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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Di Padre in Tour

Pronti due pacchetti turistici di Vicenza Film Commission per visitare i luoghi della fiction ambientata a Bassano. Il referente Roberto Astuni replica alle polemiche sulla serie Tv: “Sono solo uno sfogo politico”

Pubblicato il 03-05-2017
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Avviso ai naviganti: questo non è ancora il mio annunciato articolo definitivo di commento alla fiction “Di Padre in Figlia”, ambientata come ben sappiamo a Bassano, dopo la messa in onda di ieri sera della quarta e ultima puntata. L'editoriale sta per arrivare: sarà pubblicato di seguito. Mi trovo però a dover già occuparmi, indirettamente, delle avventure della famiglia Franza & C. per un loro risvolto “locale”.
A darcene lo spunto è sempre e ancora lui: Roberto Astuni, attivista del marketing territoriale, referente di Vicenza Film Commission e da noi nominato d'ufficio presidente del “Di Padre in Figlia Fan Club”. Proprio su iniziativa di Vicenza Film Commission, infatti, saranno disponibili nei prossimi giorni dei pacchetti turistici relativi alla visita dei luoghi della serie Tv, in particolare delle distillerie che hanno ospitato i set.
In più, la mappa delle location dello sceneggiato televisivo, già online sul sito di Vicenza Film Commission, sarà realizzata anche in formato cartaceo e distribuita agli alberghi e all'ufficio Iat presso il Museo Civico di Bassano del Grappa.

L'ingresso dell'ufficio Iat al Museo Civico di Bassano (foto Alessandro Tich)

“I pacchetti sono pronti - ci dice Astuni -, ma attendiamo i prossimi giorni per comunicarli ufficialmente perché li stiamo perfezionando. Saranno disponibili su vicenzabooking.com.” “Sono previsti due tipi di pacchetti - spiega ancora il promotore dell'iniziativa -. Il primo è individuale: il turista, in hotel o allo Iat, chiede la mappa dei luoghi e delle distillerie e li visita per conto proprio. Se vuole potrà contattare le distillerie e chiedere quando e come visitarle. Il secondo pacchetto è invece organizzato per i gruppi: prevede pernottamento, cena sul territorio con ovviamente un bicchierino di grappa alla fine, visita alle distillerie e visita ai luoghi della famiglia Franza.”
Orbene: i potenziali teleturisti ammiratori della saga televisiva, oltre a inebriarsi della visita degli stabilimenti di produzione della grappa, potranno così scoprire “dal vivo” il Ponte (ora pieno di impalcature) dove le tre sorelle Franza siglano la Santa Alleanza finale, le rive dove i Franza giovani facevano il bagno in Brenta, la chiesa dove si è sposata Elena, la piazza del negozio di Pina e della chiesa di Franca, e via fictionando.
Nell'occasione, tuttavia, Astuni interviene sui commenti che, dalla piazza questa volta “virtuale” bassanese, hanno inondato la fiction con una Brentana di polemiche.
“Credo che l'ultima puntata possa zittire tutti quanti - dichiara -. Mai Bassano si era dimostrata un set naturale per accogliere una troupe televisiva. La produzione ha trovato un set naturale e delle maestranze incredibili, il regista continua a ringraziare la tanta “brava gente” che ha incontrato, il cast e la troupe adorano Bassano e i bassanesi. Anche oggi ho sentito Alessio Boni, sono tutti innamorati della città.”
“Questo mix di ottime impressioni e di grande sforzo fatto dalla città - continua Astuni - può richiamare a Bassano altre produzioni televisive, ma viene vanificato da qualche detrattore. Sono dispiaciuto per questo. Se guardiamo le reazioni su Facebook, compresa la pagina della Fiction, il 99,9% dei commenti sono positivi. E sono migliaia di commenti. È un peccato che solo qualche decina di sparuti commenti, che sono solo uno sfogo politico, siano quelli a cui si è dato ascolto.”
“Il “popolo delle fiction” ama guardare e scoprire i luoghi dove sono ambientate e non associa i personaggi televisivi alle persone del posto - sottolinea il referente di Vicenza Film Commission -. Chi attacca la serie Tv non conosce queste dinamiche, si vede “reincarnato” nella storia televisiva, ma non è così.”
“Se qualcuno strumentalizza la fiction a livello locale - conclude Astuni - non si rende conto del danno che fa alla città, alla piccola economia degli operatori locali e alla grande economia del turismo.”

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