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Alessandro TichAlessandro Tich
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Cronaca

Motore di ricerca

Si spostavano in moto e sceglievano i loro obiettivi su Google Maps. Arrestati dai Carabinieri di Bassano due nomadi, ladri professionisti, autori di una serie di furti in ville e dimore di lusso tra Breganze e Mussolente

Pubblicato il 16-03-2018
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Non avevano timore di agire, come solitamente accade, approfittando dell'oscurità. Effettuavano infatti i loro colpi sempre nella fascia oraria tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio. Sapevano bene dove andare: gli obiettivi dei loro furti venivano presumibilmente scelti consultando le immagini di Google Maps. Ed erano obiettivi estremamente mirati: tutte ville di pregio o case di lusso ubicate tra le colline della nostra fascia pedemontana, in posti isolati e anche impervi e serviti da stradine di campagna, alcune delle quali utilizzate dai proprietari come seconda abitazione.
Erano in due e arrivavano sul luogo prescelto sempre con la stessa moto, una Hornet di colore grigio, travisandosi con caschi, occhiali da sole oppure sciarpe anche se era piena estate. Sapevano bene che questo tipo di dimore è dotato il più delle volte di sistemi di videosorveglianza. E non a caso, come poi riscontrato nel corso delle indagini, cambiavano costantemente la targa della moto ed erano tutte targhe artefatte.
Suonavano al citofono della dimora da “visitare”: se rispondeva qualcuno (è accaduto in un caso) si presentavano come venditori ambulanti di enciclopedie e al prevedibile rifiuto del residente di accoglierli alla porta se ne andavano togliendo il disturbo.

