'occasione, e l'avranno ancora domani, di vedere dal vivo il dipinto inedito di uno dei loro più illustri concittadini.

L'“Adorazione dei Magi” è un motivo ricorrente nella produzione del Bassano, come confermano i suoi due dipinti conservati al Kunsthistorisches Museum di Vienna e al Barber Institute of Fine Arts di Birmingham ma anche un'altra tavola - simile nello schema a quella esposta in questi tre giorni a Bassano, ma differente in vari dettagli - oggi nella Galleria Borghese di Roma. Come spiega nella sua presentazione la dott.ssa Claudia Caramanna, questa “Adorazione” visibile alla Mediolanum appartiene al periodo “parmigianinesco” di Jacopo Bassano, quando negli anni '50 del '500 la pittura del Parmigianino, diffusa dalle incisioni dell'artista dalmata Andrea Meldolla detto “lo Schiavone”, esercitò una forte influenza sulla maniera della pittura veneta. Lo attestano le caratteristiche del dipinto, con “pennellate più fluide” e “figure più aggraziate e affusolate” rispetto ad altre versioni del medesimo soggetto dello stesso autore.
Anche le dimensioni ridotte dell'opera, che non ha una vera e propria committenza, hanno un loro perché: il formato era infatti adatto alla devozione privata e quindi, per un pittore come Jacopo che era anche molto attento alle tendenze del “mercato”, più commercializzabile. L'abate don Andrea Guglielmi, che parla invece da sacerdote e non da critico d'arte, riconosce nell'opera il messaggio spirituale contenuto nel Vangelo di Matteo, “l'unico testo che parla dell'episodio dei Magi”. C'è innanzitutto la predominanza attorno al Bambino del colore rosso “che nella simbologia cristiana è il segno della passione e del sangue dei martiri” dal momento che lo stesso Matteo, nel raccontarne la nascita, allude già alla fine del “Re dei Giudei”.
C'è poi “il contrasto tra la luce e le tenebre”, con il raggio della cometa che squarcia una nuvola oscura che rimanda alla tenebrosa nube che offuscò ai Magi la visione della Stella al passaggio nella Gerusalemme del re Erode. Infine, nella “lettura” di don Andrea, emergono nel quadro l'atteggiamento dei Magi che “si abbassano” verso il neonato perché piccolo, come quei piccoli che saranno tra i principali destinatari del Verbo di Gesù, e il fascio di luce concentrato sui piedi di San Giuseppe, “messaggero di pace” a cui l'Angelo più di una volta ordinerà di “mettere in movimento i piedi” per trasferirsi altrove e salvare la sua famiglia.

Dal punto di vista pittorico, nell'olio su tavola il tocco del Maestro si avvale di una luce che, come spiega ancora Claudia Caramanna, “guizza sulle superfici e di un colore intenso steso con pochi tratti rapidi, ma in grado di rappresentare efficacemente personaggi, oggetti e paesaggio”. “Nel dipinto - aggiunge l'esperta, riferendosi all'autore - la raffinatezza del suo stile pervade la scena e si avverte fin nei dettagli della corona deposta ai piedi della Vergine e del bastone su cui si appoggia San Giuseppe, definiti da piccoli tocchi luminosi, o nella sintetica veduta alle spalle del gruppo in primo piano, che, pur essendo completamente priva di elementi descrittivi come case, alberi, edifici pubblici, riesce a restituire il profilo inconfondibile delle montagne bassanesi.”
Già: perché come in tanti altri capolavori del Bassano, sullo sfondo della scena rappresentata, sia pur essa ambientata a Betlemme, appare il caratteristico e per noi familiare profilo del Grappa con le sue propaggini pedemontane.
“Il profilo del paesaggio bassanese - rimarca la dott.ssa Caramanna - è il segno di un genius loci le cui opere portano Bassano nel mondo. Grazie a Jacopo, ai figli, alla sua bottega e agli imitatori, questa terra è rappresentata in tutto il mondo.”
Tendiamo infatti sempre a dimenticarcene, ma dovremmo essere maggiormente coscienti e orgogliosi della caratura internazionale del principale artista della nostra città e della nostra storia, i cui dipinti sono esposti ovunque. Solamente i pochi suoi quadri inseriti nelle slide della visita guidata per alcuni raffronti iconografici con l'opera esposta a Bassano sono conservati in vari musei delle due sponde dell'Oceano: Cleveland, Vienna, Edimburgo, Birmingham, Washington, Roma. Dipinti di un grande del Cinquecento veneto dove il tema bassanese è molto spesso sullo sfondo. E in tante parti del mondo, proprio grazie a Jacopo, Bassano è intorno a te.

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