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Area viziata

Confcommercio Bassano annuncia il ricorso al Tar per l'annullamento della delibera del consiglio comunale di approvazione definitiva della Variante urbanistica per l'Area Pengo

Pubblicato il 20-04-2018
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L'azione legale era già nell'aria. Ma il parere della giunta regionale ovvero dei servizi legislativi della Regione Veneto in merito alla questione - reso noto l'altro ieri dal consigliere regionale Nicola Finco che aveva presentato un'interrogazione alla giunta al riguardo - ha rotto ogni indugio. Nei prossimi giorni la Confcommercio mandamentale di Bassano del Grappa inoltrerà un ricorso al Tar del Lazio per l'annullamento della delibera del consiglio comunale di Bassano del 15 febbraio 2018 di approvazione della Variante al Piano degli Interventi con recepimento dell'atto di accordo Pubblico/Privato per la “Ristrutturazione e rigenerazione urbana del complesso commerciale di via Capitelvecchio a Bassano del Grappa”.
Trattasi ovviamente della cosiddetta Area ex Morassutti o Area Pengo, di proprietà della Finpengo Spa, nella quale - in base all'accordo col Comune, ai sensi della Legge Regionale sulla riqualificazione delle aree urbane degradate e in seguito all'approvazione definitiva della Variante urbanistica - è previsto l'insediamento di una nuova Grande Struttura di Vendita con superficie di vendita complessiva di 8000 mq.
Un progetto e un intervento urbanistico sul quale l'Associazione dei commercianti ha sempre espresso e motivato la propria contrarietà, che prende adesso la forma e soprattutto la sostanza di un ricorso alla giustizia amministrativa.

Il direttore di Confcommercio Bassano Riccardo Celleghin, il presidente mandamentale Paolo Lunardi e il vice presidente vicario Elena Scotton (foto Alessandro Tich)


Riassunto delle due puntate precedenti.
Lo scorso 5 marzo Confcommercio Bassano aveva trasmesso una lettera alla giunta regionale, nelle persone del governatore Luca Zaia e degli assessori allo Sviluppo economico e al Territorio Roberto Marcato e Cristiano Corazzari, con richiesta di chiarimenti sulle norme per l'insediamento di nuove Grandi Strutture di Vendita e in particolare sull'iter che ha portato all'approvazione della Variante per l'Area Pengo.
Nella comunicazione ai vertici regionali si chiedevano lumi sulla congruenza legislativa di tre punti in particolare: il tornaconto economico per l'ente pubblico nell'operazione, le modalità di attuazione dell'intervento urbanistico e la liceità dell'approvazione della Variante in rapporto alle normative regionali in materia.
Su quest'ultimo punto, in particolare, l'associazione di categoria sottolineava che l'approvazione definitiva della Variante urbanistica in consiglio comunale, avvenuta il 15 febbraio 2018, contrasta con le disposizioni dell'articolo 57 della nuova Legge Regionale 29 dicembre 2017 n. 45 (“Collegato alla legge di stabilità regionale 2018”), il quale prescrive che “la pianificazione coordinata tra più Comuni è sempre necessaria nel caso di aree da destinare all'insediamento di grandi strutture di vendita”.
Dall'entrata in vigore della LR 2017 n. 45, pertanto, l'insediamento di nuove strutture di vendita al di fuori del centro storico e con superficie di vendita superiore a 4000 metri quadrati nei Comuni non capoluogo di provincia deve essere concordato in una logica di P.A.T.I. (Piano di Assetto del Territorio Intercomunale). “In tali casi - specifica la Legge Regionale - la pianificazione coordinata deve comprendere i Comuni confinanti con il Comune interessato dall’insediamento della grande struttura di vendita.”
Una pianificazione che nel caso dell'area di via Capitelvecchio non ha previsto il coinvolgimento, da parte dell'Amministrazione di Bassano del Grappa, delle Amministrazioni dei Comuni contermini. Secondo Confcommercio, quindi, “tale previsione normativa è stata completamente disattesa visto che la definitiva approvazione della Variante è intervenuta lo scorso 15 febbraio e quindi già in vigenza delle nuove disposizioni di legge”. Una formale risposta della giunta veneta alla lettera di Confcommercio non risulta ancora pervenuta, tuttavia il chiarimento sulla conformità della delibera del consiglio comunale alle normative regionali in materia è comunque arrivato. Nella puntata numero 2, di cui abbiamo già scritto ieri.