Se invece non rispondeva nessuno entravano in azione. Uno dei due restava fuori a fare da palo e l'altro compiva l'effrazione dell'ingresso, entrava in casa e si impossessava dei gioielli e dei valori che riusciva a trovare. Tempo medio per effettuare i colpi: un paio di minuti, compresi i tempi di arrivo sul posto, di forzatura dell'ingresso e di partenza.
Un autentico blitz, che permetteva loro di dileguarsi anche con l'eventuale attivazione delle sirene di allarme. Con questa tecnica, nello scorso mese di luglio, hanno messo in atto una trentina di tentativi di furto, di cui una decina andati a segno, in ville tra le colline di Breganze, Mason Vicentino, Pianezze, Marostica, Romano d'Ezzelino e Mussolente. Bottino complessivo dei loro colpi, limitati ai furti denunciati o effettivamente riscontrati: almeno 250.000 euro in preziosi, monili e anche contanti.
A Pianezze uno dei furti più consistenti: due orologi Rolex per un valore di 17.000 euro, gioielli per 80.000 euro e 10.000 euro in contanti. In un'altra villa, a Mussolente, si sono impadroniti di collane in oro bianco, in argento e anelli per circa 30.000 euro.
Dopo le prime denunce per furto in estate, sulle loro tracce si sono messi i Carabinieri del Comando Compagnia di Bassano del Grappa, comandati dal capitano Adriano Fabio Castellari, con sopralluoghi tecnici e servizi mirati. Non è stato possibile, per i militari del NORM guidati dal luogotenente Antonio Bellanova, individuare gli astuti ladri professionisti al primo colpo. I riscontri antropometrici dei due individui immortalati dalle riprese delle videosorveglianze non portavano all'identificazione di cosiddetti “volti noti”. In più, la famosa moto utilizzata per gli spostamenti criminosi non veniva vista per strada da nessun testimone: una volta tentato o realizzato il furto spariva dalla circolazione. Ma la perseveranza investigativa della Benemerita è notoria e a fine luglio, in zona Col Roigo a Romano d'Ezzelino, la motocicletta con i due a bordo è stata finalmente intercettata da una pattuglia del Radiomobile.
La gazzella li ha inseguiti, tuttavia sulle stradine a tutte curve della zona la coppia di malintenzionati è riuscita a “sparire”. Ma non a far perdere le proprie tracce: vistisi scoperti e per evitare sospetti in caso di controllo si sono infatti sbarazzati di uno zaino, ritrovato nella vegetazione e recuperato dai Carabinieri. Al suo interno c'erano alcune targhe false utilizzate per la moto oltre a guanti e altri oggetti per il travisamento.
L'episodio di Col Roigo ha avuto un doppio effetto: da allora i raid nelle nostre zone dell'abile duo di predoni seriali sono terminati e gli indumenti ritrovati nello zaino hanno consentito ai Carabinieri di rinvenire due distinti profili genetici sui quali è stato richiesto il riscontro del RIS di Parma. Lo scorso ottobre il Reparto Investigazioni Scientifiche ha fornito il primo riscontro, individuando uno dei due ladri nella persona di Sonny Lebbiati, classe '91, nomade pluripregiudicato nato ad Alba (Cuneo) e residente in campi nomadi dell'Astigiano. È stata emessa a suo carico la misura cautelare e sempre in ottobre il Lebbiati è stato arrestato e sottoposto alla detenzione domiciliare dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Bassano del Grappa, in trasferta in Piemonte, coadiuvati dai colleghi dell'Arma di Villanova d'Asti e di Alba.
Il secondo profilo genetico, invece, inizialmente non ha avuto riscontro. Ma anche in questo caso la tenacia dei CC ha avuto la meglio. Questione di fiuto investigativo. Fondamentale è stata la collaborazione nuovamente dei Carabinieri di Alba e Villanova d'Asti, a cui i colleghi bassanesi hanno mostrato i filmati dei furti compiuti nella nostra zona. E il secondo sospettato ancora senza nome, in base alle osservazioni antropometriche e alle frequentazioni del Lebbiati ben note ai militari piemontesi, è risultato essere Erik Negro, classe '88. nomade pluripregiudicato, che in coppia col Lebbiati ne aveva già fatte di crude e di cotte.
I Carabinieri di Bassano hanno ottenuto una copia del suo profilo genetico, ricavato da tracce biologiche recuperate in zona San Damiano d'Asti, inviato poi per la comparazione sempre al RIS di Parma: il riscontro ha combaciato con le tracce rinvenute nello zaino in Col Roigo e anche per Negro è stata una richiesta di misura cautelare all'Autorità Giudiziaria. Nei giorni scorsi anche il secondo nomade è stato quindi tratto in arresto in Piemonte dai Carabinieri del Comando di via Emiliani e per lui si sono aperte le porte del carcere di Asti. L'accusa a carico di entrambi gli arrestati è quella di furto in abitazione pluriaggravato in concorso.
Ma c'è di più: i due soggetti prima di dar seguito ai colpi prendevano per alcuni giorni in affitto degli appartamenti nel Vicentino - come ad esempio in zona Vicenza e in zona Asiago -, non lontani ma comunque ma a debita distanza dai luoghi prescelti per i furti, pagando subito in contanti i proprietari e utilizzando le abitazioni come appoggio logistico. Per non destare anche in questo caso sospetti, prendevano temporanea locazione degli appartamenti in versione “famiglia”, facendosi accompagnare da altre due donne e da un uomo, che hanno soggiornato nelle stesse case e a cui carico è scattata una denuncia per concorso in furto. Inoltre, secondo delle testimonianze, sono stati visti aggirasi per le zone interessate dai furti alcuni camper. Potrebbe trattarsi dei mezzi nei quali i due malviventi nascondevano la moto dopo le sgradite visite ai loro obiettivi.
Il Lebbiati e il Negro avevano studiato tutto nei minimi dettagli e pensavano di agire indisturbati e di non essere scoperti in una zona così lontana dalla propria base operativa e a loro sconosciuta, al punto da dover pianificare le incursioni ladresche tramite Google Maps. Ma il motore di ricerca dei Carabinieri è stato più efficace del loro.

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