Nella risposta a un'interrogazione sulla questione presentata dal capogruppo regionale della Lega Nicola Finco, e resa nota l'altro ieri dal medesimo, la giunta regionale conferma che “resta fermo e non dubitabile che la possibilità di realizzare grandi strutture di vendita (centri commerciali con superficie di vendita superiore a 8000 mq. nei Comuni capoluogo di provincia o a 4000 mq. negli altri Comuni) dopo l’entrata in vigore della legge regionale 29 dicembre 2017 è subordinata alla preventiva approvazione di un Piano di assetto del territorio intercomunale”.
Ergo: l'approvazione dell'atto comunale non è corretta. Tuttavia la Regione non ha potere di supremazia sui Comuni e il potere di annullamento delle deliberazioni comunali non conformi alla normativa urbanistica è attribuito alle Province.
I competenti uffici regionali trasmetteranno pertanto alla Provincia di Vicenza una nota con i contenuti della risposta all'interrogazione “affinché valuti la legittimità dei provvedimenti assunti dal Comune di Bassano in argomento.”
Fin qui gli antefatti. La notizia del giorno, comunicata oggi in conferenza stampa dai vertici mandamentali di Confcommercio, è quella del ricorso al Tar sulla delibera comunale che sarà depositato la prossima settimana.
“L'Area Pengo - è la premessa del presidente mandamentale Paolo Lunardi - ci sta a cuore non solo per una questione sindacale ma anche come questione urbanistica, di vivibilità e di traffico, perché abbiamo a cuore la nostra città e il mandamento. Vogliamo evidenziare delle problematiche che si abbatteranno sul territorio a 360 gradi.”
“Il Comune, nel Notiziario Amministrativo - continua il presidente -, parla ancora della “bontà del progetto”. Per l'Amministrazione nutro il massimo rispetto e la nostra non è una motivazione politica, come afferma qualcuno, ma un percorso istituzionale per il rispetto dei nostri associati e per la tutela del territorio.”
“Chi non ha avuto rispetto - incalza Lunardi, replicando ad alcune critiche nei suoi confronti a riguardo della vicenda - non sono stato io. In Commissione Urbanistica abbiamo richiesto la parola, che questa volta non ci è stata data. Il presidente di commissione ci ha detto che “le regole sono chiare”. Rispetto le regole, però è stata una delusione irriguardosa verso l'istituzione che rappresento.”

“Il ricorso al Tar - afferma il vice presidente vicario Elena Scotton - nasce da presupposti specifici che sono emersi dall'interpretazione della Regione in merito alla Legge Regionale 2017. Noi non faremmo bene il nostro lavoro se non tutelassimo i nostri associati. Abbiamo attivato con le istituzioni il percorso per il Marchio d'Area, puntando sul commercio di vicinanza.” Come dire: assieme al Comune è in itinere una ricerca di strategie per la tutela del piccolo commercio in prospettiva di richiamo turistico e la delibera sulla nuova Grande Struttura di Vendita ne è la palese contraddizione.
“I motivi dell'impugnativa del ricorso - spiega il direttore di Confcommercio Bassano Riccardo Celleghin - sono in parte già contenuti nella nostra lettera del 5 marzo alla Regione con l'osservazione che la delibera comunale va a cozzare con la normativa finanziaria regionale 2018 rafforzata dall'interpretazione degli uffici legislativi della Regione.” “C'è anche un motivo di fondo - prosegue il direttore -. Da un lato, la Legge Regionale ribadisce l'importanza dei centri storici e degli esercizi di vicinato e l'Amministrazione di Bassano chiede la nostra collaborazione per il riconoscimento dei Distretti del commercio e la partecipazione ai bandi. Poi però approva il terzo centro commerciale in città.” “Gli altri aspetti della nostra impugnazione - aggiunge Celleghin - riguardano la mancanza di un procedimento di Valutazione Ambientale Strategica e la carenza di “interesse pubblico” dell'operazione, quantificato in due tronconi di pista ciclabile.” Su tutto emerge tuttavia l'incongruenza della procedura di approvazione che non ha licenziato il piano urbanistico in accordo coi Comuni confinanti.
“L'impatto della nuova disposizione regionale - conclude il direttore - è significativo.”
L'Area Pengo story si trasferisce dunque nelle aule della giustizia amministrativa.
“Questa è la penultima puntata”, dichiara il presidente Lunardi. E come per ogni fiction bassanese che si rispetti, si attende ora il gran finale.

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